Hamburger Kunsthalle, Amburgo (Hamburg)

Storia

Particolare con la cupola dell'edificio del 1919 della Hamburger Kunsthalle

Particolare con la cupola dell'edificio del 1919 della Hamburger Kunsthalle

La Hamburger Kunsthalle affonda le sue radici all'inizio dell'800. A differenza di altri grandi musei tedeschi, derivati da collezioni principesche e nobiliari, vanta una tradizione spiccatamente borghese, perfettamente in linea con lo spirito libero e intraprendente della storica città anseatica.
Tutto ebbe inizio nel lontano 1817, quando una ristretta cerchia di appassionati d'arte, impegnati contro l'occupazione francese, fondò il Kunstverein in Hamburg, primo esempio di Kunstverein in Germania. Essi si riunivano settimanalmente a studiare le rispettive collezioni e discutere di arte.
A partire dal 1826 cominciarono ad organizzare mostre temporanee. Più tardi, nel 1848, si dedicarono anche alla costituzione di una collezione permanente di opere d'arte. Nel 1850, con il contributo finanziario del Senato della città, la collezione andò a costituire il germe della Städtische Galerie, ospitata nell'edificio della Bouml;rsenarkade.
Grazie ad acquisti e soprattutto donazioni, la giovane istituzione andò arricchendosi ben aldilà delle previsioni, costringendo gli organizzatori a reperire fondi per la realizzazione di una sede più adeguata. Il Senato intervenne, mettendo a disposizione ulteriori fondi, nonché l'area sulla Alsterhöhe, ancora oggi occupata dal museo. Nel 1868 venne ufficialmente fondata la Hamburger Kunsthalle. Per l'edificio invece, la cui costruzione fu affidata agli architetti von der Hude e Schirrmacher, bisognò attendere il 30 Agosto 1869.
In una prima fase la gestione fu mantenuta dal Kunstverein. Ma a partire dal 1886 la Kunthalle ebbe una direzione autonoma. L'incarico venne affidato ad Alfred Lichtwark, figura fondamentale per Amburgo e per la moderna museologia in Germania.

Sotto la guida di Lichtwark avvennero molte delle acquisizioni più importanti nel campo dell'arte antica tedesca (gli altari di Meister Bertram e Meister Francke, il trittico di Lucas Cranach, ecc.), olandese, e barocca.
Altro contributo cruciale della sua gestione fu la valorizzazione dell'arte tedesca dell'800. Importanti opere di Caspar David Friedrich, Adolph von Menzel, Philipp Otto Runge, Arnold Böcklin, Wilhelm Leibl, fecero il loro ingresso in galleria, andando ad affiancare opere di autori francesi come Gustave Coubet e Renoir.
Tra gli autori preferiti da Lichtwark vi furono anche Max Liebermann, Lovis Corinth e Max Slevogt, di cui vennero riuniti svariati capolavori.
Due progetti in particolare assorbirono grandi energie da parte di Lichtwark. "Malerei in Hamburg" era il primo: cioé la creazione di una panoramica completa della pittura ad Amburgo e territorio circostante. "Bilder aus Hamburg", il secondo: una collezione di dipinti su Amburgo espressamente realizzati da autori contemporanei. Nel primo caso, giunsero opere di Wilhelm Tischbein, Philipp Otto Runge, C. Morgenstern, L. Gurlitt, V. Ruth, ecc. Nel secondo, invece, tele di Wilhelm Trübner, Fritz von Uhde, Max Slevogt, Max Liebermann, Lovis Corinth, Pierre Bonnard e Edouard Vuillard.
L'andamento delle attività, il ritmo degli acquisti e delle donazioni resero ancora una volta insufficiente lo spazio, costringendo i responsabili ad ampliare l'edificio. L'idea consistette nell'annettere un edificio di nuova costruzione a quello originale. Purtroppo per Lichtwark, andò in porto solo nel 1914, all'indomani della sua scomparsa.

