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Newsletter del 28 marzo 2007
Newsletter del 28 marzo 2007
sommario
- Introduzione
- La mostra: "Arturo Martini", a Roma
- La notizia: i trent'anni del Centre Pompidou
- Il museo: il MNAM di Parigi
- La mostra: "De Chirico", a Padova
- L'artista: Giorgio de Chirico
- La notizia: Parata di mucche a Milano
- La fiera: "MiArt 2007", a Milano
- Un po' di concorsi...
- Net Art: Grafik Dynamo, di Kate Armstrong e Michael Tippett
- Notizie in breve
Un tempo parlavano di "progetto" soprattutto gli architetti e gli ingegneri. Oggi, invece, il termine lo adoperano un po' tutti. I politici che intendono fondare un nuovo partito. I responsabili dei servizi sociali, per descrivere cosa intendono fare per aiutare una persona con disagi psichici o sociali, a loro affidata.
Fin qui ci può stare. Però, poi, ci sono i presidenti delle società calcistiche che parlano continuamente di "progetto". Salvo poi non sapere spiegare, alla domanda dei giornalisti, in cosa consista il loro "progetto". E poi ci sono alcuni software che, in modo altisonante, chiamano "progetto" qualsiasi nuova cosa realizzata dall'utente attraverso di essi.
Per non abusare anche noi del termine "progetto", diremo che avevamo un'idea in testa. Quella di rendere Artdreamguide un sito più leggero e veloce da caricare.
Ci abbiamo lavorato intensamente per alcuni mesi. Così, alcune attività sono state ridotte. Ad esempio, la newsletter.
Se ne sono accorti parecchi utenti, che ci hanno chiesto spiegazioni in proposito. Ringraziandoli per il loro interesse, ci scusiamo per la momentanea interruzione.
Adesso che l'operazione è terminata, tutto il resto potrà riprendere con più regolarità.
Fin qui ci può stare. Però, poi, ci sono i presidenti delle società calcistiche che parlano continuamente di "progetto". Salvo poi non sapere spiegare, alla domanda dei giornalisti, in cosa consista il loro "progetto". E poi ci sono alcuni software che, in modo altisonante, chiamano "progetto" qualsiasi nuova cosa realizzata dall'utente attraverso di essi.
Per non abusare anche noi del termine "progetto", diremo che avevamo un'idea in testa. Quella di rendere Artdreamguide un sito più leggero e veloce da caricare.
Ci abbiamo lavorato intensamente per alcuni mesi. Così, alcune attività sono state ridotte. Ad esempio, la newsletter.
Se ne sono accorti parecchi utenti, che ci hanno chiesto spiegazioni in proposito. Ringraziandoli per il loro interesse, ci scusiamo per la momentanea interruzione.
Adesso che l'operazione è terminata, tutto il resto potrà riprendere con più regolarità.
Qualcuno afferma che il tempo è il più grande medico. A guardare le vicende di Arturo Martini sembra proprio di sì.
Martini, assieme a Marino Marini, è stato probabilmente lo scultore italiano più importante del primo '900. Negli anni '20 aderisce a "Valori Plastici", e si fa portavoce del "ritorno all'ordine", proprio del tempo. Figure umane e composizioni mitologiche sono alcuni dei temi più ricorrenti, che l'artista raffigura in bronzo, pietra e terracotta. La sua scultura si caratterizza per la compattezza dei volumi e la solidità delle forme. Ma a questa saldezza "novecentista" si accompagna anche un senso di vitalità, che deriva dalla statuaria etrusca e da Brancusi.
Nel dopoguerra, le commesse e gli importanti incarichi ottenuti durante il regime gli costarono accuse di asservimento al fascismo e l'emarginazione. Ma da allora tante cose sono successe. La figura di Arturo Martini è stata ampiamente rivalutata e le sue opere figurano in tutti i musei e le grandi mostre sull'arte italiana del '900.
Nella ricorrenza dei sessant'anni dalla sua scomparsa la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma gli ha dedicato un'ampia antologica con molti capolavori.
Su Artdreamguide puoi trovare la presentazione della mostra.
