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Dalla moda all'arte il passo è breve.
Achille Maramotti e la sua collezione

Collezione Maramotti
Ex Fabbrica Max Mara
Via Fratelli Cervi 66, Reggio Emilia
Info. 0522-382484
Orari: su prenotazione gio e ven 14:30-18:30, sab-dom 9:30-12:30 15-18

Quasi tutti conoscono il marchio Max Mara, ma pochi sanno chi ha creato questa importante azienda del "made in Italy" che, in anticipo sui tempi, ha puntato sul prêt-à-porter e sulle linee giovani.
A inventare dal nulla questa impresa, che oggi è presente in più di 90 paesi, è stato, nel 1951, un giovane reggiano, Achille Maramotti, che, nonostante la Laurea in Legge, aveva ereditato dalla madre e dalla bisnonna la passione per la moda.
Da allora sono passati tanti anni, l'azienda è cresciuta e Achille ha coltivato anche altre passioni, tra cui la musica classica e l'arte contemporanea.

L'amore di Maramotti per l'arte risale agli anni Sessanta, quando ha cominciato a comprare le prime opere.
Prima di fare le sue scelte, visitava musei, gallerie e studi d'artista o si consultava con il critico Mario Diacono, che aveva conosciuto nel 1975 e lo consigliava sulle nuove generazioni di artisti. Quello che Maramotti voleva fare, infatti, era raccogliere le espressioni artistiche più avanzate del proprio tempo partendo dal dopoguerra.
Si può dire che, essendo un privato, ha fatto davvero molto. Nella sua collezione, figurano infatti, Informale (Burri, Fautrier), protoconcettuale (Fontana, Manzoni), Arte Povera (Mario Merz, Pistoletto, Anselmo, Kounellis, Pascali, Penone, Zorio, Paolini, Boetti), Pop Art romana (Angeli, Schifano, Festa), Transavanguardia (Chia, Cucchi, Clemente, Paladino, De Maria), neo-espressionismo tedesco (Kiefer, Baselitz, Lupertz) e americano (Basquiat, Schnabel), New Geometry (Taafe, Halley), le ultime novità dell'arte inglese (Maloney, Patterson, Ritchie) e americana (Dion, Gallagher, Barry X Ball), cui vanno aggiunte alcune importanti figure di artisti come Acconci, Bacon, Katz, Licini, Martini, Melotti, Moore, Parmiggiani, Novelli, Polke, G. Richter, Salle, Trockel, Twombly, Viola ecc.

Il 29 settembre scorso, i suoi familiari, coaudiuvati da Marina Dacci, responsabile della collezione, hanno deciso di aprire al pubblico una parte di questa raccolta, di cui fanno parte sculture, installazioni e soprattutto dipinti, molti dei quali realizzati nel primo periodo di attività degli artisti, ossia nella fase più innovativa e sperimentale del loro lavoro. Ma erano circa 30 anni che Maramotti, scomparso nel 2005, aveva deciso di trasformare il vecchio stabilimento Max Mara di Reggio Emilia in uno spazio espositivo dedicato all'arte contemporanea e di renderne partecipi anche gli altri. In parte lo aveva già fatto. Spesso infatti le opere della sua collezione venivano appese nei luoghi di passaggio della sua fabbrica per favorire il contatto dei dipendenti con l'arte e stimolarne la creatività.

L'edificio in cui ha trovato posto la Collezione Maramotti risale al 1957 ma è stato realizzato con criteri innovativi. Gli architetti Pastorini & Salvarani, che si ocuparono del progetto, fecero infatti largo uso dell'illuminazione naturale e crearono un ambiente libero e versatile al piano terra.
La duttilità degli spazi ha favorito i lavori di ristrutturazione, che l'architetto inglese Andrew Hapgood ha portato avanti cercando di rispettare, ove possibile, la struttura originaria.
Le modifiche più sostanziali hanno riguardato l'ingresso, che ora si apre sul parco e dispone di ampie vetrate, la distribuzione del primo piano, dove hanno trovato posto la reception, alcune sale espositive temporanee, gli uffici e la biblioteca, e la costruzione di due nuovi corpi, di due e tre piani, che si sono resi necessari per consentire l'esposizione di più lavori e, soprattutto, di quelli di grosse dimensioni.

I primi due piani sono dedicati alla collezione permanente, che, per problemi di spazio, non viene esposta integralmente. Le opere in mostra infatti sono circa 200, suddivise in 43 sale luminose ed essenziali, che invitano alla riflessione.
Il primo piano ospita le opere d'arte italiana ed europea dagli anni '40 agli anni '80 (Chia, Paladino, Parmiggiani, Cucchi, Anselmo, Manzoni, Pascali, Burri, G. Richter, Kiefer, M. Merz ecc.). Il secondo, l'arte europea e americana dagli anni '80 alla fine degli anni '90 (Katz, Bleckner, Sachs, Siena, Halley, Wool, Schnabel, Salle, Basquiat, Fischl, Gallagher, Bhabha, Barry X Ball ecc.).
Il percorso è strutturato in senso cronologico ma tiene conto anche della provenienza degli artisti e delle consonanze stilistiche dei lavori.
Spazi a se stanti sono dedicati alle sculture dagli anni Settanta a oggi, che hanno a disposizione un open space per piano, e alle installazioni di Claudio Parmeggiani e di Vito Acconci.
Le opere strettamente contemporanee, che, per problemi logistici, non sono state incluse in questa rassegna, saranno esposte più avanti in apposite mostre tematiche.

Lo sviluppo della collezione è andato di pari passo con l'acquisizione di cataloghi, riviste, fotografie, carteggi, documentazioni di vario tipo.
Tutto questo materiale entrerà a far parte dell'Archivio e sarà messo a disposizione di ricercatori e studiosi all'interno della Biblioteca, che sarà aperta nel 2008.

La passione collezionistica, così forte in Achille Maramotti, non finirà con lui. I suoi figli, Maria Ludovica, Ignazio, e soprattutto Luigi, hannno deciso infatti di portare avanti il lavoro di ricerca del padre e incrementare la sua raccolta con altre opere e nuovi artisti. Un interesse che trova conferma anche nel proseguimento del premio biennale "Max Mara Art Prize for Women", che il gruppo ha istituito nel 2005 e realizzato in collaborazione con la Whitechapel Gallery di Londra.
A vincere la prima edizione è stata una giovane artista americana residente nel Regno Unito, Margaret Salmon, di cui, per alcuni mesi, si può vedere il trittico video Ninna Nanna a Reggio Emilia.

La visita alla Collezione Maramotti è gratuita, ma è necessario prenotare. L'ingresso è consentito infatti soltanto a 25 persone per volta, che possono scegliere se effettuare il percorso completo (circa due ore e trenta minuti) o solo una parte (circa un'ora e quindici minuti).
I minori di 14 anni devono essere accompagnati da un adulto. Non ci sono problemi invece per le persone con difficoltà motorie. Gli spazi infatti sono accessibili a tutti e non ci sono barriere architettoniche.
La prenotazione può essere fatta anche on line sul sito www.collezionemaramotti.org. Sembra però che fino a dicembre non ci sia più niente da fare. Non resta che verificare...

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