Mostre di arte moderna e contemporanea
O’Clock. Design del tempo, tempo del design
11 ottobre 2011 - 8 gennaio 2012
Triennale Design Museum
Viale Alemagna 6, Milano
Tel. 02-724341
Orari: 10:30-20:30, gio 10:30-23, lunedì chiuso. 6 gennaio 10:30-23
Il tempo è un elemento prezioso, che ci accompagna lungo tutto il corso della nostra vita, ma, a differenza di tante altre cose, non si può comprare e neppure calcolare attentamente. Infatti, anche se ci sono diversi sistemi di misurazione e convenzioni unanimemente accettate, la sua durata viene sempre esperita in modo diverso da ognuno di noi. Qualche volta accelera, altre volte sembra non passare mai, a seconda della situazione in cui ci troviamo e del nostro umore. Non per niente i Greci avevano due termini con cui definirlo: kronos e kairos. Il primo era il tempo logico, sequenziale, il secondo invece era legato alle emozioni, ai pensieri, ad avvenimenti speciali.
Molte discipline si sono occupate del tempo. Basti pensare alla filosofia (Eraclito, Bergson), all'arte (Monet, Dalí, De Chirico), al cinema (Warhol), alla letteratura (Proust). Il design non fa eccezione. Solo che finora l'ha sempre considerato dal punto di vista utilitaristico e funzionale, legato alla progettazione e produzione di oggetti, o come minaccia, paura di arrivare troppo tardi. Il tempo, infatti, è l'unico vero capitale della società contemporanea e quando è perso non si può fare più nulla.
Questa mostra, che è nata da un'intuizione di Jan Van Rossem, condivisa da Silvana Annichiarico, invita a riflettere sul tempo inteso in senso emozionale e, anche se alcuni "oggetti" hanno un indubbio valore funzionale, si muove in un campo che è molto più vicino a quello dell'arte che a quello del design in senso stretto. Un fatto che, in realtà, non rappresenta certo una sorpresa. Il "tempo", infatti, ha cambiato molte cose e oggi si assiste sempre più spesso alla commistione tra discipline diverse.
Il percorso espositivo, curato dalla designer Patricia Urquiola, prevede due ingressi distinti, per chi ha fretta e chi non ce l'ha, ed è diviso in tre parti, dedicate alla "misurazione del tempo", al "viaggio nel tempo, alla "rappresentazione del tempo". La suddivisione comunque non è tanto rigida tanto è vero che talvolta il "fast treck" (percorso veloce) mischia le carte dando vita a nuovi accostamenti.
Le opere, tra cui figurano installazioni, oggetti di design, opere d'arte e video, affrontano questo tema con un atteggiamento di volta in volta ironico, poetico, meditativo, critico, concettuale. Molti sono i riferimenti all'arte del dopoguerra e soprattutto all'arte cinetica e programmata, che per prima si è occupata di questo argomento. Il movimento, infatti, implica sempre una dimensione temporale. Uno dei "padri" di questa mostra è comunque sicuramente Bruno Munari, autore di orologi davvero particolari, come Ora X (1945) e Tempo Libero (1997), dove i numeri corrispondenti alle ore si muovono ogni volta che si sposta il polso.
Tra i protagonisti di "O'Clock" spiccano, a sorpresa, personaggi del calibro di Louise Bourgeois, John Cage e Damien Hirst, che ha realizzato due opere proprio per quest'occasione anche se non è la prima volta che usa i materiali delle Officine Panerai, un'importante società manifatturiera che realizza orologi di grande qualità e prestigio ed è sponsor di questa mostra.
Anche Patricia Urquiola ha creato qualcosa per quest'azienda, nata a Firenze nel 1860, un'installazione che sarà visibile in mostra fino al 23 ottobre. Nelle otto teche che compongono l'opera si trovano, infatti, alcuni orologi storici Panerai calati in contesti unici e preziosi, dei veri e propri micromondi dove il tempo sembra fissato una volta per sempre.
Proprio perché il tempo non è mai abbastanza e ogni uso che se ne fa implica delle scelte tra diverse opportunità, la mostra propone, come abbiamo accennato, due percorsi di visita. Uno veloce, di tipo fotografico, l'altro tradizionale, immersivo, a contatto con le opere e le loro spiegazioni, che spesso sono necessarie per capire il concetto che sta dietro questi lavori. Peccato che le didascalie non siano sempre così facili da leggere e costringano i visitatori a faticosi piegamenti...
Alla rassegna è abbinata la proiezione del film Life in a Day, prodotto da Ridley Scott e diretto dal regista Kevin Macdonald. Una pellicola molto particolare, realizzata con la partecipazione volontaria degli utenti di You Tube, che hanno filmato quello che è successo un po' qui, un po' là il 24 luglio 2010, un giorno qualunque, preso a caso. Anche la colonna sonora, firmata da Matthew Herbert, è stata creata nello stesso giorno con suoni e rumori che arrivano da tutte le parti del mondo.