Germania: musei in Germania

Introduzione sui musei della Germania:
il "quid" che fà la differenza, i Kunstvereine

L'interno del Kunstverein di Amburgo intorno al 1900

L'interno del Kunstverein di Amburgo intorno al 1900

Di tutto il complesso delle istituzioni culturali tedesco i Kunstvereine costituiscono l'elemento più caratteristico.
"...Dove ci sono tre tedeschi, possono nascere almeno quattro associazioni..." Questo detto, piuttosto popolare, la dice lunga sull'attitudine dei tedeschi a consociarsi per perseguire un obiettivo comune.
Agli inizi dell'800, a cominciare dalle città più grandi, l'esigenza culturale di una borghesia emergente spinse appassionati d'arte, uomini di cultura e artisti a riunirsi in associazioni con lo scopo di discutere di arte e di promuovere iniziative specifiche. Sono i primi Kunstvereine, l'inizio di una gloriosa tradizione.
Da allora, sarebbero divenuti motori fondamentali dello sviluppo di un interesse nei confronti dell'arte del proprio tempo e germi di partenza nella costruzione di collezioni artistiche, da cui sarebbero derivati grandi musei. La nascita nella Germania del dopoguerra di tante strutture museali non ha esaurito la forza propulsiva di queste istituzioni. Tanto è vero che in larga misura proprio da essi è partita la ricostruzione del tessuto culturale.

Per "Kunstverein" si intende un'associazione privata senza scopo di lucro, che ha la funzione di promuovere iniziative nel campo dell'arte.
Si basa in sostanza sulla sua cerchia di associati, che annualmente versano una quota d'iscrizione, ma che intervengono anche con il contributo delle proprie idee e, in taluni casi, del proprio tempo.
Il numero dei soci varia a seconda dell'istituzione in questione. Si può andare dalle poche centinaia dei Kunstvereine dei centri minori, alle diverse migliaia di quelli più importanti: Amburgo, Bonn, Colonia, Düsseldorf, Francoforte, Hannover, Karlsruhe, Monaco, Stoccarda, ecc. Dell'ambito dei soci fanno parte anche l'amministrazione comunale e importanti sponsors privati, che intervengono in qualità di soci finanziatori: un fatto che potrebbe evocare il rischio di egemonizzazioni o di dannosi condizionamenti. Nella realtà il presupposto democratico su cui i Kunstvereine si fondano è così essenziale, che se venisse meno, l'esistenza stessa di tali istituzioni verrebbe messa in discussione.
Organismi fondamentali sono l'assemblea dei soci e il comitato direttivo. La prima decide il comitato direttivo, discute il programma proposto da quest'ultimo e approva il bilancio annuale. Il secondo è costituito dal direttore scientifico e dai suoi collaboratori, affiancati talora da un responsabile amministrativo.

Furgoncino dell'Artoteca del NBK di Berlino (Berlin)

Furgoncino dell'Artoteca del NBK di Berlino (Berlin)

Le attività svolte da un Kunstverein possono essere estramente varie. In ultima analisi dipendono dalle sue dimensioni, dal suo budget e dalle caratteristiche della sua sede.
Molti dispongono di una sede propria, mentre alcuni minori sono ospitati presso altre istituzioni (ad es. i musei d'arte locali) o presso uffici pubblici. Nei casi più tipici, la sede ospita gli uffici, l'archivio, una biblioteca e soprattutto gli spazi adibiti per mostre di arte contemporanea. Spazi ulteriori possono essere destinati ad attività di carattere didattico-pedagogico e ad altri servizi. Dove tali spazi non sono direttamente disponibili, vengono ricavati appoggiandosi ad altre organizzazioni od enti.
Un servizio piuttosto interessante è quello offerto dalle "Artothek" (artoteche). Si tratta di nuclei di opere d'arte di proprietà del Kunstverein a disposizione del pubblico per essere noleggiate dietro pagamento di un modesto canone annuale. Tali opere provengono da donazioni da parte di artisti e privati, o semplicemente da edizioni di multipli che i Kunstvereine realizzano annualmente per finanziare la loro attività. Per fare l'esempio del Neuer Berliner Kunstverein, le opere possono venire addirittura recapitate a casa dell'interessato. In pratica, questo prestito di opere può rappresentare un potente strumento di divulgazione dell'arte e di promozione del collezionismo: crea dimestichezza con l'idea del possesso di opere d'arte anche in coloro che per timore non hanno mai acquistato nulla.

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