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Musei consigliati per argomenti:
Arte del dopoguerra fino agli anni '70
Questa pagina ti propone i principali musei al mondo che documentano la produzione artistica internazionale del dopoguerra, dal 1945 fino all'inizio degli anni '70.
Una domanda potrebbe attraversarti la mente. Perché distinguere questo particolare ambito cronologico da tutto il resto?...
Rispondiamo che si tratta di una scelta un tantino arbitraria, frutto di esigenze di ordine pratico. Potrebbe risultare pesante, noioso, scartabellare in mezzo a lunghi elenchi di voci, per trovare quella che interessa.
Ma anche un'altra considerazione è doverosa.
Operare una distinzione tra quanto è avvenuto prima della seconda guerra mondiale e quanto è avvenuto dopo è una scelta che si giustifica anche sul piano teorico.
Sotto molti aspetti la seconda guerra mondiale ha funto da cesura tra due mondi sostanzialmente diversi. Ha avuto un enorme rilievo dal punto di vista storico, politico e sociale. E non solo. I suoi effetti si sono fatti sentire anche in campo culturale e artistico. Con il suo seguito di tragedie, la guerra ha moralmente umiliato i grandi propositi ideali delle avanguardie, insinuando il dubbio sulle capacità dell'uomo di progredire. Nello stesso tempo, impedendo gli scambi e ostacolando l'attività artistica, ha ostacolato, o addirittura interrotto, la ricerca e la circolazione delle idee. L'ascesa del nazismo ha poi annientato la cultura tedesca, allargando i suoi effetti alla Francia e ad altre nazioni occupate, e causando la più grande diaspora culturale della storia recente.
Lo scenario del dopoguerra propone situazioni molto differenti nei diversi Paesi.
In varie nazioni europee l'arte si è trovata a ripartire praticamente da zero. Mentre, sull'altro lato dell'Atlantico, il trasferimento in massa di molti importanti artisti europei ha avuto l'effetto di scatenare la crescita intellettuale e artistica della grande nazione. Gli artisti americani sono divenuti consapevoli delle proprie idee e contenuti, e hanno rapidamente acquistato fiducia nei propri mezzi espressivi. Il mondo dell'arte newyorkese cessa così di essere semplicemente una vetrina e un grande mercato per le manifestazioni artistiche europee, cominciando a funzionare anche come grande incubatore di idee e di tendenze.
Caratteristica del dopoguerra è anche la frattura che si produce nella cultura europea, conseguenza della divisione dell'Europa in due blocchi, e dell'inizio della "guerra fredda". Se nell'Europa Occidentale inizialmente si afferma un'arte di stampo astratto-informale, seguita da un'ondata Pop e razionale, all'Est domina il "realismo socialista", propagazione del programma artistico iniziato in URSS negli anni '30.
Ben più fragili le ragioni che ci hanno portato ad interrompere questa sezione alle soglie degli anni '70, trattando i musei che documentano l'arte più recente in una sezione a parte.
Ferma restando la necessità di segmentare il vasto capitolo dell'arte del dopoguerra, in questo caso particolare abbiamo ritenuto di accogliere la concezione, secondo cui è opportuno separare momenti dell'arte (anche recente) già ampiamente consolidati e finiti, da momenti ancora in divenire, o non ancora del tutto terminati. Un modo di vedere le cose sposato soprattutto dalle gallerie d'arte, dalla critica e dalle riviste specializzate che si occupano dell'attualità nella produzione artistica.
L'arte del dopoguerra nei musei internazionali
Nelle istituzioni museali internazionali l'arte del dopoguerra risulta rappresentata e organizzata in maniera alquanto disuguale.
Per gli americani costituisce motivo di grande vanto. E questo è logico, perchè sancisce l'uscita della cultura artistica nazionale dal suo periodo di gestazione e la sua affermazione a livello internazionale.
Pertanto, espressionismo astratto, Pop Art, minimalismo sono presenti in forza presso tutti i musei USA di una certa rilevanza. Questa leadership internazionale (o sudditanza) è confermata dalla presenza dei più noti artisti americani in quasi tutti i grandi musei europei.
