Mostre di arte moderna e contemporanea
A Rose Has No Teeth: Bruce Nauman in the 1960s
Una rosa non ha denti: Bruce Nauman negli anni Sessanta
23 maggio - 9 settembre 2007
Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (TO)
Tel. 011-9565280
Orari: mar-gio 10-17, ven-sab-dom 10-21, lunedì chiuso
Dopo la bella mostra allestita a Napoli nel 2006, anche il Castello di Rivoli ha deciso di dedicare una rassegna a Bruce Nauman, uno dei più eclettici e interessanti artisti contemporanei, vincitore di diversi premi (Beckmann Prize, Leone d'Oro di Venezia, Praemium Imperiale). L'esposizione si focalizza però sulle opere realizzate negli anni '60, uno dei suoi periodi più fertili e innovativi. È in questo momento, infatti, che Nauman pone le basi di quella che sarà tutta la sua ricerca successiva.
La mostra, realizzata da Constance M. Lewallen in collaborazione con lo stesso artista, che oggi vive un po' ritirato nel suo ranch del New Mexico, propone oltre 100 opere tra cui disegni, sculture, video, installazioni, ologrammi, calchi corporei, lavori sonori e neon. Molti anche i pezzi inediti, prestati da vecchi amici dell'artista. Un suo compagno di corso, per esempio, ha messo a disposizione alcuni disegni e una scultura che aveva fatto quando era un giovane studente, mentre il fotografo Jack Fulton è riuscito a scovare delle vecchio foto, mai stampate, dell'epoca in cui Nauman si occupava della realizzazione dei primi ologrammmi.
Si può dire quindi che ci si trova di fronte a una rassegna pressoché completa, anche perché molte delle opere che Nauman ha realizzato in quegli anni sono andate distrutte e quelle che non sono andate perdute per cause naturali sono diventate così costose che farsele prestare rappresenta una vera impresa.
Nello sviluppo artistico di Nauman ha avuto un ruolo fondamentale il soggiorno a Davis, in California, dove arrivò nel 1964 per frequentare l'Università.
Si era spinto fin qui dall'Indiana per approfondire lo studio delle "Belle Arti" e della pittura, che erano, assieme alla musica, alla filosofia, alla matematica e alla fisica, che aveva già praticato in precedenza, delle vere e proprie passioni.
A fargli cambiare opinione e a spingerlo verso la scultura e la sperimentazione di tecniche e materiali inconsueti furono l'inserimento in un contesto vivace e propositivo e la raggiunta consapevolezza del valore sociale dell'arte. Quello che aveva imparato, rimase comunque a far parte del suo lavoro. Riteneva infatti che la matematica e la ricerca artistica avessero in comune la sperimentazione e quell'atteggiamento mentale che ne ha fatto uno dei principali artisti concettuali contemporanei.
Tra i temi più ricorrenti nella produzione artistica di Nauman degli anni '60, troviamo un atteggiamento ironico e provocatorio, volto ad analizzare le diverse potenzialità dell'arte, l'interesse per il linguaggio e i giochi di parole, l'attenzione per il corpo e i suoi codici comportamentali, la decontestualizzazione e l'uso improprio degli oggetti. Gli stessi argomenti che l'artista affronta pure oggi, anche se ha inserito ulteriori motivi di riflessione, come gli esperimenti genetici che fanno parte dell'attualità.
Anche gli strumenti sono più o meno gli stessi di allora: la realizzazione di performance visive e sonore, il coinvolgimento del pubblico, l'adozione del neon e l'uso di foto, video e filmati.
Non poteva andare diversamente. Oggi come allora, infatti, il suo obiettivo di fondo è sempre lo stesso, quello di destrutturare il linguaggio per isolarne gli elementi fondamentali e arrivare all'essenza, far riflettere sul modo in cui l'uomo, essere razionale e animale al tempo stesso, comunica e si relaziona con gli altri.
Dato lo scopo, l'uso di una o di un'altra forma d'arte è del tutto secondario, così come la bellezza e il risultato di ciò che si crea. Le uniche cose davvero importanti sono l'idea e il processo che gli dà "corpo".
Il titolo della mostra prende spunto dalle Investigazioni filosofiche di Ludwig Wittgenstein, che, come Marcel Duchamp, è stato un punto di riferimento fondamentale per Nauman.