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Tele di Giorgio Morandi al Museo Morandi di Bologna |
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Il Museo Morandi ospita la più vasta documentazione del lavoro di Giorgio Morandi.
Il consistente fondo di opere è stato riunito in più tempi. Comprende quadri, databili tra il 1910 e il 1964, acquerelli, disegni, acqueforti e due piccole sculture in terracotta raffiguranti la Madonna e San Giuseppe. In totale circa 270 opere. Una collezione che, con i dati dell'archivio e la biblioteca, consente di valutare il percorso artistico e tutti gli aspetti salienti della personalità dell'artista.
La nutrita serie di opere su tela è introdotta da un piccolo gruppo di opere giovanili. La sequenza delle famose nature morte con bottiglie è naturalmente straordinaria, e copre "quasi" tutte le epoche. Innumerevoli sono anche i paesaggi e le piccole tele di fiori.
Unico neo della collezione è l'insufficiente presenza di opere riferibili alla breve fase "metafisica" dell'artista. Un difetto tanto grave, quanto di difficile soluzione, vista la rarità delle opere metafisiche e la loro quasi totale collocazione presso altre istituzioni museali. Ad esso la direzione ha inteso porre rimedio stringendo rapporti di collaborazione con le istituzioni che ne sono in possesso, in modo tale da ottenerle in prestito temporaneo.
Tra i lavori di maggior pregio vanno segnalati i paesaggi del 1913 e del 1963, i fiori del 1924 e del 1949, la Natura morta del 1920, la Natura morta con bottiglie del 1951, la Natura morta con cinque oggetti del 1956. |
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Oltre alle opere di Giorgio Morandi, il museo conserva i suoi oggetti personali. Tra essi figura la sua collezione di arte antica, comprendente dipinti, disegni e incisioni di vari autori: Iacopo Bassano, Colantonio, Rembrandt, Ingres, Giuseppe Maria Crespi, Pietro Longhi e Manzù.
In una sala è stato ricostruito lo studio dell'artista, con i mobili e le suppellettili originali. Per capire il procedimento, inoltre, riveste un grandissimo interesse il complesso di oggetti, bottiglie, bicchieri e recipienti vari, che sono serviti all'artista per comporre le sue nature morte. |
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