Martini, assieme a Marino Marini, è stato probabilmente lo scultore italiano più importante del primo '900. Negli anni '20 aderisce a "Valori Plastici", e si fa portavoce del "ritorno all'ordine", proprio del tempo. Figure umane e composizioni mitologiche sono alcuni dei temi più ricorrenti, che l'artista raffigura in bronzo, pietra e terracotta. La sua scultura si caratterizza per la compattezza dei volumi e la solidità delle forme. Ma a questa saldezza "novecentista" si accompagna anche un senso di vitalità, che deriva dalla statuaria etrusca e da Brancusi.
Nel dopoguerra, le commesse e gli importanti incarichi ottenuti durante il regime gli costarono accuse di asservimento al fascismo e l'emarginazione. Ma da allora tante cose sono successe. La figura di Arturo Martini è stata ampiamente rivalutata e le sue opere figurano in tutti i musei e le grandi mostre sull'arte italiana del '900.
Nella ricorrenza dei sessant'anni dalla sua scomparsa la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma gli ha dedicato un'ampia antologica con molti capolavori.
Su Artdreamguide puoi trovare la presentazione della mostra.
Chi ha la fortuna di arrampicarsi sulla Tour Eiffel, può godersi una vista magnifica su una delle città più belle al mondo.
Ai suoi piedi vede la grande distesa del Campo di Marte e dell'Hotel des Invalides. Più in là vede il nastro argenteo della Senna formare una curva verso Sud. A Ovest riconosce l'Arco di Trionfo, con sullo sfondo i grattacieli de La Defense. A Nord si intravvede la sagoma scura dell'Opera, sormontata alle spalle dalla collina di Montmartre, con la bianca mole della basilica del Sacro Cuore. A Est, in primo piano si dispiega il complesso del Louvre, seguito, più in là, da Notre Dame, con i due massicci campanili e le sue guglie. Ma proprio in questa direzione, l'occhio viene attirato da una massa squadrata imponente. Una massa che, a uno sguardo attento, è rivestita di tubi, rampe e passerelle. È il Centre Pompidou.
Sono trent'anni che il gigantesco pachiderma è meta di decine di migliaia di visitatori al giorno. E la ragione della sua attrattiva sta nelle innumerevoli istituzioni culturali che ospita: il Musée national d'Art moderne, il gabinetto di grafica, la videoteca, la collezione di architettura e design, il Centre de création industrielle.
La ricorrenza fornisce l'occasione per presentare al pubblico le ricche collezioni del centro, in gran parte non esposte per mancanza di spazio.
Su Artdreamguide puoi trovare le informazioni sul Centre Pompidou e le manifestazioni per il trentennale.
Ai suoi piedi vede la grande distesa del Campo di Marte e dell'Hotel des Invalides. Più in là vede il nastro argenteo della Senna formare una curva verso Sud. A Ovest riconosce l'Arco di Trionfo, con sullo sfondo i grattacieli de La Defense. A Nord si intravvede la sagoma scura dell'Opera, sormontata alle spalle dalla collina di Montmartre, con la bianca mole della basilica del Sacro Cuore. A Est, in primo piano si dispiega il complesso del Louvre, seguito, più in là, da Notre Dame, con i due massicci campanili e le sue guglie. Ma proprio in questa direzione, l'occhio viene attirato da una massa squadrata imponente. Una massa che, a uno sguardo attento, è rivestita di tubi, rampe e passerelle. È il Centre Pompidou.
Sono trent'anni che il gigantesco pachiderma è meta di decine di migliaia di visitatori al giorno. E la ragione della sua attrattiva sta nelle innumerevoli istituzioni culturali che ospita: il Musée national d'Art moderne, il gabinetto di grafica, la videoteca, la collezione di architettura e design, il Centre de création industrielle.
La ricorrenza fornisce l'occasione per presentare al pubblico le ricche collezioni del centro, in gran parte non esposte per mancanza di spazio.
Su Artdreamguide puoi trovare le informazioni sul Centre Pompidou e le manifestazioni per il trentennale.
