Opere di Umberto Boccioni

Umberto Boccioni, "Forme uniche della continuità nello spazio", 1913, Civico Museo d'Arte Contemporanea (CIMAC), Milano

Umberto Boccioni
Forme uniche della continuità nello spazio
1913
scultura in bronzo
110 x 89,5 x 40 cm
Civico Museo d'Arte Contemporanea (CIMAC)
Civiche Raccolte d'Arte, Milano

In Forme uniche della continuità nello spazio il movimento è reso per sintesi e non per sequenza, come invece avviene nelle prove che precedono l'opera.
Boccioni, in effetti, realizza il suo "uomo futurista" per gradi, sulla base di altre sculture:
-  Sintesi del Dinamismo umano (1912),
-  Espansione spiralica di muscoli in movimento, (1913),
-  Muscoli in velocità (1913).

Passo dopo passo. elimina tutti i dettagli superflui. Così facendo raggiunge una perfetta compenetrazione tra la materia e ciò che la circonda, tra interno ed esterno.
Per quest'opera si è fatto riferimento alla Vittoria di Samotracia e a L'uomo che cammina di Rodin. Sicuramente si devono ricordare anche le ricerche fotodinamiche di Anton Giulio Bragaglia e il "modello non umano" di cui parla Marinetti in Guerra sola igiene del mondo. Un essere "dotato di organi inaspettati: organi adatti alle esigenze di un ambiente fatto di urti continui..." Un essere i cui muscoli sono spinti indietro dall'aria mentre avanza nello spazio.

Ci si potrebbe stupirsi del fatto che Boccioni abbia scelto come tema l'uomo e non la macchina in corsa o l'aereo, che meglio rappresentano il mito futurista della velocità. Ma nel 1913, in occasione di una sua mostra di sculture e disegni alla Galerie Boétie di Parigi, l'artista aveva elencato tra i suoi desideri quello di voler "fissare le forme umane in movimento". In fondo, l'interesse per l'uomo e per la sua interiorità erano stati al centro delle sue prime opere, intrise di Divisionismo, Simbolismo ed Espressionismo.

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