Storia dell'arte: arte moderna

Il Futurismo Italiano.
I futuristi e il "collage"

Gli artisti futuristi fecero largo uso della tecnica del "collage".
Si può dire che l'uso del "collage" contribuì in maniera considerevole alla definizione di uno stile futurista. Inoltre, segna il punto di contatto più forte fra Futurismo e Cubismo. Infatti, il suo utilizzo si accompagna all'introduzione della scomposizione dei piani, di influenza cubista.
Il "collage" consente di inserire nel quadro elementi extrapittorici e, soprattutto, diverse qualità di carta. Fra queste, i Futuristi fecero un uso massiccio della carta stampata, che serviva a più scopi:

  • diversificare gli effetti materici
  • inserire caratteri tipografici o intere scritte.

A sua volta, l'uso delle scritte poteva avere una duplice funzione:

  • un valore visivo, dovuto alla qualità formale intrinseca nel carattere
  • un valore contenutistico, che consiste nell'arricchimento di significati della composizione.

Nel dopoguerra Enrico Prampolini dilata in maniera straordinaria l'efficacia del "collage", sfruttandone tutte le proprietà. Se in precedenza i futuristi si erano limitati ad applicare frammenti di carta, Prampolini giunge a sperimentare un'ampia gamma di materiali: legno, cartone, plastica, elementi di vetro e ceramica, frammenti metallici, persino piume d'uccello.
In queste composizioni il materiale assume una propria autonomia espressiva, quasi indipendente dal soggetto del quadro. Alcuni collage, addirittura, sembrano anticipare gli "assemblaggi" del dopoguerra.
Emblematico di questa linea di ricerca è il titolo di una celebre opera di Prampolini del 1930: Intervista con la materia.

Gli artisti futuristi spesso non datavano le loro opere. La presenza di frammenti di giornale grazie alle indicazioni sugli articoli che vi compaiono, quindi, in molti casi aiutano a datare i dipinti.

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