Museum Kunst Palast Ehrenhof, Düsseldorf
Collezioni
Franz Marc
Die Füchse (Caprioli), 1913
Museum Kunst Palast, Düsseldorf
Il Museum Kunst Palast Ehrenhof di Düsseldorf non è un museo globale nel senso di alcuni grandi musei europei e nord-americani. Si occupa però di vari aspetti delle arti figurative.
La collezione è alquanto vasta. Comprende pittura antica, vetri, pittura dell'800, arte moderna, e una ampia raccolta di arte contemporanea.
La sezione di arte antica presenta, mescolati assieme, dipinti, sculture, mobili, suppellettili, tessuti dal medioevo al '700.
Abbastanza consistenti sono le sezioni di scultura medievale e di pittura tedesca del '400 e '500, di arte barocca italiana e fiamminga (Rubens e van Dyck), della pittura "di genere" olandese, affiancate da qualche buon esempio del '700 francese.
In un gabinetto apposito è inoltre conservata la collezione di grafica, comprendente circa 80.000 tra disegni, acquarelli e stampe, di artisti olandesi, francesi, tedeschi, e soprattutto italiani, dal '500 ai giorni nostri.
La sezione dedicata ai vetri del Museum Kunst Palast è famosa.
Spazia dall'antichità ai giorni nostri, toccando anche il barocco e l'Islam. Ma è famosa soprattutto per i vetri del periodo dallo Jugendstil agli anni '50, provenienti dalla collezione dell'architetto Helmut Hentrich. Ne fanno parte esemplari importantissimi di Gall´, Daum, Legras, Lalìque, Tiffany, Lötz, Köpping, ecc.
Uno spazio apposito è riservato poi alla trattazione e documentazione di vari aspetti tecnici relativi l'arte vetraria (modellatura, colorazione).
La sezione di pittura dell'800 è ampia.
Il nucleo originario risale agli acquisti compiuti dal Düsseldorfer Museumsverein, l'associazione degli amici della galleria, allora ospitata presso la Kunstakademie.
Si tratta di un excursus completo, corredato di note esplificative, dell'attività ottocentesca della Kunstakademie, culminata nella cosiddetta "Düsseldorfer Malerschule". Tutti i principali protagonisti sono estesamente documentati: Wilhelm von Schadow, Carl Friedrich Lessing, August Hildebrand, Andreas Achenbach, Johann Wilhelm Schirmer, Johann P. Hasenclever. In successione vengono presentati anche tutti i grandi dell'800 tedesco: Caspar David Friedrich, Carl Blechen, Moritz von Schwindt, i nazareni, Hans von Marées, Arnold Böcklin, Anselm Feuerbach, Wilhelm Leibl, Karl Schuch, Wilhelm Trübner, Max Liebermann, Lovis Corinth e Hans von Stuck.
Ben più magra è la sezione dedicata al primo '900, notevolmente rimaneggiata dalle epurazioni del periodo nazista.
Ne fanno parte in ogni caso qualche opera del primo espressionismo, del "Blauer Reiter" (Wassily Kandinsky, Franz Marc, August Macke), opere importanti di Max Beckmann e Lyonel Feininger, e alcune della "Neue Sachlichkeit" (Heinrich-Maria Davringhausen, Christian Schad). Praticamente assente l'arte straniera.
La lacunosità dell'arte moderna nel Museum Kunst Palast può lasciare perplessi, ma ha una sua valida giustificazione. Invece di incanalare le limitate risorse economiche a disposizione verso la ricostruzione delle collezioni del '900 perdute, si è preferito concentrarsi sull'arte dagli anni '60 in avanti. I risultati sono stati brillanti.
Vi sono ben rappresentate pressocché tutte le principali tendenze dell'arte tedesca del dopoguerra: l'informale, "Zero", Op Art, la pittura analitico-razionale, la "Farbfeldmalerei", "Fluxus", la cosiddetta "Neue Figuration". Un accento particolare è stato posto naturalmente sugli sviluppi maturati nell'ambito della Kunstakademie, risorta a nuovo splendore: Otto Pankok, Ewald Matar´, Bruno Goller, K.O. Götz, Gerhard Hoehme, Norbert Kricke, Erwin Heerich, Joseph Beuys, Günter Uecker, Rupprecht Geiger, Klaus Rinke, Gerhard Richter, Nam June Paik, Gotthard Graubner, Konrad Klapheck, Sigmar Polke, Palermo, Imi Knoebel, Reiner Ruthenbeck.
Il discorso non si è limitato però alla sola arte tedesca. La panoramica sulle correnti artistiche internazionali del dopoguerra si presenta infatti ben articolata. Vi figurano il "Nouveau R´alisme", Lucio Fontana, Piero Manzoni, Yves Klein, l'arte ottico-cinetica, il minimalismo (Richard Serra, Donald Judd, Dan Flavin), Joseph Kosuth ed il concettuale, Land Art, il Wiener Aktionismus, la Body Art, andando su su fino ad arrivare alla transavanguardia italiana (Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, Francesco Clemente). Estremamente significativa la documentazione relativa agli artisti tedeschi che hanno impiegato il mezzo fotografico ed il video: Bernd+Hilla Becher, Bernhard Johannes Blume, Jürgen Klauke, Katharina Sieverding, Astrid Klein, Nam June Paik, Rebecca Horn, Rudolph Bonvie, Gerd Belz, Klaus vom Bruch, Ulrike Rosenbach e Marcel Odenbach.
La collezione di arte dagli anni '70 a oggi del Museum Kunst Palast Ehrenhof è enorme. Questo grazie ad acquisti, donazioni e prestiti a lungo termine.