Mostre di arte moderna e contemporanea
Alda Merini Mimmo Rotella. Milano. Ultimo atto d'amore
18 dicembre 2010 - 15 febbraio 2011
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano
Tel. 02-804062
Orari: lun 14:30-19:30, mar-dom 9:30-19:30, gio e sab 9:30-22:30
In attesa che venga aperto il museo dedicato ad Alda Merini (1931-2009), che l'Assessore alla Cultura, Massimiliano Finazzer Flory, ha assicurato sarà inaugurato in Via Magolfa la prossima primavera, Palazzo Reale ha deciso di rendere omaggio a questa grande poetessa milanese, scomparsa lo scorso anno, con una mostra multimediale, che ci invita a conoscere il suo mondo attraverso le sue poesie, le sue parole, le immagini della sua vita, che non è stata facile, ma, in ogni caso, piena d'amore e sentimento. Anche se molti hanno approfittato di lei e della sua fama, la Merini, infatti, non si è mai tirata indietro vivendo ogni attimo con grande trasporto e passione senza curarsi del dolore e della sofferenza. Sapeva, infatti, che le "più belle poesie si scrivono sopra le pietre coi ginocchi piagati".
L'idea di dare vita a questa rassegna, che ricorda anche un altro importante artista italiano, Mimmo Rotella (1918-2006), che, al pari della Merini, ha amato molto Milano, risale al 2005, quando questi due personaggi hanno condiviso la realizzazione di un libro, Marilyn bellezza eterna, dedicato a una delle più affascinanti e seducenti attrici hollywoodiane, Marilyn Monroe, una delle grandi icone del'900. Ed è proprio con questo volume, che ha avuto un successo straordinario ed è praticamente introvabile, che si apre questa mostra, che si può considerare anche la somma di due personali. Dopo la prima sala, infatti, i percorsi di questi due personaggi si dividono.
Entriamo allora nel mondo della Merini, che ci incanta con la sua bellezza giovanile, con le sue parole, le sue riflessioni, le sue memorie. Nel suo caso, infatti, come scrive Matteo Maria Rondanelli, è molto difficile separare la vita da quello che dice, sente o scrive.
Ampio spazio viene lasciato alle immagini, che aiutano a conoscerla meglio. Grazie a esse, infatti, penetriamo nella sua casa, conosciamo i suoi amici, i suoi amori, l'ospedale dove ha passato lunghi anni, i bar e i locali lungo i Navigli che era solita frequentare.
Gran parte di queste foto sono state scattate da Giuliano Grittini, che è stato per molti anni vicino alla Merini contribuendo alla sua notorietà. Se le poesie hanno reso immortale la sua anima, questi scatti, infatti, hanno reso immortale la sua figura, il suo personaggio, la sua vita. Hanno dato un volto e un corpo ai suoi pensieri, alle sue inquietudini.
Il volto della Merini, "trasformato tecnologicamente" in quello di Marilyn, introduce alla seconda parte di questa mostra, che è dedicata a Mimmo Rotella, uno dei più originali artisti del '900, molto apprezzato anche all'estero. Ha fatto parte, infatti, del gruppo dei Nouveaux Réalistes, formatosi nel 1960 intorno alla figura del critico francese Pierre Restany, che aveva deciso di riunire sotto questo nome autori di diverso genere, uniti dallo stesso interesse, quello di conferire un nuovo valore agli oggetti e ai materiali di scarto della realtà quotidiana.
Rotella, affascinato dai cambiamenti del paesaggio urbano e della società, aveva scelto di lavorare coi manifesti pubblicitari e cinematografici, che strappava dai muri e incollava su tela prima di infierire su di essi con nuove lacerazioni dando vita a quelli che hanno preso il nome di "décollages".
Quella proposta da Palazzo Reale non è certo la grande retrospettiva che l'artista, scomparso nel 2006, avrebbe voluto tenere in questo luogo. Le sale espositive, infatti, sono troppo anguste e "sontuose" per far risaltare la potenza e incisività della sua opera, che ha bisogno di spazi aperti come quelli delle strade e delle piazze da cui arrivano i manifesti che sono la materia prima dei suoi lavori. Si possono vedere però dieci "décollages", che Rotella ha dedicato a Marilyn Monroe, che è sempre stata uno dei suoi soggetti preferiti, tra il 1964 e il 2004, e venti opere di grande formato su lamiera, che documentano il suo percorso artistico dagli anni '80 al 2000. Una sezione della mostra è dedicata inoltre ai Poemi Fonetici che Rotella ha composto a partire dal 1949. Già prima di collaborare con la Merini, l'artista aveva dimostrato, infatti, un profondo interesse per questo genere letterario tanto è vero che, negli Anni Cinquanta, quando era in America, aveva dato vita ad alcune forme di poesia epistaltica alle quali finora non si è dato il giusto risalto, ma che sono molto importanti perché in esse l'artista, partendo dalla lezione dei futuristi e dall'arte dei rumori di Russolo, anticipa quelle idee dello strappo e della sovrapposizione, che, trasposte su carta, lo renderanno famoso.
Volendo cercare, oltre a Marilyn, altri punti di contatto tra questi due artisti, li si può ritrovare in esperienze difficili, come il carcere e il manicomio, che hanno lasciato dentro di loro ferite profonde, che solo l'arte, col suo potere catartico e liberatorio, è riuscita a rendere sopportabili, o nella città di Milano, che è stata spesso al centro delle loro opere. La Merini, infatti, era profondamente impregnata dagli umori del Naviglio, anche se amava e odiava questo luogo da cui non riusciva a staccarsi, "abbacinata da una malia, da un malefizio". Rotella, invece, era affascinato dai manifesti affissi lungo i muri metropolitani, dai segni lasciati su di loro dallo scorrere del tempo e dall'azione dell'uomo.
A unirli è comunque sicuramente un'odio profondo per l'ipocrisia e il conformisno. Entrambi, infatti, coi loro mezzi, hanno cercato di squarciare il velo che nascondeva il lato oscuro delle persone e della società mettendo a nudo l'unica vera bellezza, che è quella interiore, quella del cuore. Una bellezza che li lega a Marilyn, un'icona, una figura di culto, usata e ferita, riscattata dal sentimento e dalla passionalità.
La mostra, che è curata da Giuseppe Zaccaria, Piero Mascitti e Renato Barilli, è accompagnata da un vasto programma di eventi, laboratori e visite guidate.
Dopo Milano si trasferirà in Calabria. Rotella, infatti, è originario di Catanzaro e l'atelier di moda della madre è stato trasformato in una Casa della Memoria, che, oltre alle opere dell'artista, ospita eventi e rassegne, volte alla promozione dell'arte contemporanea.