Italia: città d'Italia
Introduzione sulle città d'Italia:
dalla deriva totale ad una possibilità di salvezza: Milano.
Le macerie del Padiglione d'Arte Contemporanea (PAC) di Milano,
distrutto dalla bomba del Luglio 1993 e subito ricostruito
Il caso più paradossale della realtà italiana è rappresentato da Milano.
La capitale economica e finanziaria è stata spesso definita anche capitale "morale". Con questo si vorrebbe indicarne il ruolo di guida dal punto di vista delle innovazioni, dei cambiamenti e degli indirizzi socio-culturali. Con la sua straordinaria ricchezza questa città ha in effetti la possibilità di fare tutto.
Guardando allo specifico dell'arte, non bisogna dimenticare quanto Milano sia stata importante per l'arte del '900. Ricordiamo il futurismo, Mario Sironi, Lucio Fontana e lo spazialismo, il Nouveau Réalisme, l'arte cinetica e programmata. Questo ruolo è sottolineato dalla presenza di molte delle gallerie private più illustri e dei più noti collezionisti di opere d'arte italiani.
Milano, relativamente alle istituzioni pubbliche (musei, centri espositivi, mostre), versa tutt'oggi in una condizione penosa.
La situazione è perfettamente esemplificata da questo esempio. Il cosiddetto "Civico Museo d'Arte Contemporanea (CIMAC)" è rimasto per un decennio circa relegato in salette anguste, e mal illuminate all'interno di Palazzo Reale. Per eliminare lo sconcio e restaurare il palazzo, il museo è stato chiuso. Sono trascorsi oltre 10 anni e si continua a parlare della riapertura, ma senza nulla di certo...
Le potenzialità di Milano non possono dirsi espresse nel tono dimesso delle sue collezioni pubbliche o nell'andamento scalcagnato dei programmi espositivi, portati avanti nei miseri spazi espositivi pubblici. In sostanza, pare proprio che agli amministratori pubblici milanesi l'arte moderna non sia mai interessata. Una constatazione che appare del tutto assurda, vista nel contesto di una metropoli considerata una delle città simbolo a livello mondiale in tutte le attività economiche ad elevato tasso creativo (design, moda, pubblicità, produzione televisiva).
Alcuni progetti annunciati ca 5 anni fa lasciavano sperare in un mutamento di indirizzo da parte dell'amministrazione comunale. Purtroppo la loro realizzazione si sta facendo attendere.
Ma del resto, di progetti culturali annunciati (e mai realizzati) la storia di Milano ne è costellata.
Meglio, quindi, essere prudenti. Meglio stare a vedere, prima di dar credito a ciò che viene descritto sulla carta, e che poi non trova ancora riscontro nella realtà. Insomma, meglio guardare alle cose che già funzionano nell'oggi.
Il potenziale finora inespresso di Milano è riscattato splendidamente dall'iniziativa privata. Alcuni esempi:
- il proliferare inesausto delle gallerie private
- la presenza delle maggiori case d'asta
- la presenza delle riviste specializzate italiane più note (Flash Art, Tema Celeste, Arte)
- l'attività di innumerevoli scuole d'arte
- la creazione di centri espositivi e piccole associazioni no-profit
- la concentrazione di attività e servizi riferiti alla circolazione dell'arte.
Per tutto questo mondo la carenza di strutture culturali pubbliche rappresenta evidentemente un grave handicap. Per risolvere il problema sono state imbastite discussioni a non finire, approdate a ben poco, tranne che in tempi recenti.
È di questi anni l'apparizione di svariate fondazioni, che in buona parte stanno cominciando ad assolvere alle carenze strutturali locali. Nascono dall'iniziativa individuale (artisti, collezionisti, esponenti della moda), ma soprattutto dall'intervento di istituti di credito e assicurativi. Tanto per rimanere in tema, si occupano in prevalenza di arte moderna e contemporanea.