Il successore Gustav Pauli si dedicò da subito al riordino del museo e delle collezioni. Il primo passo fu quello di rendere il percorso espositivo scientificamente rigoroso e chiaro. Il secondo, non meno importante, fu quello di dotare il museo di un catalogo della collezione e di una guida per il visitatore semplice e chiara.
La difficoltà dei tempi non lasciava grandi prospettive sul piano finanziario: siamo nel primo dopoguerra, e la Germania sconfitta si trovava in piena crisi. Come in altre città, privati cittadini si organizzarono, fondando l'associazione "Freunde der Kunsthalle", che andò ad affiancare finanziariamente il programma di Pauli.
Forte di questo appoggio, il direttore riuscì a proseguire anche sul fronte delle acquisizioni. Venne così potenziata la sezione di arte dell'800, ma furono acquistate anche le prime opere del '900. Purtroppo, in quest'ultima direzione quasi tutto il lavoro andò perduto a causa dell'avvento del nazismo. L'operazione "Entartete Kunst" (Arte degenerata), costò il licenziamento in tronco di Pauli ed il sequestro di ben 74 tele e ca 1.200 opere su carta.

Passata la guerra, la Kunsthalle riaprì i battenti nel 1946, sotto la direzione di Carl Georg Heise.
Un difficile compito attendeva il neo-direttore: guidare la ripresa del museo in un periodo di grandi difficoltà politiche e di estrema penuria di mezzi economici. A lui il merito di aver ricominciato la collezione di arte moderna, ma anche di aver saputo allestire mostre di altissimo livello e di grande significato storico e morale per la Germania. "Malerei der letzten 100 Jahre" nel (1949) si propose di ristabilire un collegamento tra il presente artistico ed il glorioso passato dell'arte tedesca ed europea, che il nazismo aveva cancellato. Altra mostra spettacolare fu l'antologica dedicata a uno dei padri dell'arte moderna, Henri Matisse (1951).

Nel 1955 la direzione passò a Alfred Hentzen, che si distinse immediatamente per la netta apertura verso l'arte contemporanea e per il taglio internazionale degli interessi. Sotto la sua gestione venne ulteriormente potenziata la collezione del '900, ma negli spazi austeri della Kunsthalle fece il suo debutto l'arte del dopoguerra. Un generale riordino delle sale consentì maggiore spazio per all'arte del '900.
Con il ritiro di Hentzen nel 1969, le redini della Kunsthalle vennero assunte da Werner Hoffmann. Hoffmann accentuò gli acquisti nel campo dell'arte contemporanea, spostando gradatamente verso di essa anche l'attività espositiva. Accanto a mostre più tradizionali, come le antologiche su Caspar David Friedrich (1974), Heinrich Füssli e Philipp Otto Runge, e la panoramica sulla pittura fiorentina del '600, cominciarono ad infittirsi le mostre dedicate a personalità dell'arte contemporanea.

Nel 1990 la direzione della Hamburger Kunsthalle venne assunta da Uwe M. Schneede.
Il neo-direttore proveniva dal Kunstverein, dove fra il 1974 e il 1984 aveva curato mostre memorabili, come "Spurensicherung" (1974), "Körpersprache - Body Language" (1975) e "Video Kunst in Deutschland 1963-82" (1982).
Il suo arrivo alla Kunsthalle ha rappresentato una chiara presa di posizione in favore dell'arte contemporanea, e alcune importanti novità non hanno fatto che confermare le ipotesi della vigilia. Per cominciare, è stata istituita una apposita lotteria, che ha consentito d'innalzare il fondo speciale per l'acquisto di opere d'arte contemporanea fino alla somma di 2 milioni di DM: un potere d'acquisto tra i più consistenti per la Germania, in questo campo. Grandi opere di autori di livello internazionale sono divenute alla portata della Hamburger Kunsthalle. Ma sono state acquisite anche opere acustiche e video d'artista.
Fu su queste basi è maturata la decisione di destinare all'arte contemporanea un nuovo edificio. Sulla medesima spianata della sede originaria è sorto un bellissimo edificio progettato da Oswald Mathias Ungers. Denominata Galerie der Gegenwart, dal Febbraio del 1997 vi ha trovato casa la sezione di arte del dopoguerra.

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