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È morto il 23 gennaio scorso, a Los Angeles, Helmut Newton (Helmut Neustaedter), uno dei più importanti fotografi di moda a livello internazionale.
Nato a Berlino nel 1920, Newton aveva fatto apprendistato presso una famosa ritrattista e fotografa di moda, Yves (Else Simon), ma nel 1938, come altri ebrei, era dovuto scappare dal suo Paese a causa delle persecuzioni razziali.
Dopo essere stato a Singapore e in Australia, si era trasferito prima a Londra e poi a Parigi, riuscendo a imporre il suo modo di fotografare alle principali riviste di moda: "Vogue", "Vanity Fair", "Elle", "Marie Claire" ecc.
Sotto i suoi occhi sono passate le più note attrici e modelle. Da Ava Gardner a Charlotte Rampling, da Catherine Deneuve a Romy Schneider, da Raquel Welch a Sigourmey Weaver. E anche personaggi politici come Helmut Kohl e Margareth Thatcher.
Newton ha sempre cercato di provocare e stupire, di destare scalpore con immagini aggressive, forti e ironiche allo stesso tempo. Qualcuno lo ha accusato di misoginia e spesso si è attirato le critiche del movimento femminista, ma anche nelle foto più marcatamente erotiche ha sempre rifiutato la volgarità fine a se stessa e non ha mai mostrato le donne come semplici "oggetti" di desiderio, ma consapevoli di sé e della propria bellezza, del proprio potere seduttivo.
Oltre a lavorare nel campo della moda, Newton ha realizzato servizi fotografici per riviste di maggior impegno come "Time", "Stern" e "Life".
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Qualche mese fa aveva deciso di donare a Berlino, sua città natale, la sua produzione artistica, in vista della realizzazione di una grande mostra alla Kunstbibliothek di Charlottenburg e di un nuovo museo a lui dedicato. |