Mostre di arte moderna e contemporanea

La Scultura italiana del XX secolo

24 settembre 2005 - 22 gennaio 2006

Fondazione Arnaldo Pomodoro
Via Andrea Solari 35, Milano
Tel. 02-89075394
Orari: mer-dom 11-18, gio 11-22. II dom del mese ingresso gratuito

Il 24 settembre 2005 sarà inaugurata a Milano la nuova sede della Fondazione Arnaldo Pomodoro, ospitata nel complesso industriale ormai dismesso delle Officine Riva & Calzoni. L'avvenimento sarà accompagnato da una grande mostra dedicata alla scultura italiana del '900.

La rassegna, ideata da Arnaldo Pomodoro in collaborazione con Marco Meneguzzo, propone al pubblico più di cento artisti ma non pretende certo di essere esaustiva. Dovendo operare delle scelte, i curatori hanno deciso di mostrare le opere di quegli autori che hanno portato una ventata di rinnovamento nell'arte plastica stimolando la ricerca artistica successiva. Uno degli scopi della mostra era infatti quello di porre le basi per una riflessione sul rapporto tra uomo e spazio, tra scultura e spazio. Un argomento molto dibattuto nel '900 e molto caro ad Arnaldo Pomodoro. Secondo lui, infatti "... la scultura, quando trasforma il luogo in cui è posta, ha veramente una valenza testimoniale del proprio tempo e riesce ad esprimere il rapporto di complessità che intercorre tra l'uomo e la realtà". Una lezione che parte dai costruttivisti russi e che si esprime al meglio in esterno nel rapporto tra le sculture e i luoghi dove sono collocate.

Il percorso espositivo, che racconta la storia della scultura italiana da Medardo Rosso a oggi, si articola in tre sezioni.
Nella prima, dedicata a I precursori, trovano posto le opere dei grandi nomi della scultura italiana, da Umberto Boccioni a Giacomo Balla, da Arturo Martini a Marino Marini, da Adolfo Wildt a Fortunato Depero, da Medardo Rosso a Mario Sironi.
La sezione successiva, quantitativamente più ricca, prende in considerazione La modernità e racconta il cammino della scultura italiana dal secondo dopoguerra agli anni '80 e '90. Tra gli artisti più noti figurano Ettore Colla, Arnaldo e Giò Pomodoro, Alik Cavaliere, Pietro Consagra, Andrea e Pietro Cascella, Mario Merz, Jannis Kounellis, Pino Pascali, Luciano Fabro, Alighiero Boetti, Gilberto Zorio, Enzo Cucchi e Mimmo Paladino.
L'ultima sezione, intitolata Le prospettive, è dedicata a un piccolo gruppo di artisti, giovani e giovanissimi, da Stefano Arienti a Maurizio Cattelan, da Giuseppe Gabellone a Patrick Tuttofuoco, che hanno sviluppato il linguaggio della scultura adeguando forme e contenuti alle condizioni della postmodernità e della globalizzazione.
Molte le opere inedite, realizzate espressamente per gli spazi della Fondazione. Ulteriore dimostrazione di come le sculture acquistino nuovi significati in relazione ai luoghi che le ospitano. Una trasformazione che non è certo a senso unico. Come diceva Heghel nell'Estetica, "la scultura è costituzione di un proprio spazio, entro lo spazio maggiore dove si vive o ci si muove".
La "promozione" di nuove sculture, tra l'altro, rientra proprio tra gli scopi della Fondazione, che non intende proporsi soltanto come centro espositivo, ma anche come fucina e laboratorio di idee e opere. Un progetto che ha già dato i primi frutti con un concorso di scultura rivolto ai giovani artisti.

La mostra è accompagnata da un ampio catalogo, pubblicato da Skira. All'interno si trovano i testi di numerosi critici e un'ampia documentazione iconografica sulla scultura italiana del '900.

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