Mostre di arte moderna e contemporanea
Happy Tech. Macchine dal volto umano
22 febbraio - 31 marzo 2011
Triennale Bovisa - TBVS
Via R. Lambruschini 31, Milano
Info. 02-724341
Orari: mar-dom 11-21, gio 11-23, lunedì chiuso
Le tecnologie sono utili o dannose? Come dobbiamo comportarci di fronte a qualcosa di nuovo? Ce lo racconta questa mostra, che parla del rapporto tra uomo e scienza attraverso le opere di alcuni artisti di fama internazionale, come Tony Cragg, Candida Höfer, Alfredo Jaar, Nam June Paik, Thorsten Kirchhoff, Armin Linke, Vik Muniz, Tony Oursler, Pipilotti Rist, Thomas Ruff, Tom Sachs, Bill Viola ecc., che sono stati tra i primi a intuire il potenziale comunicativo e artistico dei nuovi media e dei prodotti legati alle scoperte scientifiche e industriali.
A volerla, è stato Marino Golinelli, che non solo è il fondatore del gruppo farmaceutico Alfa Wassermann, ma anche un grande collezionista. Quindi si rende perfettamente conto che l'arte ha la capacità di trasmettere messaggi di ogni tipo e che gli artisti sono dotati di un dono straordinario, quello di essere i primi a capire cosa sta succedendo nel mondo e attorno a loro.
La rassegna, che è divisa in 15 sezioni tematiche, dedicate alle scoperte che hanno accompagnato il cammino dell'umanità, parla dell'elettricità, della televisione, dei video, dei mezzi di comunicazione, di Internet, dei social network, dell'invenzione della plastica, dell'importanza del riciclo, di energia nucleare, realtà aumentata, robotica, protezione dell'ambiente ecc.
Il percorso espositivo si apre con una sezione introduttiva, dove spicca uno straordinario video di Nam June Paik e John Godfrey (Global Groove, 1968), così ricco di trovate e invenzioni, che potrebbe benissimo dar vita a diverse opere, tutte interessanti e innovative, e si conclude con l'opera di Tom Sachs, che prende bonariamente in giro lo sbarco sulla luna. Un evento da cui ci si sarebbe aspettato tanto, ma non ha avuto grandi conseguenze, né positive, né negative. Ogni volta che l'uomo scopre qualcosa, infatti, il mondo si divide in due. C'è chi si esalta e chi teme per il futuro, chi si fa prendere dalla smania di provare tutto subito e chi non ne vuole proprio sapere. In realtà, come insegna questa mostra, le tecnologie non devono essere considerate utili o pericolose tout cour. Tutto dipende dall'uso che ne fa l'uomo. Ci sono stati, infatti, prodotti bellici che hanno trovato un'applicazione pacifica in ambito medico e anche Internet, di cui oggi si parla tanto, ha avuto un'origine militare.
Per questo, non bisogna avere pregiudizi, ma mostrarsi aperti, provare, sperimentare, fare le modifiche e gli aggiustamenti necessari per arrivare alla soluzione ottimale per tutti. Per far questo, però, bisogna far capire alla gente e, soprattutto, ai giovani, che l'innovazione e il progresso, non nascono mai dal nulla, ma dallo scambio e dalla rielaborazione delle idee e che è necessario collaborare con gli altri. Un modo di fare che oggi, grazie a Internet e alle nuove tecnologie, è reso quanto mai semplice e veloce.
La mostra, che ha avuto una prima edizione a Bologna ed è curata da Giovanni Carrada e Cristiana Perrella, è corredata, sezione per sezione, da utilissimi apparati informativi e didattici. Per approfondire ulteriormente l'argomento, sono previsti inoltre diversi incontri con giornalisti, filosofi, artisti e scienziati. Uno degli scopi principali della Fondazione Marino Golinelli (FMG), che è stata costituita nel 1989, è, infatti, quello di avvicinare le persone e, soprattutto, le giovani generazioni, alla scienza, all'arte e alla cultura per garantire un futuro, equo e sostenibile, al pianeta e al genere umano.
Per sapere dove e quando si tengono gli appuntamenti, si può guardare il sito www.lascienzainpiazza.it.