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Sebastián Matta ha concluso la sua "ricerca"

È morto a Tarquinia il 24 novembre Roberto Sebastián Matta Echaurren, uno dei protagonisti dell'arte del XX secolo. Architetto e pittore, era nato a Santiago del Cile nel 1911, ma aveva abitato un po' ovunque per seguire i propri interessi e la sua idea di arte, intesa come "viaggio, ricerca, crescita".

Il suo primo viaggio risale al 1933. Ormai conclusi gli studi di architettura, si trasferisce in Europa per sfuggire all'ambiente borghese della sua giovinezza. Dopo aver lavorato a Parigi con Le Corbusier, si concede un viaggio in Spagna, dove ha modo di conoscere Federico García Lorca. È lui a introdurlo presso Salvador Dalí, che, nel 1937, gli fa conoscere Breton. Un incontro fondamentale per la sua carriera che, da allora, si svolgerà sempre all'interno dell'orbita surrealista.
Nel 1936 si reca anche a Londra, dove conosce Walter Gropius, Moholy-Nagy e Moore. Il lavoro di architetto lo riporta a Parigi per l'Esposizione Universale. Rimane fortemente impressionato da Guernica di Picasso, un artista, che, come Duchamp, avrà grande influenza sulla sua produzione artistica.
Impegni successivi lo portano in Scandinavia, dove conosce Alvar Aalto, e poi in Russia, dove lavora come progettista e designer.
Nel 1937 partecipa all'esposizione surrealista con tre disegni. L'anno successivo comincia a interessarsi di pittura. Sono di questo periodo le "Morfologie", in cui l'artista cerca di dare consistenza pittorica a sentimenti e stati d'animo con un automatismo gestuale.
La guerra lo costringe a lasciare l'Europa e Matta si trasferisce a New York. In un suo lavoro del 1938, la Crucifiction sono già presenti tutte le caratteristiche della sua produzione successiva, fatta di forme biomorfiche e fluttuanti, di colori luminosi.
In perfetta aderenza con le idee surrealiste, le sue opere danno vita a paesaggi immaginari, che trovano la loro origine nel subconscio.
Nel 1940 Matta tiene la sua prima mostra alla Julian Levy Gallery di New York. I suoi quadri e la pratica dell'automatismo gestuale suscitano grande interesse nei giovani artisti americani. Quelli che daranno vita all'Action Painting.
In America Matta frequenta il gruppo surrealista (Duchamp, Breton, Ernst, Masson, Tanguy, Hare) e collabora alla rivista "VVV".
Le notizie che arrivano dall'Europa, la consapevolezza degli orrori della guerra e dell'esistenza dei campi di concentramento, lo sconvolgono. Tra il 1944 e il 1948, ispirandosi a questi fatti, Matta realizza I giocatori dei cuori e i Rimorsi dell'impossibile.
Nel 1947 Matta viene espulso dal Movimento surrealista. Negli anni '50 torna in Europa e alterna i suoi soggiorni tra Roma, Parigi e Londra. Continuando le sue meditazioni sulle colpe e i doveri dell'uomo, sceglie la via dell'impegno.
A Roma inizia Lo spazio della specie, dove riflette sui drammi dell'ultimo ventennio. A partire da questo lavoro l'arte assume per lui un valore ideologico. E le sue opere oscillano tra l'ottimismo di chi spera in un cambiamento e il pessimismo di chi è costretto a constatarne l'impossibilità.
Nel 1954 riprende a viaggiare. Si reca in Cile, in Perù, a Cuba e in Venezuela. Nel 1956 realizza un murale per il palazzo dell'Unesco a Parigi (I dubbi dei tre mondi). Nel 1962 vince il Premio Marzotto per "La questione Djimila", legata alla Guerra civile spagnola. Si interessa anche ai problemi del Vietnam e, soprattutto, del Cile. Nel 1972 si incontra con Allende. Nel 1975 prende posizione contro la dittatura di Pinochet.
Il suo impegno si riverbera anche nello stile, che subisce un mutamento. Matta alterna composizioni di tipo surrealista, dove l'automatismo è ancora assoluto, a lavori dove è più evidente l'influsso dell'arte contemporanea e di artisti come Lichtenstein.

Viaggiatore e ricercatore instancabile, negli ultimi anni Matta ha usato anche il computer, di cui è stato tra i primi a intuire le potenzialità espressive.


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