Al pubblico piacciono le classifiche, le cosiddette "Hit Parade".
La classifica dei fiumi più lunghi. I grattacieli più alti. Le chiese più grandi. Gli aeroporti con maggior traffico. Gli uomini più sexy. E via dicendo.
Parlando di arte, una classifica carina potrebbe essere quella relativa ai musei d'arte moderna più belli.
Pochi si sorprenderebbero se dicessimo che per trovarne uno italiano occorre scorrere molte posizioni verso il basso. Naturalmente, tutti sono interessati a sapere chi è ai primi posti.
Il primo spetterebbe certamente al MoMA di New York. Saltiamo un attimo il secondo posto, e passiamo al terzo. Qui la gara è combattuta! Se la giocano la Tate Modern di Londra, il Guggenheim di New York e lo Stedelijk di Amsterdam.
Manca ancora un grande museo: il Musée national d'Art moderne (MNAM) di Parigi. È a lui che spetta, appunto, il secondo posto.
In questa speciale hit parade il MNAM presenta una caratteristica che lo differenzia da tutti gli altri. La collezione si è formata solo in parte grazie a donazioni di privati e acquisti. Molto deriva, infatti, dai lasciti ereditari di artisti famosi. Artisti che hanno fatto grande la scena parigina della prima metà del secolo: Matisse, Picasso, Braque, Léger, Brancusi, Chagall, Kandinsky e tanti altri.
Con l'andar degli anni si sono aggiunte testimonianze di tutte le correnti e le personalità nel campo delle arti visive fino ai nostri giorni.
Su Artdreamguide puoi trovare un profilo del MNAM di Parigi.
La classifica dei fiumi più lunghi. I grattacieli più alti. Le chiese più grandi. Gli aeroporti con maggior traffico. Gli uomini più sexy. E via dicendo.
Parlando di arte, una classifica carina potrebbe essere quella relativa ai musei d'arte moderna più belli.
Pochi si sorprenderebbero se dicessimo che per trovarne uno italiano occorre scorrere molte posizioni verso il basso. Naturalmente, tutti sono interessati a sapere chi è ai primi posti.
Il primo spetterebbe certamente al MoMA di New York. Saltiamo un attimo il secondo posto, e passiamo al terzo. Qui la gara è combattuta! Se la giocano la Tate Modern di Londra, il Guggenheim di New York e lo Stedelijk di Amsterdam.
Manca ancora un grande museo: il Musée national d'Art moderne (MNAM) di Parigi. È a lui che spetta, appunto, il secondo posto.
In questa speciale hit parade il MNAM presenta una caratteristica che lo differenzia da tutti gli altri. La collezione si è formata solo in parte grazie a donazioni di privati e acquisti. Molto deriva, infatti, dai lasciti ereditari di artisti famosi. Artisti che hanno fatto grande la scena parigina della prima metà del secolo: Matisse, Picasso, Braque, Léger, Brancusi, Chagall, Kandinsky e tanti altri.
Con l'andar degli anni si sono aggiunte testimonianze di tutte le correnti e le personalità nel campo delle arti visive fino ai nostri giorni.
Su Artdreamguide puoi trovare un profilo del MNAM di Parigi.
La vicenda artistica di Giorgio de Chirico appare come un singolare mix di comportamenti contraddittori.
Mentre, negli anni '10 del '900, i principali movimenti (Cubismo, Futurismo, Espressionismo) si battono per un nuovo concetto di "realtà", De Chirico si concentra a ricreare mondi irreali, fuori del tempo, carichi di nostalgia e mistero.
Nel momento in cui la sua personale invenzione (la pittura metafisica) comincia a riscuotere i maggiori consensi, cambia rotta. Punta su una pittura esatta, erede della tradizione classica.
In seguito, alla faccia della compostezza classico-rinascimentale precedente, si getta a capofitto nella voluttuosa pastosità cromatica di una pittura baroccheggiante.
Ma non basta! Più tardi, quando il pubblico ha dimenticato da tempo la Metafisica, riprende in mano i temi di quel periodo: le "Piazze d'Italia", i "Manichini", gli "Archeologi" e i "Trovatori". Inventa anche i "Bagni misteriosi".
