Mostre di arte moderna e contemporanea
Turner, Monet, Pollock. Dal Romanticismo all'Informale,
omaggio a Francesco Arcangeli
19 marzo - 23 luglio 2006
MAR - Museo d'Arte della Città di Ravenna
Loggetta Lombardesca, Ravenna
Via di Roma 13
Tel. 0544-482017
Orari: mar-dom 9-19, ven 9-21, lunedì chiuso
Dopo il successo della rassegna "Da Renoir a De Staël. Roberto Longhi e il moderno", il Museo d'Arte della Città di Ravenna torna a occuparsi di critica e di storia dell'arte moderna e contemporanea dedicando una mostra a un altro grande studioso del '900. Si tratta del bolognese Francesco Arcangeli (1915-1974), che, tra l'altro, si formò proprio alla scuola di Roberto Longhi.
Il sottotitolo, "Dal Romanticismo all'Informale", prende il nome dai due volumi che Einaudi pubblicò nel 1977 selezionando i migliori scritti di Arcangeli. Un uomo di grande cultura e molteplici interessi, che fu ispettore della Soprintendenza, direttore della Galleria d'Arte Moderna di Bologna (1958-1968) e docente universitario.
Il percorso espositivo segue un andamento cronologico e si sviluppa attorno a tre artisti - Turner, Monet, Pollock - che, secondo Arcangeli, rappresentano le figure chiave di quella che chiama la linea romantica dell'arte contemporanea. Una rivoluzione che Roberto Longhi faceva iniziare con Caravaggio.
Ai romantici inglesi, rappresentati da Turner, Constable, Reynolds e Gainsborough, fanno seguito due grandi artisti francesi, Corot e Courbet, che hanno sviluppato un nuovo modo di intendere e rappresentare la natura, ponendo le basi per la nascita e lo sviluppo dell'Impressionismo.
Si innesta qui il discorso su Cézanne, Renoir, Sisley e, soprattutto, Monet, di cui Arcangeli fu tra i primi ad apprezzare i lavori più tardi, quelli dove la realtà si sfalda per lasciar posto all'emozione.
In mezzo a nomi così altisonanti c'è posto anche per gli italiani, ben rappresentati da Fontanesi, Fattori, Lega e Segantini, un altro artista che deve la sua rivalutazione critica a Francesco Arcangeli.
Di grande interesse sono anche le sezioni dedicate al '900. Tra gli artisti di cui Arcangeli si è occupato nel corso della sua carriera figurano infatti Klee, Soutine, Permeke, Carrà, De Pisis e soprattutto Morandi, sul quale scrisse una straordinaria monografia.
Nei suoi scritti Arcangeli parlò molto anche di Informale. Questo movimento, che ha caratterizzato la scena artistica internazionale dal dopoguerra agli anni '50, rappresentava, infatti, per lui la continuazione di quel percorso romantico che aveva analizzato a fondo nelle sue ricerche.
Testimoniano questo importante momento creativo, che vede arte e vita strettamente connessi, le opere di Wols, Fautrier, Dubuffet, de Staël, De Kooning, Kline, Burri, Leoncillo, Morlotti, Mandelli, Moreni, Vacchi, Bendini, Romiti e, soprattutto, Pollock, al quale Arcangeli dedicò pagine memorabili.
La mostra è curata da Claudio Spadoni. Il catalogo, edito da Electa, contiene interventi di Marco Antonio Bazzocchi, Andrea Emiliani, Ezio Raimondi, Michela Scolaro, Claudio Spadoni, Bruno Toscano ed Elena Volpato, cui si deve la biografia di Arcangeli.
A questi scritti si aggiungono le testimonianze di Bianca Arcangeli e Mina Gregori, che rendono conto del rapporto di Francesco Arcangeli con Roberto Longhi e altri importanti personaggi del '900.