Ben raramente, purtroppo, avviene l'opposto.
A fronte dell'onnipresenza dei grandi maestri europei del primo '900, sono pochi gli artisti europei del dopoguerra che sono riusciti a sfondare nei musei del Nord-America. Questi i loro nomi: Francis Bacon, Jean Dubuffet, sporadiche presenze di Antoni Tàpies, Karel Appel, Lucio Fontana, Yves Klein, Arman...
Unica vera eccezione è il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, che si è preoccupato di acquistare opere significative di tutti i principali autori del dopoguerra. Un giusto rilievo all'arte-USA, ma in un rapporto più equilibrato con la presenza dell'arte europea, è il grande pregio dei musei europei, dove molti musei tedeschi e svizzeri vanno ad affiancare i super-big parigini, londinesi e olandesi.
La presenza nelle collezioni di opere del dopoguerra non significa che queste opere siano facilmente visibili.
Spesso si trovano in compagnia di opere del primo '900, se non persino di grandi capolavori dell'arte antica. In questi casi le opere del dopoguerra, soprattutto quelle astratte ed informali europee, fanno la fine di Cenerentola, venendo sacrificate in nome dell'impressionismo e del primo '900, più "popolari" e "consumabili"...
Se esistesse una statistica che dicesse quanti, tra i musei che spaziano su un arco della storia dell'arte ampio e che contengono opere informali, espongono effettivamente queste ultime al pubblico, si rimarrebbe di stucco. A malapena il 10&perc;...
>Gli argomenti principali
Quali sono gli argomenti sviluppati in questa sezione?
L'interesse è tutto puntato sulle tendenze artistiche emerse in Europa e in America, mentre, viene tralasciata l'arte dell'Est europeo.
L'arco cronologico considerato è contraddistinto da due fasi principali.
La prima vede il predominio delle correnti astratte-informali. Ci riferiamo all'astrattismo post-cubista e naturalista, seguito dall'informale, nelle sue principali varianti nazionali: Francia, Italia, Germania e Spagna. Un argomento a parte è il capitolo "CoBrA".
Si passa poi all'arte americana, con l'espressionismo astratto, la Color Field e la Hard Edge. Completa il cerchio uno sguardo sull'arte inglese nel suo complesso.
La seconda fase è caratterizzata dall'irruzione sulla scena della Pop Art, affiancata in Europa dal Nouveau Réalisme. Vengono toccati i principali capitoli riguardanti il superamento dell'informale. Le ricerche in campo ottico-cinetico: Op Art, arte cinetica e programmata. La Neue Figuration in Germania.
Con Fluxus e con gli "Happenings" iniziano le tendenze azioniste-comportamentali, che proseguiranno con le "Performances", le "Aktionen" di Joseph Beuys e con il Wiener Aktionismus.
Sul versante americano chiudono il discorso il minimalismo e l'iperrealismo.
- Arte del dopoguerra fino agli anni '70 in generale
- Pittura astratta e informale europea
- Astrazione e informale in Francia
- Jean Dubuffet
- Jean Fautrier
- Astrazione e informale in Italia
- Alberto Burri
- Fontana e lo spazialismo
- Afro
- Astrazione e informale in Spagna
- Antoni Tàpies
- COBRA
- Karel Appel
- Pittura e scultura in Gran Bretagna
- Francis Bacon
- Henry Moore
- Arte americana
- Espressionismo astratto
- Jackson Pollock
- Mark Rothko
- Franz Kline
- Clyfford Still
- Willem de Kooning
- Scultura americana
- Alexander Calder
- David Smith
- Pop Art
- Andy Warhol
- Roy Lichtenstein
- Nouveau Réalisme
- Arte concreta, ottica, cinetica e programmata
- Neue Figuration
- Tendenze azioniste-comportamentali degli anni '60
- Fluxus
- Joseph Beuys
- Piero Manzoni
- Wiener Aktionismus
- Iperrealismo
- Minimalismo