Glossario: termini dell'arte moderna e contemporanea

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Scapigliatura

Movimento letterario, artistico e culturale tardo-romantico, sviluppatosi in Lombardia nella seconda metà dell'800.
La "Scapigliatura" nacque come reazione al passato e al grigiore della mentalità borghese, in nome del rinnovamento della cultura. L'intento, alquanto generico, nasceva dal senso di delusione avvertito da una cerchia di intellettuali democratici, per la svolta conservatrice in atto nel nascente stato italiano. Di fatto, l'elemento che accomunò i principali interpreti la ribellione nei confronti delle norme morali e delle convinzioni correnti. Ribellione che, sul piano sociale, si tradusse in comportamenti eccentrici o provocatori, in stili di vita sregolati e al gusto per il macabro.
La "Scapigliatura" nacque attorno al 1860. Fu Cletto Arrighi (pseudonimo di Carlo Righetti) a parlarne per la prima volta nel romanzo La scapigliatura e il 6 febbraio. La denominazione alludeva alla condotta disordinata e trasgressiva, tipica dei suoi interpreti. Tra i principali esponenti vi furono intellettuali, scrittori (Arrigo Boito, Emilio Praga, Igino-Ugo Tarchetti, Carlo Dossi), artisti (Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Luigi Conconi) e musicisti (Arrigo Boito, Alfredo Catalani).
Nel campo dell'arte la "Scapigliatura" si manifestò come movimento antiaccademico e anticonfromista. Gli interpreti più importanti furono Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni. La loro pittura era incentrata sul ritratto o su scene di vita quotidiana. Ma ad accomunarli era soprattutto la tecnica morbida e vaporosa, dai contorni sfumati, che trae spunto dalle atmosfere impalpabili della musica.

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