Italia
Introduzione sull'Italia:
grandi mostre in Italia
Visitatori in coda per vedere Pissarro al Palazzo dei Diamanti di Ferrara (1998)
Quando in Italia si parla di fallimento del potere pubblico nel campo dell'arte contemporanea, chi è chiamato in causa obietta che vengono continuamente investite risorse nell'organizzazione di manifestazioni a livello locale, volte alla presentazione di giovani artisti.
La cosa è in parte vera. Al Nord come al Sud ogni anno vengono allestite mostre, istituiti premi di ogni genere. Difficile valutare l'ammontare complessivo delle somme spese per iniziative che, spiace dirlo, nella massima parte dei casi risquotono ben poco successo e non acquisiscono alcuna risonanza.
Quello del finanziamento a pioggia di tanti piccoli eventi è purtroppo un dato abbastanza generale in Europa. Ma in Italia assume le proporzioni di un vero e proprio vizio.
Il vizio nasce da una pessima abitudine degli amministratori locali di gestire la cultura: quella per cui, invece di assegnare l'incarico della programmazione e della realizzazione delle mostre ad uno specialista accreditato che renda conto del suo operato ai responsabili amministrativi, siano i responsabili amministrativi stessi ad assumersene l'incarico direttamente, non badando tanto alla qualità delle proposte, quanto all'opportunità di elargire favori.
Accanto alle "mostricine" imperversano purtroppo le finte "grandi-mostre", dedicate ad autori molto noti del secondo '800 e primo '900. Mostre fatte per attirare il grande pubblico attraverso il richiamo del nome e la complicità dei mezzi d'informazione, ma in realtà scadenti sul piano della qualità. E non potrebbe essere altrimenti, in un paese dove già in partenza non esistono nuclei significativi di opere degli artisti interessati.
Padiglione italiano alla Biennale di Venezia
Nel campo dell'arte contemporanea, fortuna (o disgrazia) ha voluto che in Italia si tenesse uno dei grandi appuntamenti espositivi di livello internazionale: la Biennale di Venezia, Esposizione Internazionale d'Arte.
La Biennale è csempre al centro delle polemiche per le modalità di scelta del comitato scientifico, per il grado di disorganizzazione di tutto il suo apparato e per lo stato di abbandono degli spazi in cui ha luogo. Da alcuni anni è oggetto di dibattito nell'ottica di un sostanziale riordinamento.
La sua formula consiste in un padiglione centrale, sede di varie mostre tematiche, in vari padiglioni nazionali, gestiti da comitati scientifici delle rispettive nazioni, distribuiti sulla vasta area dei Giardini. A questi spazi si aggiungono altre sedi sparse per la città, occupate da mostre tematiche o nazionali. Questa è la formula che ha funzionato per più di un secolo, ed è quella con la quale la Biennale ha salutato nel 2001 l'entrata nel nuovo millennio.