Alberto Burri
Attività artistica di Alberto Burri.
La poetica della materia nell'opera di Burri
Per l'insistente ricorso all'uso di materiali diversi dai colori a olio, l'opera di Alberto Burri viene considerata uno dei migliori esempi di pittura materica.
Caratteristica di questo versante della pittura informale era il ruolo della materia nel raccontare il dramma esistenziale dell'artista del dopoguerra. Ricordiamo, tra tutte, le "croste" di Jean Fautrier e Antoni Tàpies, che evocano l'immagine della carne ferita.
Al di là di drammi esistenziali, sicuramente presenti, ciò che interessa Alberto Burri è però la materia come fonte di tensione e ordine compositivo.
Scegliere e accostare diversi materiali, strapparli, lacerarli, bruciarli, generarne di nuovi, serve a produrre nuova vita, a inventare nuove possibilità. È attività istintiva, che richiede grande fermezza e controllo, per passare senza traumi dall'informe alla forma, dal caos del processo al dominio della coscienza e dell'idea compositiva.
In ciò si evidenzia un atteggiamento di compostezza e rigore classico, che va al di là dell'esperienza informale. E in effetti, Burri con l'andar degli anni accentua il rigore compositivo, a scapito dell'espressività. Le drammatiche asperità della trama della tela di sacco, della plastica bruciata o dei cretti, cedono il posto alle forme regolari dei Cellotex e alle campiture cromatiche degli ultimi grandi cicli.
Come Burri amava ripetere, il suo primo quadro è come l'ultimo. La motivazione di fondo è sempre la stessa: indagare la materia per trovare la bellezza. Quindi non espressione di un dramma esistenziale, di lotta, ma rappresentazione della bellezza.