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Dopo il rinvio, è ufficialmente confermata per il 30 novembre la riapertura al pubblico della Galleria internazionale d'Arte Moderna di Venezia, dal 1902 ospitata a Ca' Pesaro. Uno dei più importanti palazzi barocchi della città, opera di Baldassarre Longhena e Antonio Gaspari.
L'edificio è stato restaurato in base ai progetti dell'architetto Boris Podrecca, che ha lavorato in collaborazione con Marco Zordan. L'intervento ha cercato di rispettare le caratteristiche storiche e strutturali dell'edificio adeguandole alle esigenze di una moderna struttura museale. Le modifiche più eclatanti riguardano le due scale, quella interna, che collega gli spazi espositivi, e quella esterna, necessaria per la sicurezza.
I lavori di recupero hanno interessato anche l'apparato decorativo del palazzo, i pavimenti e le murature compromesse dal degrado.
Il piano terra è stato trasformato in uno spazio polifunzionale e di accoglienza, dove trovano posto il guardaroba, la caffetteria, il bookshop, ma anche alcuni spazi espositivi, tra cui la corte gotica.
Nell'androne sono state collocate alcune importanti sculture del '900 italiano: Parsifal di Wildt, Eva di Messina, il Cardinale di Manzù, un nudo di Viani, e un Plurimo della serie "Absurdes Berliner Tagebuch 64" di Vedova. |
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L'esposizione continua al piano superiore con un nuovo allestimento tematico-cronologico pensato da Giandomenico Romanelli e Flavia Scotton.
Seguendo il loro percorso, si passa dalle sale dedicate alla seconda metà dell'800 veneziano, a Medardo Rosso (Madame X, Ecce Puer) e agli artisti dell'800 italiano (Signorini, Fattori, De Nittis, Pellizza da Volpedo, Previati, Morbelli, Balla), al salone centrale, dove sono esposte le opere acquistate alle prime Biennali di Venezia. Lavori di respiro internazionale, tra cui spiccano opere di Klimt (Giuditta II), Kandinsky (Zigzag bianco), Klinger, Bonnard (Lo specchio) e Chagall (Il rabbino di Vitebsk).
Proseguendo nella visita, si possono ammirare le sculture di Adolfo Wildt, donate dai suoi eredi nel 1990, e il lascito De Lisi, un ricco corpus di opere del '900 italiano (Morandi, Casorati, de Chirico) e straniero (Kandinsky, Matta, Mirò).
Seguono due sale dedicate al "Movimento di Ca' Pesaro" e alle esposizioni Bevilacqua La Masa, organizzate da Nino Barbantini in contrapposizione a quelle della Biennale. Gli spazi successivi si aprono all'arte internazionale del dopoguerra (Dufy, Roualt, Ernst, Moore, Tobey, Calder) per finire con le proposte italiane, e soprattutto venete, degli anni '50 (de Pisis, i Basaldella, Santomaso, Vedova, Tancredi, Bacci, Deluigi, Leoncillo, Morlotti, Cassinari ecc).
L'allestimento è stato concepito in modo da garantire la semplicità nella rotazione delle opere esposte e l'eventuale realizzazione di mostre a tema. Il mancato trasferimento del Museo d'Arte Orientale a Ca' Marcello, non ha infatti consentito di ultimare i lavori e sistemare l'ultimo piano, che si pensava di destinare alle mostre temporanee.
Una volta conclusi gli interventi, la Galleria dovrebbe disporre di una superficie espositiva di circa 3700 mq. Il che le permetterebbe di entrare nuovamente nel circuito dei grandi musei internazionali.
In occasione della sua riapertura al pubblico, la Galleria d'Arte Moderna presenta un omaggio a Emilio Vedova. La mostra, realizzata per lo più con prestiti dell'artista, resterà aperta dal 30 novembre 2002 fino al 2 marzo 2003. |