Germania

Introduzione sulla Germania:
l'arte in Germania nel nuovo millennio

La Galerie der Gegenwart ad Amburgo (Hamburg)

La Galerie der Gegenwart ad Amburgo (Hamburg)

Come ha reagito il mondo dell'arte ai grandi mutamenti avvenuti con la caduta del muro?
Inizialmente ha prevalso un certo senso di superiorità da parte del mondo artistico occidentale nei confronti di quello orientale. Nei musei della ex-DDR le opere d'arte che si ispiravano al realismo socialista sono state gradualmente ritirate, lasciando il posto a quelle più in odore di internazionalità. I direttori di un tempo hanno spesso dovuto cedere il posto ai loro colleghi dell'Est non collusi col defunto regime, o ad invadenti esponenti dell'Ovest. Allo stesso modo nelle gallerie private gli autori "ufficiali" di un tempo sono stati rapidamente rimpiazzati o da quelli dell'Ovest, o dagli esponenti più in vista del fitto sottobosco di autori emarginati della ex-DDR. Alcune riviste dell'Est, tra cui la più gloriosa di tutte, Bildende Künste (oggi Neue bildende Künste), si sono rapidamente aggiornate e hanno intrapreso la difficile strada di scavare nel profondo della realtà artistica dei nuovi "Länder orientali" per cercarvi, da un lato, le tracce di una comunanza di esperienze con quanto è avvenuto a livello internazionale (leggere "occidentale") e, dall'altra, il profilarsi di orizzonti nuovi nella ricerca artistica.
L'impressione del "già visto" si spreca nei giudizi sull'arte giovane nei territori orientali. D'altra parte, una carica di intraprendenza e spregiudicatezza impronta il lavoro di molte gallerie dell'Est, spesso derivate da realtà autogestite del passato.

Il mondo artistico occidentale, dopo essersi incanalato sulla strada delineata dalla famosa mostra "Post-human", se si eccettuano singole individualità, non sembra capace di imporre indirizzi originali, come è avvenuto invece negli anni '70 e '80.
Ad un sistema dell'arte alle prese all'Est con un processo di riconversione fa da contraltare quello dell'Ovest, saturo e iper-maturo, alle prese con le conseguenze della crisi finanziaria della Germania.
La crisi internazionale del mercato dell'arte di inizio anni '90 non ha portato quel disorientamento che si sta invece manifestando oggi. Sotto la sferza dei tagli di fondi pubblici, molte istituzioni artistiche medio-piccole sono finite stese al tappeto. Quelle maggiori hanno ridimensionato i loro programmi. A farne le spese sono state soprattutto le aree che nell'arte hanno investito di più: la regione del Nordrhein-Westfalen e la città di Francoforte.
La stretta economico-finanziaria, dovuta alla gigantesca opera di ricostruzione della ex-DDR, ha depauperato anche le risorse destinate al collezionismo privato, creando problemi alle oltre 1500 gallerie private sparse su tutto il suolo tedesco. Particolarmente difficile la situazione a Colonia, quella che fino ad oggi è stata la culla del collezionismo e del mercato dell'arte in Germania.
La crisi stagnante ha convinto artisti e galleristi a cercarsi la nuova "Mecca". La hanno individuata nella nuova capitale, che dal canto suo ha fatto di tutto per attirare denaro, interessi, visitatori, spettacolo.

Berlino, appunto, costituisce uno degli argomenti più interessanti.
Cuore delle contraddizioni del dopoguerra, è divenuta fulcro di nuove speranze. Nel contesto occidentale la sua parte Ovest ha rappresentato un universo a sè. Isolata, poco attraente per il tedesco medio, terreno di conquista di immigrati e alternativi, per lungo tempo ha offerto l'ambiente ideale per uomini di cultura, intellettuali e artisti. Il "fiume di denaro che da Bonn scorreva verso Berlino" oggi si è trasformato in una rete di rigagnoli e torrentelli che affluiscono da varie parti.
Chiaramente non potrà mai più essere la stessa di un tempo. Bisognerà vedere se lo spessore della grande metropoli internazionale consentirà di farvi convivere l'anima amministrativa, economica e produttiva, con quella intellettuale e soprattutto creativa.

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