Mostre di arte moderna e contemporanea

Elad Lassry

6 luglio - 16 settembre 2012

PAC - Padiglione d'arte Contemporanea
Via Palestro 14, Milano
Tel. 02-76009085
Orari: lun 14:30-19:30, mar-dom 9:30-19:30, gio 9:30-22:30. Ingresso libero

Nel suo tentativo di trasformare il PAC in una specie di kunsthalle, dove vengono proposti al pubblico artisti giovani e innovativi, il Comune di Milano ha deciso di ospitare al suo interno la prima grande personale italiana dell'artista israeliano Elad Lassry, che molti hanno avuto modo di vedere all'ultima Biennale di Venezia e ha già proposto le sue opere in sedi prestigiose, come il Whitney Museum di New York, la Kunsthalle di Zurigo, il Contemporary Art Museum di St. Louis.

La mostra, curata da Alessandro Rabottini, offre una panoramica quanto mai esaustiva del lavoro di questo artista, che ha preso le mosse da una riflessione sulla pervasività delle immagini nella società contemporanea per portare avanti un'analisi critica del "modo in cui vediamo" e guardiamo le cose. Le sue opere, infatti, che siano fotografie, sculture, installazioni o disegni, propongono oggetti banali e immagini riconoscibili, che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi o che potremmo vedere sulle riviste, nei libri illustrati, al cinema, in TV e nelle pubblicità, ma c'è sempre qualcosa che non torna e ci fa provare un senso di spaesamento.
Dopo l'intervento di Lassry, basato sulla contaminazione dei linguaggi, il ricorso alle nuove tecnologie, lo stravolgimento e la manipolazione delle immagini, nulla è più come prima, le persone non sono più così umane, gli animali hanno perso la loro naturalità, gli oggetti sembrano avere un significato più simbolico che funzionale. Tutto è così artefatto e "messo in scena" da diventare ambiguo ed enigmatico. Da provocare un disturbo, un senso di straniamento, che ti spinge a chiederti il perché di un'operazione di questo genere, a "rivedere" i significati di quello che hai sotto gli occhi, a modificare le tue abitudini interpretative.

A rafforzare questa sensazione di disagio sono la mancanza di parole delle sue realizzazioni filmiche, la perfezione formale delle sue immagini, che ce le fa sentire estranee, ambigue, sospese, seducenti e irritanti allo stesso tempo, la mancanza di qualsiasi gerarchia tra figura, oggetto e ambiente, che trasforma le sue fotografie in qualcosa di scultoreo e i suoi filmati, quasi privi di movimento, in qualcosa di piatto.
Qualcosa di diverso si riscontra nei "Cabinet", che spingono la relazione tra immagine e oggetti verso una maggior complessità. In questo caso, infatti, l'artista porta avanti una riflessione sul rapporto tra la fotografia, la sua assenza e la sua articolazione nello spazio indagando anche il rapporto che intercorre tra i concetti di vetrina e cornice.
Diverso è anche il discorso che riguarda Wall. Milan Blue, un'installazione realizzata appositamente per il PAC, che fonde scultura, architettura e, in un certo senso, anche fotografia, dato che la posizione scelta per le immagini di Anthony Perkins (che non fanno parte di questo lavoro) mischia un po' le carte. Lo scopo che sta dietro quest'opera, infatti è quello di far risaltare la dicotomia esistente tra serialità e unicità, bidimensionalità e tridimensionalità.

Come ha fatto notare Alessandro Rabottini, nel lavoro di Lassry, che ha una matrice concettuale perché porta avanti una riflessione sulle caratteristiche interne all'arte, convivono tante esperienze diverse, come la "sperimentazione modernista, il linguaggio pubblicitario, il cinema d'avanguardia, il Minimalismo, la Pop Art e le nuove tecniche di manipolazione delle immagini", che lui usa magistralmente intervenendo con disinvoltura su luci, colori, sfondi e inquadrature. Di nuovo c'è il suo tentativo di formalizzare tensioni che sono nell'aria. Il suo lavoro, infatti, negli anni si è esteso dal linguaggio fotografico ad altre tecniche anche se non è cambiato il concetto di fondo che è quello di cercare di capire cosa rappresentano oggi, in un mondo segnato dal passaggio dall'analogico al digitale, le immagini. E, soprattutto, cosa ne pensa il pubblico e come si comporta nei confronti di ciò che vede.

Alla mostra, che è a ingresso libero, sono abbinate attività didattiche per bambini e ragazzi, che avranno luogo il sabato alle 16:30, e visite guidate gratuite per tutti (gruppi esclusi), che si terranno la domemica alle 17:30.

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