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Ci hanno strappato Mimmo Rotella

Mimmo Rotella, uno dei protagonisti dell'arte italiana del dopoguerra, è morto l'8 gennaio scorso a Milano, dove abitava da molti anni. Lottava da tempo contro un male incurabile.
Istrionico ed eccentrico, ispirò a Steno il personaggio principale del film Un americano a Roma (1954), interpretato da Alberto Sordi.
Momenti e ricordi della sua vita si ritrovano nel libro Autorotella del 1972.

Nato a Catanzaro nel 1918, Rotella aveva studiato a Napoli, poi, nel 1945, si era trasferito a Roma. Faceva già l'artista, ma usava gli strumenti tipici del pittore e le sue opere rientravano nel filone postcubista e dell'astrazione geometrica.

Grazie a una borsa di studio della Fullbright Foundation, tra il 1951 e il 1952 aveva vissuto negli Stati Uniti. E proprio qui, a Kansas City, aveva realizzato le sue prime performance, delle poesie murali con accompagnamento musicale.
Tornato in Italia, aveva continuato i suoi esperimenti ampliando il suo raggio d'azione prima alla fotografia e poi ai "décollages".
Fu il caso a indirizzare Rotella verso questo nuovo percorso. Attratto dai manifesti pubblicitari e, soprattutto, cinematografici, che facevano mostra di sé sui muri della città, aveva deciso di usarli nelle sue opere.
Strappava i manifesti dai muri e li incollava su tela, poi interveniva con nuove lacerazioni. Indifferente al retro o al verso dei manifesti, li sovrapponeva gli uni agli altri fino a ottenere rappresentazioni quasi totalmente astratte. A interessarlo erano la materia e il colore, non certo le immagini o il soggetto, che, in seguito, avrebbero preso il sopravvento.
In quegli anni, le sue opere non incontravano il favore della critica e neppure del pubblico. I primi ad accorgersi della portata innovativa dei suoi lavori furono Milton Gendel e il poeta Emilio Villa.
Nel 1958 fu scoperto da Pierre Restany, che lo invitò a unirsi ai Nouveaux Réalistes. Quell'incontro e la mostra "Cinecittà", che l'artista tenne a Parigi nel 1962, segnarono l'inizio della sua fortuna e del successo internazionale.

Negli anni successivi Mimmo Rotella continuò le sue sperimentazioni introducendo piccole variazioni sul tema dello strappo e del cartellone pubblicitario. Nacquero diverse tipologie di opere: Mec Art, Effachages, Art Typò Lamiere, Sovrapitture, Blanches, Nuove icone.
L'amore per il cinema, il teatro, il circo, lo spettacolo restò comunque una costante della sua produzione artistica e anche se aggiunse nuovi miti, come Penelope Cruz o Leonardo di Caprio, alle vecchie icone dello star system (Macario, Marlon Brando, Liz Tylor, Elton John), uno dei suoi soggetti preferiti rimase sempre Marilyn Monroe, cui dedicò diverse opere e il suo ultimo lavoro prima di andarsene.

Fino al 21 gennaio, alcune opere di Rotella sono in mostra alla Galleria del Credito Valtellinese di Milano nell'ambito della rassegna dedicata agli "affichistes". Altri lavori si possono vedere a Palermo, al Loggiato di San Bartolomeo, fino al 23 febbraio.

Nel marzo 2005, nel centro storico di Catanzaro, sua città natale, è stata inaugurata la "Casa della Memoria", che conserva opere di Rotella e dei Nouveaux Réalistes.

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