Mostre di arte moderna e contemporanea

XIV Biennale internazionale di scultura. Postmonument

26 giugno – 31 ottobre 2010

Diversi spazi, Carrara (MS)

Carrara è conosciuta in tutto il mondo, ma, nonostante questo, ha conservato intatto il suo carattere aspro e genuino. A differenza di molte altre località della Toscana, che prosperano grazie al turismo, la sua fama è legata, infatti alla lavorazione del marmo, che vanta qui una tradizione antichissima e gloriosa. Il materiale che vien estratto dalle sue montagne, infatti, è stato usato da artisti importantissimi, come Michelangelo, Bernini, Canova, e, più recentemente, anche da Moore.

Per far risaltare ulteriormente questa loro peculiarità, fatta di pratiche e conoscenze tramandate di generazione in generazione, i carraresi hanno deciso di dar vita a una delle prime biennali internazionali, la prima dedicata specificatamente alla scultura, che, dal 1957 al 1973, è stata un punto di riferimento molto importante per quanti operavano nel mondo dell'arte. La mancanza di finanziamenti ha imposto, infatti, una pausa che è durata per 23 anni, ossia fino al 1996, quando Maurizio Calvesi è riuscito a imprimere una svolta internazionale a questa manifestazione, che, dopo di lui, è stata curata da Enrico Crispolti, Antonio Paolucci, Giuliano Gori, Bruno Corà e Francesco Poli.

Si è arrivati così a questa edizione, che ha dovuto fare i conti con uno scenario artistico ed economico sempre più complesso e mutevole. Negli ultimi anni, infatti, molte cose sono cambiate e i laboratori della zona, che una volta erano più di 800, sono diminuiti vistosamente. Alla crisi economica generale si è sommato, infatti, anche un altro fenomeno, che possiamo chiamare di "de-monumentalizzazione" e trasformazione della pratica scultorea, che ha portato a un drammatico ridimensionamento delle attività del territorio. La democratizzazione delle società e la perdita di ideali e valori comuni da celebrare ha reso, infatti, pressoché inutile la realizzazione di monumenti. Una pratica che, invece, ha sempre avuto una gran fioritura durante i regimi dittatoriali. L'arte, infatti, aveva lo scopo di far risaltare la loro potenza e, soprattutto, la figura dei loro capi, generalmente rappresentati come modelli di virtù e giustizia. Ed è per questo che, quasi sempre, dopo una rivoluzione, assieme ai pezzi forti del governo precedente, cadono anche i loro simboli, quelle statue che fino ad allora avevano mostrato a tutti la loro grandezza. Basti per tutti l'esempio del monumento di Saddham Hussein, di cui si è visto più volte in TV l'abbattimento. La sua deposizione, infatti, aveva un grandissimo valore politico.
A soffrire di questo disamore per il "monumento" è stata soprattutto la scultura tradizionale, quella che un tempo veniva realizzata in marmo o in bronzo. Gli artisti, infatti, hanno cominciato a utilizzare materiali di tutti i tipi e a preferire interventi di diverso genere, come installazioni e opere d'arte ambientale, che erano sicuramente più consoni alle trasformazioni in atto nelle società. Oggi, infatti, un monumento non deve più celebrare ma mettere in discussione e far riflettere.

Consapevoli della profonda "crisi del monumento" contemporaneo, i carresi hanno deciso di trasformare questo problema, che si ripercuote profondamente sul loro futuro lavorativo ed economico, in una sfida. La Biennale di quest'anno, curata da Fabio Cavallucci, che ha già lavorato più volte in Toscana, si intitola quindi "Postmonument" perché intende affrontare il tema della scultura contemporanea e al tempo stesso andare oltre scoprendo nuovi percorsi, nuovi significati, nuove prospettive. Che sono quelle dell'arte, ma anche quelle di Carrara e, più in generale, dell'umanità. La perdita dei valori, infatti, è un pericolo gravissimo, che ci coinvolge tutti e non deve essere assolutamente sottovalutato.

La manifestazione, che coinvolge diversi spazi della città, molti dei quali in disuso, permette al pubblico di vedere le opere di 30 artisti contemporanei di diversa formazione e provenienza, molti dei quali non hanno mai usato il marmo prima d'ora, ma sono stati conquistati da questo materiale durante il periodo che hanno passato a Carrara per prendere visione del territorio e realizzare i loro lavori.
Alcuni di loro sono artisti molto noti, come Carl Andre, Paul MCCarthy, Urs Fischer, Cai Guo-Qiang, Antony Gormley, Yona Friedman, Damián Ortega, Santiago Serra, Rirkrit Tiravanija, Gillian Wearing, Monica Bonvicini e Maurizio Cattelan. Altri, come Kristina Norman, Cyprien Gaillard, Rossella Biscotti e Giorgio Andreotta Calò, sono meno famosi ma hanno già avuto modo di farsi conoscere vincendo qualche concorso o partecipando a importanti rassegne internazionali.
Gli interventi di tipo tradizionale sono affiancati da fotografie, video, installazioni e opere sonore, che rappresentano un'ulteriore dimostrazione di come sia cambiato il concetto di scultura, e, visto che il presente e il futuro hanno sempre un legame più o meno stretto con il passato, è prevista anche una sezione storica, nella quale vengono proposti alcuni esempi di produzione monumentale dell'800 e del '900 (Andreotti, Bistolfi, Buttini, Dazzi, Fontana, Melotti, Wildt), tra cui opere realizzate durante il regime fascista, sovietico e cinese. In mostra sono presenti, infatti, anche alcuni ritratti di Lenin, Stalin e Mao, che si devono ad artisti ufficiali, al soldo del potere, come Liu Kaiku.
Il passato rivive anche in un filmato originale dell'Istituto Luce, che ricorda il lavoro di escavazione e trasporto del monolite in marmo più grande del mondo, commissionato da Mussolini per lo Stadio dei Marmi di Roma, e nella ricostruzione in 3D che il Dipartimento di Meccanica Applicata della Normale di Pisa ha fatto del gruppo plastico della Vittoria. Un'opera monumentale, che Lucio Fontana ha progettato nel 1936 per una sala della Triennale di Milano e oggi non esiste più.

La mostra principale è affiancata da numerosi eventi collaterali, tra cui mostre, incontri, workshop e performance, organizzati da associazioni ed enti attivi sul territorio. Grande spazio viene dedicato inoltre all'attività didattica, che è già in corso da qualche mese e prevede visite guidate e laboratori creativi per bambini e ragazzi di tutte le età. Uno degli scopi principali di questa Biennale, infatti, è quello di avvicinare gli studenti del territorio all'arte contemporanea, che ha valore estetico, ma anche sociale. Molti artisti di oggi dimostrano, infatti, un forte interesse per l'attualità e le loro opere possono fornire importanti spunti di riflessione per i più giovani.

Per avere informazioni più dettagliate su questa manifestazione, che è accompagnata da un bel volume, pubblicato da Silvana Editoriale, si può guardare il sito www.labiennaledicarrara.it.

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