Mostre di arte moderna e contemporanea

Joan Miró, Poème

18 maggio - 1 novembre 2011

Forte di Bard
Via Vittorio Emanuele II, Bard (AO)
Info. 0125-833817
Orari: mar-ven 10-18, sab-dom e fest 10-19. Dal 25 luglio al 28 agosto lun-dom 10-19

Il Forte di Bard è un imponente e austero complesso difensivo costruito all'inizio dell'800 all'imbocco della Val d'Aosta, raggiungibile grazie ad avveniristici ascensori panoramici. Se si passa da queste parti vale quindi la pena di andarlo a vedere, tanto più che, da qualche anno, è stato trasformato in un importante spazio culturale, che ospita il Museo delle Alpi, spettacoli, concerti e rassegne espositive di grande interesse, come quella allestita in questi giorni sull'artista catalano Joan Miró, che è stato uno dei principali protagonisti del Surrealismo e dell'arte europea del '900.

La mostra, curata da Sylvie Forestier in collaborazione con Isabelle Maeght e Gabriele Accornero, ha potuto contare sui prestiti della Fondation Maeght di Saint-Paul-de-Vence, dove l'artista, che era grande amico dei coniugi Maeght, ha lasciato diverse testimonianze della sua opera, tra cui alcune splendide sculture e ceramiche che arricchiscono il giardino. E questo ha permesso di proporre al pubblico lavori di grande qualità e bellezza, tra cui figurano 17 olii, 58 sculture, 91 opere grafiche (disegni, incisioni e litografie originali), 17 ceramiche, 6 libri illustrati, un arazzo e la maquette preparata in vista della realizzazione del murale dell'Unesco di Parigi, che fu inaugurato nel 1958. Opere molto diverse tra loro, che rendono conto della bravura e versatilità di questo artista, che ha sperimentato davvero tante tecniche. Dando sempre ottimi risultati.
Per rendere più piacevole e accattivante la visita, le opere, che risalgono a un periodo ben preciso della vita dell'artista, che è quello compreso tra il 1947 e il 1980, quando Miró lavorò per la galleria parigina di Aimé Maeght, non sono esposte seguendo un criterio cronologico, ma cercando di far risaltare i lavori più importanti e le diverse interpretazioni che Miró ha dato di alcuni temi ricorrenti nella sua poetica, che sono la donna, l'uccello, la stella, il cielo, le costellazioni, il sole e la luna. Un universo lirico e visionario, fatto di segni, simboli, macchie di colore, disegni "infantili" e figure antropomorfe, che è il riflesso dell'insaziabile curiosità dell'artista per tutto ciò che lo circondava ma anche del fatto che a lui non interessava affatto riproporre quello che vedeva così come lo vedeva. Un quadro, infatti, doveva essere come una scintilla, essere capace di abbagliare e rivelare qualcosa di nuovo.
Tra le opere esposte, spiccano le diverse versioni di Naissance du Jour e Femme Oiseau, Vol d'oiseau, Poème e Le Chant de la prairie.
Dato l'interesse che Miró nutriva per un'arte capace di creare mondi e visioni, non poteva mancare un riferimento al mito primigenio, quello della nascita dell'umanità, che l'artista ha espresso realizzando L'Oeuf de Mammouth in ceramica. Una tecnica che Miró ha cominciato a utilizzare a partire dal 1944 assistito da Josep Llorens Artigas, che era uno dei più grandi ceramisti dell'epoca.

L'esposizione è accompagnata da un bel catalogo e da diversi eventi.

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