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Quando si parla di pittura metafisica in senso stretto, ci si riferisce soprattutto all' attività di Giorgio De Chirico, Carlo Carrà e Giorgio Morandi, a cui possono venire affiancate anche alcune opere di Filippo De Pisis e di Mario Sironi. In senso più ampio vi si possono inserire anche alcune composizioni di Massimo Campigli e Felice Casorati. De Chirico fu senz'altro l'autore che interpretò la tendenza in maniera più convinta e duratura. Le sue opere più rappresentative sono quelle realizzate tra il 1912 e il 1920 ca: le "piazze d'Italia", le "nature morte metafisiche", Le muse inquietanti, Il grande metafisico, Ettore e Andromaca.
I contatti con De Chirico a Ferrara attorno al 1916 portarono Carrà a realizzare una serie straordinaria di opere metafisiche, specialmente nel 1917, che negli anni successivi si inframmezzarono a composizioni di carattere maggiormente classicheggiante o realista. Notissime sono: Gentiluomo ubriaco (1916)
La camera incantata, Musa metafisica, L'ovale delle apparizioni (1917) e L'amante dell'ingegnere (1921).
Ancora più breve fu la parentesi metafisica di Giorgio Morandi, ruotante attorno ad una ventina di opere, realizzate nel 1917 e 1918.
La grande considerazione che le opere di De Chirico godettero nell'ambiente surrealista ne favorirono la circolazione a livello internazionale, ed oggi sono presenti in tutti i principali musei d'arte moderna del mondo. In contrasto con l'assenza quasi totale di De Chirico metafisico nei musei italiani (le eccezioni più significative sono per ora la Collezione Peggy Guggenheim e la Fondazione Magnani Rocca), le opere metafisiche di Carrà e di Morandi, per quanto oramai di interesse internazionale, risultano collocate perlopiù presso musei italiani. In collezioni pubbliche e private italiane si trovano anche le poche opere di Filippo De Pisis del 1919 e di Mario Sironi. |
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Civico Museo d'Arte Contemporanea (CIMAC) / Milano - I
L'allestimento espositivo del CIMAC non favorisce una comprensione ottimale dei periodi storici. In ogni caso, saltando da un punto all'altro del percorso espositivo è ricostruire il filo della pittura metafisica. Di De Chirico sono presenti numerose opere, ma quelle metafisiche in senso stretto sono due: un disegno del 1917 e la bellissima tela Figliol prodigo, realizzata nel 1922, ma stilisticamente simile alle opere degli anni '10. Attraverso la collezione Jucker si sono aggiunte due famose Nature morte del 1918 di Morandi, la Natura morta con squadra (1917) di Carrà e una composizione di De Pisis del 1919. Inquadrabili nell'ambito della metafisica anche alcune opere di Sironi, Campigli e Casorati. |
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Pinacoteca di Brera / Milano - I
La collezione Jesi ha portato a Brera alcune delle più belle opere metafisiche. Tre quelle di Carrà: Musa metafisica, La camera incantata, Madre e figlio, tutte del 1917. Tre le "nature " di Giorgio Morandi, tra cui Natura morta con la squadra del 1918. Un'altra, molto famosa, è pervenuta più recentemente con il lascito di Lamberto Vitali. Manca De Chirico, ma l'auspicio è che il vuoto venga presto colmato. |
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Museum of Modern Art (MoMA) / New York, NY - USA
Presso il MoMA è concentrato il maggior numero al mondo di tele metafisiche di Giorgio De Chirico. Sono rappresentati tutti i soggetti principali. Tra esse vanno ricordate L'enigma di un giorno e Melanconia della partenza (Gare Montparnasse), due delle quattro grandi tele dipinte nel 1914. Inoltre Canto d'amore e Il cattivo genio di un re del 1914, e Il grande metafisico del 1917. Svariati anche i disegni. Assenti le tele metafisiche di Carrà e Morandi, alcuni disegni evocano però l'opera di Carrà. |
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Collezione Peggy Guggenheim / Venezia - I
Un accordo intervenuto tra la Guggenheim Foundation e gli eredi del grande collezionista Gianni Mattioli ha consentito il deposito per 5 anni di alcune opere della famosa collezione. Alcuni grandi capolavori del primo '900 italiano sono andati così ad affiancare le opere di Peggy Guggenheim.
Se nel deposito non figurano capisaldi della pittura metafisica come Le muse inquietanti e Ettore e Andromaca di Giorgio De Chirico, del "grande metafisico" la Guggenheim possiede comunque opere notevoli: La torre rossa (1913), La nostalgia del poeta (1914) e Il pomeriggio soave (1916), una delle tipiche nature morte con i biscotti. Diversamente, dalla collezione Mattioli provengono alcune opere di Carrà e di Morandi. In particolare, del primo troviamo Gentiluomo ubriaco (1916) e L'amante dell'ingegnere (1921). |
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Galleria Nazionale d'Arte Moderna (GNAM) / Roma - I
La GNAM, pur presentando un gruppo consistente di opere di De Chirico pervenute con la donazione della moglie, non possiede opere significative del periodo metafisico. L'acquisto di due opere della collezione Jucker alla fine degli anni '80 ha invece aggiunto il bellissimo Ovale delle apparizioni (1917) di Carrà e Natura morta (1918) di Morandi. |
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