Jackson Pollock
Attività artistica di Jackson Pollock.
L'evoluzione di Pollock dagli inizi ai primi "dripping" (1930-1946)
All'inizio degli anni '30 Pollock studia alla Art Student's League, dove frequnta i corsi di Thomas Hart Benton, pittore realista del West. Tra il 1930 e il 1938, dipinge contadini e paesaggi di campagna che ricordano il realismo espressivo di Benton. Le forme semplificate, i contorni spigolosi e l'intercalare di zone cupe rivelano il temperamento emozionale e inquieto.
Nel 1936 Pollock viene accettato al W.P.A. Federal Art Project. Gli iincarichi, consistenti in pitture murali per luoghi pubblici, lo portano a guardare ai muralisti messicani, in particolare José Clemente Orozco. Alla fine degli anni '30, i suoi quadri denunciano questa influenza nell'iscurirsi dei colori e nella deformazione e astrazione delle figure.
Tra la fine degli anni '30 e il 1943, la pittura di Jackson Pollock va incontro a una trasformazione sostanziale. A ciò concorrono tre fattori:
La fusione di queste componenti porta Pollock a liberarsi dal realismo espressivo degli inizi.
L'impianto figurativo e spaziale della composizione viene eliminato. L'artista lo rimpiazza con uno schema astratto su cui campeggiano grandi forme totemiche, aspre e brutali. Nella compagine dell'opera affiorano simbologie mitologiche, figure arcaiche, elementi organici e sessuali, deformati o stilizzati. In accordo con il suo interesse per Jung, Pollock annette a queste forme il compito di evocare associazioni primordiali e trasmettere significati universali. I titoli stessi delle opere rimandano a soggetti mitologici o tematiche allegoriche: Stenographic Figures (1942), Moon Woman (1942), Guardians of the Secrets (1943), Pasiphae (1943), Gothic (1944).
Questa produzione attira l'attenzione di Peggy Guggenheim, che nel 1943 allestisce la prima personale di Jackson Pollock presso "Art of This Century", la sua galleria-museo di New York.
A partire dal 1943 ca, accanto alla componente rappresentativa, nel lavoro di Pollock comincia ad affiorare una componente gestuale. In alcune opere lo schema compositivo viene scompaginato da linee e zone di colore più energiche, che conferiscono un andamento ritmico alla composizione. È il caso di Mural (1943), grande dipinto commissionato da Peggy Guggnheim per la propria casa, o di There were Seven in Eight (1944-45).
Il dato viene messo in relazione in parte con l'applicazione del metodo automatico surrealista, e in parte con l'interesse suscitato in Pollock dalla cultura e dalle usanze degli indigeni d'America. In particolare, trae ispirazione dalla pittura di sabbia degli indiani Navaho, in cui la gestualità rituale prevale sull'intento rappresentativo.
Il sottile equilibrio tra intento rappresentativo e libera gestualità si conserva fino al 1946. Fino ad allora, anche nelle tele più astratte si possono ancora rintracciare elementi totemici e frammenti di figure, organizzati sul reticolo di derivazione cubista. Nel 1946, Pollock realizza un ciclo di tele, intitolato Sounds in the Grass. In esse i residui figurativi appaiono sommersi dalla massa del colore, direttamente spremuto sulla tela e steso con spatole e altri strumenti, in modo da creare un groviglio di scaglie e virgole.