Storia dell'arte: arte moderna
Espressionismo Astratto.
La corrente gestuale dell'Espressionismo astratto
L'Espressionismo Astratto comincia a manifestarsi attorno al 1947-48, con le nuove opere di Willem de Kooning e Jackson Pollock. Per la loro energia e la loro libertà diventano subito il punto di riferimento della nuova arte americana.
Lo scenario diventa più articolato dopo il 1949, quando Mark Rothko, Clyfford Still e Barnett Newman dipingono le prime tele a "campi di colore" di. In seno all'Espressionismo Astratto si viene, così, a determinare una demarcazione tra l'astrazione cromatica e contemplativa di questi ultimi e l'astrazione gestuale di de Kooning e di Pollock.
La corrente gestuale è la manifestazione più tipica dell'Espressionismo Astratto. Interpreta l'ansia dell'artista di esistere e di esprimere il lato più spontaneo e istintivo della sua personalità. Questa urgenza, condivisa peraltro anche da pittori di orientamento più contemplativo, come Mark Rothko e Clyfford Still, si traduce nell'azione del dipingere, intesa come immedesimazione dell'artista con il dipinto. L'artista, cioè, affronta il dipinto non sulla base di un progetto, ma facendone parte e lasciandosi trasportare dal formarsi del dipinto sulla tela. Il dipinto assume perciò i connotati di atto di volontà esistenziale: evento che, attraverso la liberazione di energie interiori e irrazionali, testimonia la volontà dell'artista di esistere. Il dipinto viene concepito come campo di lotta per l'esistenza, all'interno del quale l'artista si esprime mediante il proprio istinto e la propria energia motoria.
Un simile approccio nei confronti della pittura non contraddice il principio di coerenza e armonia compositiva dell'opera. Identifica, invece, il procedimento tecnico adottato, che mette in risalto la componente motoria e ritmica del dipingere. L'artista prende possesso della tela con una sequenza di gesti: pennellate energiche, spazzolate di colore, in alcuni casi vere e proprie sciabolate. Spreme il colore dal tubetto direttamente sulla tela. In alcuni casi, giunge a farlo sgocciolare o lo spruzza sulla tela, compiendo movimenti ondulati e ritmici.
La battaglia ingaggiata dall'artista lascia sul campo prodotti quanto mai vari: tracciati di linee di vario spessore, composizioni di segni monumentali, grovigli e matasse.
La migliore interpretazione del concetto di pittura gestuale è offerto da de Kooning, Pollock e Kline.
Nelle tele e nei disegni del ciclo Women (1950-53) Willem de Kooning a colpi di pennellate vigorose trasfigura le figure di donna, trasformandole in creature mostruose piene di vitalità. Le loro immagini aspre e monumentali sono il riflesso del trasporto e dell'energia motoria dell'artista, impossibilitato ad arrestare il suo lavoro di rielaborazione.
Nei quadri con sgocciolature Jackson Pollock si immerge nel dipinto, metaforicamente e fisicamente, muovendosi ritmicamente su di esso e facendovi sgocciolare il colore dal pennello, o spruzzandovelo con energia. Il groviglio di linee e sgocciolature testimonia in maniera emblematica il suo abbandono alle forze più istintive e irrazionali.
Dalla fine degli anni '40 imponenti segni neri campeggiano sulle monumentali tele di Franz Kline. Con la loro evidenza sono l'espressione più emblematica della potenza del gesto, che assume proporzioni totemiche.
In rapporto a de Kooning, Pollock e Kline, nel 1952 il critico Harold Rosenberg parla di "Action painting" (pittura d'azione). Con ciò si riferiva all'attitudine dell'artista a trasformare la tela in una sorta di "arena", in cui l'uomo ingaggia una lotta epica con i materiali. Tela come spazio fisico dell'agire. La critica, peraltro, ha spesso usato il termine in senso più ampio, estendolo all'Espressionismo Astratto nel suo complesso.
La corrente gestuale dell'Espressionismo Astratto presenta vari aspetti in comune con la corrente gestuale dell'Informale europeo. Entrambe hanno ricevuto un certo impulso dal Surrealismo, da cui hanno derivato il principio dell'automatismo psichico. Hanno, inoltre, tratto spunto dalla psicanalisi di Jung. In particolare, dalla teoria dell'inconscio collettivo e dalla possibilità per l'artista di far emergere le componenti più universali della natura umana, attraverso la propria energia motoria.
Caratteristico degli artisti americani è l'interesse per i muralisti messicani e per i miti degli indigeni d'America. Le danze rituali e i dipinti con la sabbia degli indiani Navaho, ad esempio, hanno ispirato la gestualità ritmica di Pollock.
I principali esponenti della corrente gestuale sono stati Willem de Kooning, Jackson Pollock, Franz Kline, Robert Motherwell e Hans Hofmann. Altri esponenti di un certo rilievo sono Jack Tworkov, Lee Krasner e James Brooks.
Verso la metà degli anni '50 si sono aggiunti anche Joan Mitchell, Philip Guston, Sam Francis e Larry Rivers.