Di fronte a scelte tanto contrastanti il pubblico internazionale ha reagito focalizzando il proprio interesse su una piccola parte della produzione di De Chirico: la "pittura metafisica".
Il "pictor optimus" non ne sarebbe tanto contento.
Sarebbe, invece, abbastanza soddisfatto della mostra che, in questi giorni, è aperta a Padova. Una mostra che documenta tutto il suo lavoro.
Su Artdreamguide puoi trovare i dettagli sulla mostra.
Mentre, negli anni '10 del '900, i principali movimenti (Cubismo, Futurismo, Espressionismo) si battono per un nuovo concetto di "realtà", De Chirico si concentra a ricreare mondi irreali, fuori del tempo, carichi di nostalgia e mistero.
Nel momento in cui la sua personale invenzione (la pittura metafisica) comincia a riscuotere i maggiori consensi, cambia rotta. Punta su una pittura esatta, erede della tradizione classica.
In seguito, alla faccia della compostezza classico-rinascimentale precedente, si getta a capofitto nella voluttuosa pastosità cromatica di una pittura baroccheggiante.
Ma non basta! Più tardi, quando il pubblico ha dimenticato da tempo la Metafisica, riprende in mano i temi di quel periodo: le "Piazze d'Italia", i "Manichini", gli "Archeologi" e i "Trovatori". Inventa anche i "Bagni misteriosi".
Di fronte a scelte tanto contrastanti il pubblico internazionale ha reagito focalizzando il proprio interesse su una piccola parte della produzione di De Chirico: la "pittura metafisica".
Il "pictor optimus" non ne sarebbe tanto contento.
Sarebbe, invece, abbastanza soddisfatto della mostra che, in questi giorni, è aperta a Padova. Una mostra che documenta tutto il suo lavoro.
Su Artdreamguide puoi trovare i dettagli sulla mostra.
Prima di diventare il grande nocchiero del MNAM di Parigi, Pontus Hulten negli anni '60 si occupò del Moderna Museet di Stoccolma.
Il suo compito era formare dal nulla una collezione di qualità. Come prima missione tentò di assicurarsi uno dei grandi capolavori ancora in mani private. Si trattava di Il cervello del bambino, un bellissimo quadro metafisico di Giorgio de Chirico. Singolare il fatto che il proprietario fosse André Breton.
Agli inizi, il padre del Surrealismo manifestò grande ammirazione nei confronti di De Chirico e dei suoi quadri metafisici. Per il loro carattere enigmatico, li considerava antesignani della poetica surrealista. Poi venne la svolta neoclassica di De Chirico. Breton e i surrealisti non la compresero. Parlarono di deplorevole involuzione e ruppero per sempre i rapporti con l'artista.
Nel corso degli anni, Breton vendette diversi quadri della sua collezione personale. Non, però, il capolavoro metafisico. Il fatto la dice lunga sul complesso atteggiamento degli intellettuali nei confronti di De Chirico. Atteggiamento che si è ripercosso sul suo mercato, fortemente sbilanciato in favore delle opere metafisiche.
A beneficio dei curiosi, la storia racconta che con diplomazia Hulten riuscì a strappare il quadro a Breton e a portarlo a Stoccolma.
Morale: anche le persone intelligenti possono rompere i rapporti con qualcuno che disapprovano, ma sanno riconoscergli sempre la classe superiore.
Su Artdreamguide puoi trovare un profilo di Giorgio de Chirico, con la vita, l'attività artistica, i musei e le opere.
Il suo compito era formare dal nulla una collezione di qualità. Come prima missione tentò di assicurarsi uno dei grandi capolavori ancora in mani private. Si trattava di Il cervello del bambino, un bellissimo quadro metafisico di Giorgio de Chirico. Singolare il fatto che il proprietario fosse André Breton.
Agli inizi, il padre del Surrealismo manifestò grande ammirazione nei confronti di De Chirico e dei suoi quadri metafisici. Per il loro carattere enigmatico, li considerava antesignani della poetica surrealista. Poi venne la svolta neoclassica di De Chirico. Breton e i surrealisti non la compresero. Parlarono di deplorevole involuzione e ruppero per sempre i rapporti con l'artista.
