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L'attrazione per l'opera di Lorrain è tale da indurre Turner a imitarlo, progettando un viaggio in Italia. Visita Venezia, Roma e Napoli. Rimane colpito dalla luce chiara e dai colori brillanti.
L'esperienza incide profondamente sull'evoluzione dello stile di Turner.
Il procedimento pittorico stesso cambia. L'artista lavora alternando velature sottili e impasti molto densi. Su questi interviene col manico del pennello o con le unghie, per suggerire i dettagli delle forme.
Intorno al 1828 Turner visita nuovamente Roma. Realizza composizioni ancora più ardite, senza l'ausilio di lenee, ma di puro colore. Dipinge scene mitologiche, storiche e di genere, che risentono della lezione di Rembrandt: Ulysses deriding Polyphemus (Ulisse che deride Polifemo) 1829, Pilate washing his Hands (Pilato che si lava le mani). Rimane affascinato dalla Venere di Urbino di Tiziano, che ripropone in una sua opera.
Tra la fine degli anni '20 e i primi anni '30 dipinge anche quadri di figure. In genere vengono associati all'ambiente di Petworth, dove Turner risiede più volte tra il 1828 e il 1837 come ospite del Conte di Egremont. Frutto di questi soggiorni sono anche molti paesaggi e scene di interni, dove la luce sembra avere la meglio sulle forme: Interior at Petworth (Interno a Petworth) 1827.
Il predominio degli effetti luminosi sulla definizione delle forme è una caratteristica che accomuna quasi tutte le opere di questi anni. Quasi tutte si distinguono per un accentuato romanticismo e una marcata attenzione per i valori cromatici e luministici: The Burning of the Houses of Lords and Commons (L'incendio del Palazzo del Parlamento) del 1835, Tempesta di neve del 1842. |