Mostre di arte moderna e contemporanea

Peggy Guggenheim e l'immaginario surreale

10 novembre 2007 - 16 marzo 2008

Spazio espositivo Arca
Ex Chiesa di San Marco
Piazza San Marco 1, Vercelli
Info. 0161-596333
Orari: lun-ven 14-19, sab-dom 10-20

Vercelli è una bella cittadina, ma dal punto di vista turistico e culturale è sicuramente poco valorizzata.
Per darle slancio e trasformarla nel secondo polo dell'arte contemporanea piemontese, la Regione e il Comune hanno stipulato un accordo triennale con la Fondazione Solomon Guggenheim, che, per il prestigio delle sue collezioni e l'esito di operazioni analoghe, rappresenta una garanzia di qualità e visibilità.
La rassegna inaugurale, allestita nella chiesa sconsacrata di San Marco, oggi ribattezzata "Arca", fa parte di un ciclo di grandi mostre che si propongono di vivacizzare la scena artistica locale e rendere omaggio a Peggy Guggenheim (1898-1979), che, come gallerista e mecenate, ha svolto un ruolo molto importante per lo sviluppo e la promozione delle arti del XX secolo.
Il compito di curarla è stato affidato a Luca Massimo Barbero, che da tempo collabora con la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.

La vita e la passione per l'arte di quest'eccentrica ereditiera americana, che ha scelto di portare le sue opere in Italia e metterle a disposizione di tutti, è il pretesto per raccontare la storia di uno dei movimenti più interessanti di inizio '900, il surrealismo, che è stato uno dei grandi amori di Peggy assieme all'arte astratta.
In uno degli aneddoti più noti riguardanti la sua persona si racconta infatti che, nel 1942, si presentò all'inaugurazione della sua galleria newyorchese, chiamata "Art of this Century", indossando due orecchini diversi, uno surrealista, realizzato da Yves Tanguy, l'altro astratto, ideato da Alexander Calder.

La mostra, allestita all'interno di una modernissima struttura espositiva, che l'architetto Ferdinando Fagnola ha progettato appositamente per gli interni della vecchia Chiesa di San Marco, ricorda la figura di Peggy Guggenheim e dei personaggi che ha frequentato a partire dai primi anni '20, epoca del suo trasferimento a Parigi. È in quel periodo infatti che, al seguito del marito, l'artista e poeta francese Laurence Vail, entra in contatto con gli ambienti culturali d'avanguardia della "Ville Lumière", che, in quegli anni, è davvero il centro del mondo. Le menti più brillanti e innovative dell'epoca, infatti, si trovano tutte qui e danno vita a "una bohéme intellettuale" creativa e fantasiosa, desiderosa di sperimentare nuove vie e soluzioni artistiche.

Il matrimonio con Vail dura poco, dal 1922 al 1928, ma in quegli anni Peggy stringe amicizie importanti, come quella con la scrittrice americana Djuna Barnes e gli artisti Constantin Brancusi e Marcel Duchamp, che dureranno per tutta la vita e avranno un ruolo fondamentale nello sviluppo dei suoi gusti e del suo senso estetico.
L'incontro con Duchamp rivelerà tutta la sua importanza quando Peggy non sapendo se occupare il suo tempo dando vita a una casa editrice o aprendo una galleria d'arte, si deciderà per la seconda. Marcel, che la conosce bene e sa quale rispetto e passione nutra per gli artisti, non si limita a consigliarla e farle vedere opere interessanti, le presenta anche gli autori. È così che Peggy conosce Jean Arp, Jean Cocteau e altri protagonisti di quello straordinario momento artistico che vede Parigi impegnata nella Grande Esposizione Universale del 1937, nota per la presentazione di Guernica di Picasso, e nell'Esposizione Internazionale del Surrealismo (1938).

La "Guggenheim Jeune" viene inaugurata a Londra nel 1938 con una mostra di Cocteau e, seguendo i gusti della sua proprietaria, propone opere d'arte astratta e surrealista.
Anche questa esperienza comunque non dura molto. Fare il gallerista è un'attività molto costosa e Peggy si rende conto che, potendo spendere, è meglio aprire un museo d'arte moderna. Herbert Read, che dovrebbe dirigerlo, stende una prima lista di nomi, che viene poi rivista da Marcel Duchamp e Nellie van Doesburg, vedova del pittore olandese.
La guerra mette la parola fine al suo progetto, ma Peggy Guggenheim non cessa di acquistare opere neppure quando i tedeschi si avvicinano a Parigi e, prima di rifugiarsi nel Sud della Francia, ospite degli Arp, riesce a comprare alcuni lavori di Man Ray, Dalí, Giacometti, Pevsner, Brancusi, Léger, Picabia, Braque e Mondrian.

Dopo aver esportato l'arte surrealista a Londra, nel 1941 Peggy la porta con sé anche in America e, affiancata da Max Ernst, che diventa suo marito, apre la sua casa e la sua galleria ai molti artisti in esilio a New York.
In quegli anni, l'astrattismo e il surrealismo non rappresentano certo una novità per l'America dato che nel 1936 Alfred Barr ha allestito al MoMA due mostre di grande impatto - "Cubismo e Arte Astratta" e "Arte Fantastica, Dada e Surrealismo" - che riassumono la storia di questi movimenti, ma l'inaugurazione di "Art of this Century", la galleria di Peggy, non passa certo inosservata e, unita alla forte presenza di artisti e intellettuali europei, fuggiti a causa delle persecuzioni e della guerra, serve a scuotere il mondo dell'arte locale, che, di lí a poco, avrebbe sfornato un gruppo autoctono di grande forza, la "Scuola di New York", l'ultimo grande amore di Peggy. È lei infatti una delle prime a promuovere l'opera di artisti come Robert Motherwell, William Baziotes, Mark Rothko, David Hare, Clyfford Still, e soprattutto Jackson Pollock, che mischiando surrealismo, astrazione e altri fattori, danno vita all'espressionismo astratto, il movimento che cambia il corso della storia dell'arte e traghetta oltre Oceano la sua capitale.

Le opere esposte, che arrivano dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York, testimoniano le diverse fasi del surrealismo, dai precursori (De Chirico, Chagall, Picasso) ai veri e propri protagonisti (Ernst, Dalí, Magritte, Tanguy, Miró, Giacometti, Man Ray, Carrington, Fini, Delvaux), e raccontano la storia di un movimento radicale che, come diceva Breton, mirava a cambiare la percezione del mondo esprimendo pensieri e sensazioni repressi dalla coscienza perbenista, come l'inconscio, l'assurdo, i sogni e la lussuria.
Peggy Guggenheim, generosa, impulsiva, passionale, rimase folgorata dal loro spirito anticonformista e dal loro immaginario fantastico e volle diventare una di loro. Non essendo un'artista decise di essere la loro mecenate, la loro sostenitrice, e, in alcuni casi, la loro amante.

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