Mostre di arte moderna e contemporanea

Ugo Mulas: Esposizioni

13 giugno - 9 settembre 2012

Triennale
Viale Alemagna 6, Milano
Tel. 02-724341
Orari: 10:30-20:30, gio 10:30-23, lunedì chiuso. Ingresso libero

A Palazzo Reale, all'interno della mostra Addio Anni 70. Arte a Milano 1969-1980 c'è una sezione dedicata alle "Verifiche" di Ugo Mulas (1928-73), una serie di immagini che questo grande protagonista della fotografia italiana ha realizzato tra il 1970 e il 1973 per riflettere sul senso di tutto quello che aveva fatto fino ad allora e individuare gli elementi costitutivi della fotografia.
Tra le immagini che aveva preso come punto di riferimento per la sua analisi c'erano anche quelle che aveva scattato a Roma tra la fine del 1969 e l'inizio del 1970 in occasione della mostra "Vitalità del negativo", curata da Achille Bonito Oliva, alla quale avevano partecipato artisti come Vittor Pisani, Zorio, Pistoletto e Kounellis, che aveva esposto un pianoforte che veniva suonato due volte al giorno. Se i 36 fotogrammi del pianista, che si possono vedere in Triennale, gli sono serviti per portare avanti una riflessione sul tempo fotografico, erano comunque tanti anni che Mulas si preoccupava di documentare quello che avveniva in campo artistico. Aveva cominciato a farlo negli Anni Cinquanta a Milano immortalando i personaggi che frequentavano il Bar Jamaica e aveva continuato in questa direzione anche in seguito, tra il 1964 e il 1967, in occasione di alcuni soggiorni americani, durante i quali aveva avuto la possibilità di incontrare artisti come Duchamp, Warhol, Lichtenstein, Johns, Christo, Rauschenberg, Cage ecc., e anche tanti collezionisti e galleristi, che aveva ritratto nelle loro case, negli studi, nelle gallerie, nei musei, in mezzo alle opere d'arte, cercando di far risaltare il loro modo di essere e rapportarsi all'arte.

La mostra allestita in Triennale, curata dall'Archivio Ugo Mulas in collaborazione con Giuliano Gergio e Johan & Levi, propone un centinaio di fotografie suddivise in aree tematiche e cronologiche. I protagonisti di queste immagini, che raccontano un mondo che non è più lo stesso, non sono soltanto artisti, galleristi, collezionisti, ma anche il pubblico generico, che, per i motivi più disparati, frequenta i luoghi d'arte. Ben prima di altri artisti, come Thomas Struth, che sono diventati famosi per questi scatti, Mulas ha ripreso, infatti, i visitatori di istituzioni museali, come il Pergamon Museum di Berlino, il Guggenheim di New York, il Louvre ecc., captandone comportamenti, stanchezze e attitudini.
Un'altra istituzione a cui Mulas ha dedicato diverse fotografie è la Biennale di Venezia, che ha frequentato e documentato dal 1954 al 1972 immortalando artisti (Max Ernst, Alik Cavaliere, Fontana, Vedova, Rauschenberg, Giacometti), sale in allestimento, personalità del mondo dell'arte e della cultura e anche un'edizione molto discussa, quella del 1968, caratterizzata dalla protesta degli artisti, che avevano deciso di nascondere le loro opere, e dall'intervento della polizia.
A queste immagini, che sono quasi tutte scattate in interni, si affiancano le foto che Mulas ha scattato a Spoleto nel 1962, in occasione di "Sculture nella città", una manifestazione che ha fatto epoca perché era una delle prime volte in cui le opere venivano presentate nelle vie e nelle piazze, a Como nel 1969 ("Campo Urbano"), a Milano nel 1970 in occasione di un altro evento straordinario, il Festival del Nouveau Réalisme, durante il quale gli artisti cercarono di coinvolgere gli spettatori nei loro eventi effimeri e provocatori.
Quello che emerge da tutte queste immagini, di volta in volta ironiche, divertite, critiche, documentaristiche, è l'interesse che Mulas dimostra per tutto ciò che ha a che vedere con l'esposizione e la fruizione delle opere d'arte e, soprattutto, il suo grande amore per l'arte e la fotografia, di cui è stato non solo interprete ma studioso.

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