Willem de Kooning
Attività artistica di Willem de Kooning.
Le celebri "Women" del 1950-53
L'energia e il vigore primordiale delle grandi opere del 1949-50 raggiunge l'apice con la famosa serie di "Women" (donne), realizzate da Willem de Kooning tra il 1950 e il 1953.
Il ciclo consiste in sei grandi tele numerate, alcune tele aggiuntive non numerate, e un folto gruppo di disegni preparatori. Le sei tele numerate e alcuni disegni preparatori vennero esposti nel marzo 1953, alla prima mostra di de Kooning presso la Sidney Janis Gallery di New York. In quell'occasione il Museum of Modern Art acquistò Woman I, il primo dipinto della serie.
Le grandi tele che rappresentano monumentali figure di donna viste frontalmente, di dimensioni un po' superiori al naturale. Le loro fattezze emergono su sfondi tromentati, tracciate da poderose pennellate, che in vari punti ne devastano i contorni. Rimangono ben riconoscibili solo i lineamenti del volto, i grandi occhi dilatati, i denti digrignanti e gli enormi seni rigonfi. Anche qui entra in gioco il lavoro di cancellatura già visto negli anni precedenti. Ma a differenza della fase precedente, l'autore agisce in maniera più istintiva e svincolata dal soggetto, libero di costruire, sconvolgere e rifare.
Una famosa sequenza fotografica, scattata da Rudolph Burkhardt, mostra 6 stadi diversi nell'esecuzione di Woman I. Da essa si comprende la successione tormentata di cambiamenti, pentimenti, sovrapposizioni e cancellature, che ha richiesto all'artista due anni di lavoro dal 1950 al 1952. L'immagine centrale funge da centro organizzativo di un intenso processo di trasformazione, dettato dall'energia e dall'istinto dell'artista. L'opera finale non rappresenta tanto il prodotto finito, quanto l'attimo di arresto di un evento potenzialmente senza fine.
De Kooning ha trattato il tema della "donna" più volte negli anni '40. Ma queste "Women" non hanno nulla del senso di incertezza e di stupore che caratterizza le versioni precedenti. I grandi occhi, la bocca, gli enormi seni e le gambe sottili le fanno assomigliare a creature mostruose, grottesche e diaboliche ad un tempo. Con le loro espressioni distorte, sembrano godere per l'agitazione e lo sforzo che permette loro di emergere dal magma dell'informe.
Sono molte le fonti d'ispirazione che avrebbero contribuito alla genesi di queste opere.
Innanzitutto, le immagini di figure primitive, come la Venere di Willendorf, viste sui libri. Quindi, le antiche sculture sumere, viste nei musei. Figure dai grandi occhi dilatati, che a de Kooning evocavano un'idea di smarrimento di fronte alle grandi forze della natura. Quella stessa forza che, attraverso la mano dell'artista, permette alle sue donne di dibattersi e emergere dallo sfondo.
Altra fonte d'ispirazione sono state le sculture di Alberto Giacometti, viste in occasione di una mostra alla Pierre Matisse Gallery. De Kooning rimase impressionato da quelle forme crepate e segnate, che sembrano consumate dal tempo.
Si dice che a ispirato de Kooning sia stato anche il ricordo della madre, barista, soprattutto nella posa frontale e possente.