Storia dell'arte: arte moderna
Espressionismo Astratto.
Storia dell'Espressionismo Astratto
L'Espressionismo Astratto non è stato un movimento vero e proprio. Va inteso, piuttosto, come una vasta tendenza tipicamente americana, che ha riunito una nuova generazione di artisti. Questi artisti hanno iniziato a lavorare negli anni '30, e hanno maturato uno stile personale a New York, durante gli anni '40.
Essi rifiutavano l'azione politica e l'attività di gruppo, per quanto frequentassero gli stessi luoghi fissi. Gli stretti contatti quotidiani in un mondo ancora circoscritto, come la comunità artistica newyorkese degli anni '40, li ha portati a forgiare la loro personalità sulla base di stimoli e influenze simili.
Come data d'inizio dell'Espressionismo Astratto viene indicato il 1943, quando Jackson Pollock tenne una mostra personale presso la galleria di Peggy Guggenheim. A questa sono seguite le mostre di altri futuri esponenti. Ma a definire le caratteristiche e la novità del fenomeno hanno contribuito anche i testi critici, le recensioni delle mostre sulla stampa e le prese di posizione degli artisti stessi.
Tra i critici che si sono impegnati a sostenere l'Espressionismo Astratto vanno ricordati Clement Greenberg, Harold Rosenberg, Alfred H. Barr Jr.
Fino al 1946, il principale centro di diffusione è stata "Art of this Century", il museo-galleria aperto da Peggy Guggenheim nel 1942. Dopo la sua chiusura gli artisti sono passati in blocco alla nuova galleria di Betty Parsons.
La fase cruciale dell'Espressionismo Astratto è cominciata attorno al 1947. In quell'anno apparvero i primi quadri con sgocciolature ("dripping") di Pollock, de Kooning iniziò a dipingere le sue figure dai contorni grattati e cancellati, e Rothko realizzò quadri con forme fluttuanti.
Nel 1952, l'emergere prepotente di un indirizzo "gestuale" portò il critico Harold Rosenberg a parlare per la prima volta di "Action painting" (pittura d'azione). Il termine viene oggi adoperato al posto di "Espressionismo Astratto", includendo anche la pittura di Rothko, Newman e degli altri rappresentati della corrente contemplativa.
Verso la metà degli anni '50, al gruppo storico si è aggiunta una nuova generazione di pittori. I più importanti sono Sam Francis, Philip Guston, Jules Olitsky, Helen Frankenthaler, Morris Louis, ecc.
Da questa ondata si sono formate nuove correnti astratte. La tendenza alle colature di colore è il marchio di fabbrica della cosiddetta "Post-Painterly Abstraction", rappresentata da Morris Louis, Helen Frankenthaler e Kenneth Noland. Vaste tele monocrome sagomate, assolutamente fredde e inespressive, caratterizzano la cosiddetta "Hard Edge", rappresentata da Ellsworth Kelly, Al Held e Frank Stella.
Vinte le naturali resistenze iniziali, all'inizio degli anni '50 l'Espressionismo Astratto è stato accolto con entusiasmo dalla critica e dall'opinione pubblica americana. Questo perché, a prescindere dalla sua indubbia forza, ha rappresentato l'emanciparsi della cultura americana dal tradizionale ruolo subalterno nei confronti dell'Europa.
La sua affermazione non solo è servita a proiettare per la prima volta l'arte americana sulla scena mondiale, ma ha segnato la definitiva consacrazione di New York a centro mondiale dell'arte e della cultura.
L'Espressionismo Astratto ha esaurito la sua spinta alla fine degli anni '50. In quel momento hanno cominciato a emergere varie correnti che hanno puntato al suo superamento. Alcune, come la Pop Art e la Minimal Art, ne avrebbero preso subito il posto, diventando le tendenze dominanti degli anni '60.