Nel corso degli anni, Breton vendette diversi quadri della sua collezione personale. Non, però, il capolavoro metafisico. Il fatto la dice lunga sul complesso atteggiamento degli intellettuali nei confronti di De Chirico. Atteggiamento che si è ripercosso sul suo mercato, fortemente sbilanciato in favore delle opere metafisiche.
A beneficio dei curiosi, la storia racconta che con diplomazia Hulten riuscì a strappare il quadro a Breton e a portarlo a Stoccolma.
Morale: anche le persone intelligenti possono rompere i rapporti con qualcuno che disapprovano, ma sanno riconoscergli sempre la classe superiore.
Su Artdreamguide puoi trovare un profilo di Giorgio de Chirico, con la vita, l'attività artistica, i musei e le opere.
Immaginiamo una mucca in vetroresina e a grandezza naturale, dipinta in modo fantasioso e originale. Che effetto farebbe trovarla all'angolo di una strada, in una piazza, o nella galleria di un centro commerciale?
Produce stupore. Fa ridere. Fa arrabbiare qualcuno a cui intralcia il passaggio. Di sicuro, però, non lascia indifferenti. Può anche far pensare. A suo modo, induce a riflettere sul significato della sua presenza.
Questo è proprio uno degli obiettivi dell'arte pubblica. Abbattere le barriere fisiche tra arte e gente della strada e stimolarla a riflettere. Un altro è, ovviamente, quello di decorare lo spazio urbano.
Molti obietteranno che una mucca finta dipinta non è come la statua di Marco Aurelio o una sfera di Arnaldo Pomodoro. Che lo si voglia o no, però, sotto il profilo dello stimolo può avere lo stesso effetto. Nel contempo, divertendo...
Tutto ciò non è un'astrusità. Succede per davvero. Si chiama CowParade.
È una manifestazione itinerante, ideata nel 1998 dall'artista svizzero Pascal Knapp e da Walter Knapp. Ha assunto rilevanza mondiale in seguito, con l'intervento dell'uomo d'affari Peter Hanig, che ne è divenuto l'organizzatore.
Gli artisti di una città sono invitati a trasformare i modelli di mucca ideati da Knapp. Dopodiché questi vengono collocati in giro per la città. Alla fine vengono venduti all'asta e il ricavato è devoluto a scopo benefico.
Dopo Firenze, a breve sarà la volta di Milano.
Su Artdreamguide puoi trovare informazioni su CowParade a Milano
Produce stupore. Fa ridere. Fa arrabbiare qualcuno a cui intralcia il passaggio. Di sicuro, però, non lascia indifferenti. Può anche far pensare. A suo modo, induce a riflettere sul significato della sua presenza.
Questo è proprio uno degli obiettivi dell'arte pubblica. Abbattere le barriere fisiche tra arte e gente della strada e stimolarla a riflettere. Un altro è, ovviamente, quello di decorare lo spazio urbano.
Molti obietteranno che una mucca finta dipinta non è come la statua di Marco Aurelio o una sfera di Arnaldo Pomodoro. Che lo si voglia o no, però, sotto il profilo dello stimolo può avere lo stesso effetto. Nel contempo, divertendo...
Tutto ciò non è un'astrusità. Succede per davvero. Si chiama CowParade.
È una manifestazione itinerante, ideata nel 1998 dall'artista svizzero Pascal Knapp e da Walter Knapp. Ha assunto rilevanza mondiale in seguito, con l'intervento dell'uomo d'affari Peter Hanig, che ne è divenuto l'organizzatore.
Gli artisti di una città sono invitati a trasformare i modelli di mucca ideati da Knapp. Dopodiché questi vengono collocati in giro per la città. Alla fine vengono venduti all'asta e il ricavato è devoluto a scopo benefico.
Dopo Firenze, a breve sarà la volta di Milano.
