Umberto Boccioni
Attività artistica di Umberto Boccioni:
gli anni del Futurismo di Boccioni (1911-1915)
La data d'inizio del Futurismo viene considerata il 1909, quando Filippo Tommaso Marinetti pubblica su Le Figaro il Manifesto del Futurismo.
Boccioni rimane colpito dall'avvenimento. Con Carrà e Russolo, decide di incontrare Marinetti e di approfondire le problematiche teoriche del nuovo movimento.
Nei mesi seguenti nasce il sodalizio di Boccioni con Giacomo Balla, Carlo Carrà, Luigi Russolo e Gino Severini, da cui scaturisce l'esperienza del Futurismo in pittura. Rispetto alla data dell'adesione al movimento, deve trascorrere un anno prima che gli effetti si possano riscontrare nel lavoro artistico.
Come i colleghi, Boccioni è interessato al problema del movimento e della velocità, ricavando spunti formali decisivi dal cubismo, Picasso e Braque in particolare. Al centro delle opere del 1911 è lo studio dell'effetto prodotto dall'andamento delle linee (Gli stati d'animo) e dalla compenetrazione dei piani (La strada entra nella casa, Visioni simultanee).
Presto l'attenzione di Boccioni si sposta sul movimento della figura e sulla rappresentazione del dinamismo del corpo umano.
Per raggiungere questo obiettivo Boccioni ricorre alla tecnica scompositiva cubista, ma anche ad altre soluzioni formali. In primo luogo, la scansione della forma in movimento, come appare nelle fotografie di Muybridge e dell'amico Anton Giulio Bragaglia.
Questi strumenti vengono impiegati per rendere la monumentalità della materia: Materia (1912). Ma soprattutto, permettono a Boccioni di suggerire l'impressione dello spostamento di masse muscolari: Elasticità (1912), Dinamismo di un corpo umano (1913).
La messa a punto di queste soluzioni tecniche trova sbocco anche nella scultura, che Boccioni inizia a praticare tra la fine del 1911 e l'inizio del 1912. Apice della sua attività di scultore è il celebre capolavoro Forme uniche della continuità nello spazio (1913).