Pinacoteca di Brera, Milano

Edificio

Il grande palazzo, sede della Pinacoteca di Brera di Milano

Il grande palazzo, sede della Pinacoteca di Brera di Milano

La Pinacoteca di Brera ha sede in un grandioso palazzo barocco, che contiene altre istituzioni culturali. Tra queste, l'Osservatorio di Brera, la Biblioteca Braidense, l'Orto Botanico, l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e la famosa Accademia di Belle Arti.
L'edificio richiederebbe un serio intervento di restauro.

Il palazzo di Brera si apre su un cortile circondato da un elegante porticato. Al centro di esso campeggia il monumento bronzeo di Napoleone Bonaparte, ideato da Antonio Canova.
Il museo si trova al secondo piano. Vi si accede salendo le monumentali rampe di scale che partono in fondo al cortile. All'ingresso si trovano il bookstore e il servizio informazioni. Sulla destra inizia un ampio corridoio, dove si incontra la biglietteria e la sequenza di opere della collezione Jesi.

Il palazzo di Brera sorge sul luogo di un antico convento dell'ordine degli Umiliati, una delle più potenti associazioni religiose del milanese.
L'edificio ha subito numerosi rimaneggiamenti.
Passato ai Gesuiti nel 1572, nel 1591 fu ridisegnato su progetto di Martino Bassi, cui si devono la definizione del portico e del loggiato.
A Francesco Maria Richini, si deve l'ampia scala a duplice rampa e la nobile struttura classicheggiante, realizzati a partire dal 1651. Alla morte di Richini (1658), i lavori furono portati a termine dal figlio Domenico, da Gerolamo Quadrio e Giorgio Rossone.
Abolito l'ordine dei Gesuiti nel 1773, il palazzo passò al governo.
L'imperatrice Maria Teresa d'Austria lo adibì a sede delle Scuole Palatine, vi collocò una biblioteca, e decise l'ampliamento dell'Orto Botanico. Nel 1776 vi venne installata l'Accademia di Belle Arti. Tra questa data e il 1784 Giuseppe Piermarini fu incaricato di apportare numerose modifiche al palazzo, tra cui l'apertura del nuovo portale su via Brera (1780) e la sopraelevazione dei cortili minori.

Con l'arrivo dei francesi, nel 1796, giunse la decisione di affiancare all'Accademia una pinacoteca, in cui concentrare le opere requisite. Da allora hanno inizio quei problemi di spazio che hanno costantemente travagliato la vita dell'istituzione.
Nel 1808 fu deciso l'abbattimento della facciata della chiesa di Santa Maria di Brera e la divisione in due piani della stessa, all'altezza delle navate. I lavori, affidati all'architetto Pietro Gilardoni, portarono alla creazione al piano superiore di quattro ampie sale, i cosiddetti "Saloni napoleonici". La parte sottostante venne adibita, invece, all'esposizione di gessi e statue.
Nel 1882 la Pinacoteca fu separata dall'Accademia.
Nel 1898 Corrado Ricci, allora direttore, decise di estendere lo spazio espositivo a tutto il secondo piano del Cortile d'Onore.
Durante la seconda guerra mondiale la Pinacoteca subì gravi danni a causa dei bombardamenti (1943). L'architetto Portaluppi venne incaricato della ricostruzione, che portò alla chiusura delle finestre e all'apertura di lucernari.
Nel dopoguerra sono stati effettuati diversi interventi di restauro nel vano tentativo di rendere più funzionale il palazzo. È stata creata la nuova sala di Raffaello (studio Gregotti- Citterio). È stata aperta la successione di piccole sale prima dei saloni napoleonici. Sono stati ristrutturati gli uffici amministrativi (architetto Silvana Garufi).
I problemi di Brera si presentano però tutt'altro che risolti e la Pinacoteca, la Biblioteca e l'Accademia soffocano per mancanza di spazio. Concorrono ad aggravare la situazione i depositi, che dal 1980 (caso inusuale, per non dire unico al mondo!...) sono sistemati, protetti da vetrate, in alcune sale del museo.

Il progetto di unificazione dell'Orto Botanico e di Palazzo Citterio avrebbe dovuto ovviare a gran parte degli inconvenienti, dando vita a un parco-museo aperto al pubblico. Palazzo Citterio, in particolare, acquistato dallo Stato nel 1972, e tuttora chiuso per "lavori", avrebbe dovuto ospitare biblioteca, uffici, attivitàì didattiche e sale espositive. Inoltre, avrebbe dovuto dare asilo a parti della collezione permanente.
La disponibilità di nuovi locali avrebbe permesso alla Pinacoteca di ottenere nuovi lasciti e donazioni.
L'Istituto Bancario San Paolo di Torino è giunto a offrire un contributo di 6 miliardi (ca 3 milioni di Euro di oggi) a sostegno dei lavori. È stato "scomodato" persino il famoso architetto James Sterling, progettista di edifici museali di fama mondiale, tra cui l'espansione della Staatsgalerie di Stoccarda. Poi è seguita un'infinità di problemi. Tante chiacchiere. Nel frattempo sono trascorsi oltre quindici anni senza che nulla sia stato fatto. Che ci sia "sotto" dell'altro?...

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