Su Artdreamguide puoi trovare informazioni su CowParade a Milano
"Where the Art is" (Dove sta l'arte)... Tale è il sottotitolo di MiART 2007, la grande fiera dell'arte moderna e contemporanea, che si terrà a Milano dal 30 marzo al 2 aprile.
Perché mai una fiera avrebbe bisogno di un sottotitolo simile? Dopotutto, una fiera d'arte è una grande kermesse di gallerie, ciascuna con il proprio stand, i propri artisti e i propri quadri. A Milano ce ne saranno 200 circa. Quindi, diverse migliaia di opere in mostra! E in vendita, s'intende...
Forse la risposta alla domanda iniziale sta in una peculiarità di questa fiera. Cioè, il vasto contorno di avvenimenti che si svolgono in parallelo. Avvenimenti concentrati nei grandi Padiglioni del Portello di Fieramilanocity.
Una sezione dedicata agli artisti emergenti. Una dedicata ai video d'artista. Due mostre tematiche sull'attualità artistica italiana. Un premio apposito dedicato all'arte giovane. Dibattiti e convegni che coinvolgono critici, galleristi, collezionisti e istituzioni.
Vere chicche sono, poi, due mostre particolari. La prima presenta una selezione della collezione permanente della famosa Fondation Beyeler. L'altra è una mostra in ricordo di Mercedes Garberi, per anni direttrice delle Civiche Raccolte d'Arte di Milano.
Insomma, un luogo dove non è di scena solo il mercato, ma tutto quanto ha a che fare con l'arte. Un luogo, quindi, "Where the Art is".
Puoi trovare tutte le informazioni su MiArt 2007 nella pagina di presentazione su Artdreamguide.
Perché mai una fiera avrebbe bisogno di un sottotitolo simile? Dopotutto, una fiera d'arte è una grande kermesse di gallerie, ciascuna con il proprio stand, i propri artisti e i propri quadri. A Milano ce ne saranno 200 circa. Quindi, diverse migliaia di opere in mostra! E in vendita, s'intende...
Forse la risposta alla domanda iniziale sta in una peculiarità di questa fiera. Cioè, il vasto contorno di avvenimenti che si svolgono in parallelo. Avvenimenti concentrati nei grandi Padiglioni del Portello di Fieramilanocity.
Una sezione dedicata agli artisti emergenti. Una dedicata ai video d'artista. Due mostre tematiche sull'attualità artistica italiana. Un premio apposito dedicato all'arte giovane. Dibattiti e convegni che coinvolgono critici, galleristi, collezionisti e istituzioni.
Vere chicche sono, poi, due mostre particolari. La prima presenta una selezione della collezione permanente della famosa Fondation Beyeler. L'altra è una mostra in ricordo di Mercedes Garberi, per anni direttrice delle Civiche Raccolte d'Arte di Milano.
Insomma, un luogo dove non è di scena solo il mercato, ma tutto quanto ha a che fare con l'arte. Un luogo, quindi, "Where the Art is".
Puoi trovare tutte le informazioni su MiArt 2007 nella pagina di presentazione su Artdreamguide.
Ogni anno si svolge una miriade di concorsi rivolti a giovani artisti e grafici. Nella sezione Premi e concorsi di Artdreamguide, oltre a corsi e conferenze, puoi trovare un elenco di concorsi relativi al campo dell'arte moderna e contemporanea, della Net Art, del design e della fotografia.
In questo numero della Newsletter ti segnaliamo 2 concorsi di genere diverso tra loro.
- Il primo è il "Premio Internazionale FotoGrafia-Baume & Mercier", aperto a tutti i fotografi professionisti. A organizzarlo sono Zoneattive e l'azienda svizzera Baume & Mercier. Termine per l'iscrizione è il 13 aprile 2007.
- Il secondo è il "Premio nazionale DARC MAXXI", per la storia e la critica dell'arte italiana contemporanea. È rivolto a laureati, diplomati e dottori di ricerca che si occupano di critica d'arte. Viene organizzato dalla DARC, in collaborazione col MAXXI. Il termine di iscrizione è fissato per il 1 ottobre 2007.
Su Artdreamguide puoi trovare le presentazioni dei due concorsi:
- "Premio Internazionale FotoGrafia-Baume & Mercier".
