Mostre di arte moderna e contemporanea

Schiele, Klimt, Kokoschka e gli amici viennesi

7 ottobre 2006 - 8 gennaio 2007

MART - Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
Corso Bettini 43, Rovereto (Tn)
Tel. 0464-438887
Orari: 10-18, ven 10-21, lunedì chiuso

L'ambiente culturale viennese di inizio '900 era ricco di stimoli e opportunità. Nessuno sembrava ancora presagire la fine dell'Impero Austro Ungarico, che avrebbe avuto inizio con lo scoppio della prima guerra mondiale.
All'epoca, anche il Trentino faceva parte dell'area mitteleuropea e lo scambio culturale con la capitale era piuttosto vivace. Non c'è da stupirsi quindi che il MART di Rovereto, il principale museo della regione, dedichi una bella mostra a Vienna, ai suoi maggiori interpreti - Schiele, Klimt, Kokoschka - e agli amici, che, con loro, hanno contribuito al rinnovamento dell'arte moderna.

Klimt e Schiele muoiono entrambi nel 1918. Appartengono a due generazioni diverse, ma hanno compiuto più di un passo assieme e forse sono stati tra i primi a intuire la "fine dei giochi" e l'inizio della decadenza. Con loro muore anche la "Grande Vienna", ma non la loro opera, che continua ad affascinare e incantare il pubblico di ieri e di oggi.

Gustav Klimt è una figura centrale del panorama artistico viennese a cavallo tra XIX e XX secolo, e, con la sua personalità e il suo stile, è stato un'imprescindibile fonte di ispirazione per molti giovani che si opponevano ai dettami accademici e aspiravano al rinnovamento delle arti.
Tra loro, si può senz'altro annoverare anche Egon Schiele, il vero protagonista di questa mostra, per il quale Klimt rappresenta un maestro, ma anche lo stimolo ad andare oltre.
Sono gli anni dell'abbandono degli studi, della creazione del "Neukunstgruppe" (Gruppo Arte Nuova), e, soprattutto, della nascita di quella pittura cruda e realista, fatta di segni taglienti e nervosi, dell'uso di colori acidi e stridenti, che renderà Schiele uno dei più celebri esponenti dell'Espressionismo. Dai suoi ritratti, e soprattutto dai nudi, trapela, infatti, tutta la fragilità e la disperazione dell'uomo, la sua solitudine, il dramma dell'esistenza e dei rapporti umani.
La stessa forza espressiva, lo stesso stile crudo e "senza speranza", si ritrova nelle opere di Oskar Kokoschka, l'altro grande protagonista di quegli anni, che, abbandonate le influenze decorative klimtiane e sopravvissuto al 1918, subisce le conseguenze della guerra e il drammatico senso di crisi che si respira a Vienna e in tutta Europa. Le sue figure, volutamente deformate e memori delle intuizioni freudiane, rappresentano un tentativo di sintesi tra ciò che è visibile e ciò che non lo è, cercano di dare un volto all'interiorità dell'uomo, ai suoi pensieri.

La mostra, che presenta oltre 120 opere fra dipinti, disegni e sculture di Schiele e dei suoi contemporanei (Gustav Klimt, Oskar Kokoschka, Anton Faistauer, Anton Kolig, Carl Moll, Koloman Moser, Max Oppenheimer e Anton Peschka) consente di fare nuova luce sul percorso che portò questo straordinario gruppo di artisti dallo Jugendstil alle soglie dell'Espressionismo.
I lavori, molti dei quali esposti in Italia per la prima volta, sono stati concessi in prestito dall'Österreichische Galerie Belvedere di Vienna e da altri prestigiosi musei austriaci e tedeschi.
Di grande importanza è la sezione dedicata alla 49° Mostra della Secessione Viennese, che si tenne nel marzo del 1918. In quell'occasione, infatti, Egon Schiele, riscosse un grande successo di pubblico e di critica. L'ultimo omaggio prima della morte.

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