Giovanni Segantini

Cenni biografici

Giovanni Segantini, "Autoritratto", partic.Giovanni Segantini nasce ad Arco, in provincia di Trento, nel 1858.

La famiglia, di umili origini, vive di sovvenzioni comunali ed è costretta a cambiare più volte residenza. Giovanni resta ad Arco con la madre, che è malata.
Rimasto solo, raggiunge il padre e la sorellastra Domenica (Irene) a Milano. Nel 1867 perde la cittadinanza austriaca e diventa suddito del Regno d'Italia.
Gli anni milanesi sono sotto il segno della ribellione, tanto è vero che, nel 1870, finisce al riformatorio Marchiondi, dove diventa allievo calzolaio.
Nel 1873, il fratellastro Napoleone, che ha un laboratorio fotografico a Borgo Valsugana, avvia le pratiche per il suo affidamento e Giovanni torna in Trentino, dove rimane fino al 1875.
Negli anni successivi è di nuovo a Milano. Diventa apprendista nella bottega del decoratore Luigi Tettamanzi e frequenta i corsi serali all'Accademia di Brera. Ottiene subito dei riconoscimenti. Il coro di Sant'Antonio, di impianto verista, viene premiato all'Esposizione annuale di Brera del 1879.
Per vivere fa l'insegnante di geometria. Almeno finché non incontra i fratelli Vittore e Alberto Grubicy, che diventano i suoi protettori. Si lega soprattutto a Vittore, che è pittore e mercante d'arte.
Dopo il matrimonio con Luigia Bugatti (Bice), si trasferisce in Brianza in cerca di nuovi spunti pittorici. Abita a Pusiano, poi a Carella e a Cornano. Ave Maria a trasbordo, presentata all'Esposizione Internazionale di Amsterdam del 1883, ottiene la medaglia d'oro.
Nel 1885 si trasferisce a Caglio per lavorare a uno dei suoi dipinti più famosi, Alla stanga (1886), col quale ottiene un nuovo riconoscimento all'Esposizione universale di Amsterdam. Esposto a Bologna nel 1888, verrà acquistato dal governo italiano.
In cerca di nuovi ambienti naturali, nel 1886 si trasferisce con la famiglia a Savognino, un paesino dei Grigioni. Il suo stile è ormai decisamente divisionista. Trova una nuova modella per i suoi quadri nella bambinaia dei suoi figli, Barbara Ufer, detta Baba.

Tra la fine degli anni '80 e inizio dei '90, Giovanni Segantini è presente a numerose esposizioni internazionali, tra cui quelle di Londra (1888) e Parigi.
Diventa anche sempre più famoso e apprezzato dalla critica. Riceve altri premi e onorificenze. Vacche aggiogate ottiene la medaglia d'oro all'Esposizione universale di Parigi del 1889. Mezzogiorno sulle Alpi e Aratura in Engadina vincono lo stesso premio nel 1892, una a Monaco e l'altra a Torino. Anche Le due madri (1889), esposto a Milano, ottiene un gran successo.
In questi anni Segantini si accosta al simbolismo. Instaura rapporti epistolari con giornalisti, studiosi e artisti. Collabora a periodici italiani e stranieri e prende contatti con gli ambienti della Secessione viennese. Allontanatosi da Vittore Grubicy, rafforza il suo legame col fratello Alberto, che diventa il suo gallerista.

Nonostante il successo, però, Segantini continua ad avere problemi finanziari. Nel 1894, assillato dai debiti, abbandona Savognin. Si stabilisce in uno chalet sul Maloja, trascorrendo gli inverni a Soglio.
Dipinge L'angelo della vita (1894), Le cattive madri e L'amore alle fonti della vita (1896), strettamente legati alla poetica simbolista.
Vince diversi premi: a Venezia nel 1895, a Vienna nel 1896, a Dresda nel 1897.
A partire dal 1896 comincia a lavorare a un'opera colossale, Il panorama dell'Engadina, che pensa di presentare all'Esposizione internazionale di Parigi del 1900. Abbandona questo progetto nel 1897. Al suo posto decide di realizzare il grande Trittico della natura.
Mentre si accinge a lavorare a uno dei tre pannelli sulla cima dello Schafberg viene colpito da un violento attacco di peritonite, che lo stronca.

Giovanni Segantini muore il 18 settembre 1899.
Tra le mostre postume vanno ricordate quella del 1958 al Palazzo Marchetti di Arco e quella del 1987 al Palazzo delle Albere di Trento.
Nel 1999 Arco e il Trentino hanno ricordato Segantini con numerose manifestazioni. Nel 2000 il FAI gli ha reso omaggio in occasione dell'apertura al pubblico di Villa Menafoglio Litta Panza a Varese.

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