- "Premio nazionale DARC MAXXI".
In questo numero della Newsletter ti segnaliamo 2 concorsi di genere diverso tra loro.
- Il primo è il "Premio Internazionale FotoGrafia-Baume & Mercier", aperto a tutti i fotografi professionisti. A organizzarlo sono Zoneattive e l'azienda svizzera Baume & Mercier. Termine per l'iscrizione è il 13 aprile 2007.
- Il secondo è il "Premio nazionale DARC MAXXI", per la storia e la critica dell'arte italiana contemporanea. È rivolto a laureati, diplomati e dottori di ricerca che si occupano di critica d'arte. Viene organizzato dalla DARC, in collaborazione col MAXXI. Il termine di iscrizione è fissato per il 1 ottobre 2007.
Su Artdreamguide puoi trovare le presentazioni dei due concorsi:
- "Premio Internazionale FotoGrafia-Baume & Mercier".
- "Premio nazionale DARC MAXXI".
Ogni essere umano partecipa con la propria personale esperienza a ciò che viene definito coscienza collettiva.
Girando in internet si rimane intrappolati in siti e blog che ci scodellano tonnellate di immagini e piccoli frammenti di notizie. Cliccandoci sopra, si può leggere tutta la notizia, attorniata da un'altra girandola di link e di spot. Molti si chiedono, quindi, come in questo minestrone possa formarsi la "coscienza collettiva".
Un piccolo spunto di riflessione è offerto da un progetto di Net Art di Kate Armstrong e Michael Tippett, in rete su Turbulence.org dal 2005. Si intitola Grafik Dynamo.
Si presenta come una striscia di fumetto, con tre riquadri affiancati su uno sfondo retinato bianco e blu. Ognuno dei tre riquadri contiene un'immagine fotografica di dimensioni variabili, che cambia a diversi intervalli di tempo e in modo indipendente dagli altri riquadri. A ogni fotografia si sovrappone un'iscrizione e una nuvoletta bianca di testo, del tipo di quelle dei fumetti. Nel nostro caso contengono affermazioni, domande, esclamazioni, che cambiano senza un vero rapporto con la fotografia.
Immagini e testi vengono aggiornati con i cosiddetti "feed". I "feed" sono dispositivi che permettono di caricare nello spazio apposito di un sito web o un blog notizie aggiornate, provenienti da fornitori esterni al sito. È un "feed" che permette a un sito di cucina di ospitare notizie su attualità, quotazioni azionarie o il meteo.
Gli autori hanno selezionato immagini e testi da LiveJournal, una web-community con notizie, blog, forum ecc. Immagini e testi vengono caricati in Grafik Dynamo in maniera casuale. Si determina così un delicato equilibrio tra prestabilito e casuale che spinge l'utente a cercare nessi tra le immagini e i rispettivi testi, e tra i riquadri stessi.
Trovare nessi in alcuni casi è più facile, in altri meno. Funziona così anche sul web.
E allora chissà che la coscienza collettiva sul web non dipenda da una maggiore facilità per gli utenti di stabilire associazioni tra alcuni particolari contenuti piuttosto che altri?
Se hai qualche minuto di tranquillità visita Grafik Dynamo, di Kate Armstrong e Michael Tippett.
Girando in internet si rimane intrappolati in siti e blog che ci scodellano tonnellate di immagini e piccoli frammenti di notizie. Cliccandoci sopra, si può leggere tutta la notizia, attorniata da un'altra girandola di link e di spot. Molti si chiedono, quindi, come in questo minestrone possa formarsi la "coscienza collettiva".
Un piccolo spunto di riflessione è offerto da un progetto di Net Art di Kate Armstrong e Michael Tippett, in rete su Turbulence.org dal 2005. Si intitola Grafik Dynamo.
Si presenta come una striscia di fumetto, con tre riquadri affiancati su uno sfondo retinato bianco e blu. Ognuno dei tre riquadri contiene un'immagine fotografica di dimensioni variabili, che cambia a diversi intervalli di tempo e in modo indipendente dagli altri riquadri. A ogni fotografia si sovrappone un'iscrizione e una nuvoletta bianca di testo, del tipo di quelle dei fumetti. Nel nostro caso contengono affermazioni, domande, esclamazioni, che cambiano senza un vero rapporto con la fotografia.
Immagini e testi vengono aggiornati con i cosiddetti "feed". I "feed" sono dispositivi che permettono di caricare nello spazio apposito di un sito web o un blog notizie aggiornate, provenienti da fornitori esterni al sito. È un "feed" che permette a un sito di cucina di ospitare notizie su attualità, quotazioni azionarie o il meteo.
Gli autori hanno selezionato immagini e testi da LiveJournal, una web-community con notizie, blog, forum ecc. Immagini e testi vengono caricati in Grafik Dynamo in maniera casuale. Si determina così un delicato equilibrio tra prestabilito e casuale che spinge l'utente a cercare nessi tra le immagini e i rispettivi testi, e tra i riquadri stessi.
Trovare nessi in alcuni casi è più facile, in altri meno. Funziona così anche sul web.
E allora chissà che la coscienza collettiva sul web non dipenda da una maggiore facilità per gli utenti di stabilire associazioni tra alcuni particolari contenuti piuttosto che altri?
Se hai qualche minuto di tranquillità visita Grafik Dynamo, di Kate Armstrong e Michael Tippett.
- Il 21 gennaio scorso, a Tokyo, è stato inaugurato il National Art Center (NACT). Il progetto dell'edificio si deve all'architetto giapponese Kisho Kurokawa. Situato nella zona di Roppongi, dispone di 7 sale espositive di vaste dimensioni, biblioteca, auditorium, caffetteria, bookshop e ristorante. Il centro è destinato a ospitare mostre temporanee e servizi didattici. Direttore è Hideki Hayashida, che per l'apertura ha realizzato una mostra in collaborazione col Centre Pompidou: "Paris du monde entier. Artistes étrangers à Paris 1900-2005".
- Il 4/11/18 aprile sono gli ultimi giorni per partecipare all'opera d'arte pubblica Salviamo la luna di Jochen Gerz. I partecipanti all'iniziativa si impegnano a farsi fotografare e ad andare per un'ora, dopo il tramonto, per le vie di Cinisello Balsamo col proprio ritratto tra il 5 e il 27 maggio 2007. Per ogni informazione si può contattare il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, Via Frova 10, tel 02.6605661. All'iniziativa hanno finora aderito oltre 1800 persone.
- Il 21 febbraio scorso, è morto, a Parigi, il grande gallerista Heinz Berggruen. Dalle sue mani sono passati capolavori di Klee, Cézanne, Miró, Matisse, Picasso e Léger. Nato a Berlino nel 1914, nel 1936 si trasferì in America. Visse a lungo anche a Parigi, dove aprì la prima galleria. Negli ultimi anni ha diviso la sua famosa collezione personale tra diversi musei: il Metropolitan di New York, il MNAM di Parigi e la Nationalgalerie di Berlino.
- Il 4/11/18 aprile sono gli ultimi giorni per partecipare all'opera d'arte pubblica Salviamo la luna di Jochen Gerz. I partecipanti all'iniziativa si impegnano a farsi fotografare e ad andare per un'ora, dopo il tramonto, per le vie di Cinisello Balsamo col proprio ritratto tra il 5 e il 27 maggio 2007. Per ogni informazione si può contattare il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, Via Frova 10, tel 02.6605661. All'iniziativa hanno finora aderito oltre 1800 persone.
- Il 21 febbraio scorso, è morto, a Parigi, il grande gallerista Heinz Berggruen. Dalle sue mani sono passati capolavori di Klee, Cézanne, Miró, Matisse, Picasso e Léger. Nato a Berlino nel 1914, nel 1936 si trasferì in America. Visse a lungo anche a Parigi, dove aprì la prima galleria. Negli ultimi anni ha diviso la sua famosa collezione personale tra diversi musei: il Metropolitan di New York, il MNAM di Parigi e la Nationalgalerie di Berlino.
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