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Musei di arte del primo '900:
musei che documentano il futurismo italiano
Il futurismo è stato il movimento artistico italiano di maggior rilievo di tutta la prima metà del '900. Esordito nel 1911 con la pubblicazione di vari "Manifesti", cui aderirono personalità come Filippo Tommaso Marinetti, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini, e altri ancora in maniera più o meno diretta (Anton Giulio Bragaglia, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Mario Sironi, Achille Funi, Antonio Sant'Elia, ecc.), esaurì la sua carica proprio con lo scoppio di quella guerra, che tanto aveva caldeggiato. Nel primo dopoguerra, sotto la spinta di Marinetti, riprese con rinnovato vigore dando luogo ad una seconda fase, i cui protagonisti principali furono Fortunato Depero, Enrico Prampolini, Fillia, Nicholaj Diulgheroff, Gerardo Dottori e Tullio Crali.
Con l'esclusione di singole figure, come De Chirico, Modigliani e Giorgio Morandi, proprio Boccioni, Balla, Carrà, Russolo e Severini sono stati gli artisti italiani del primo '900 più amati dal grande pubblico internazionale. Della loro importanza gli italiani se ne sono accorti invece con molto ritardo, permettendo che grandi capolavori come La città che sale di Boccioni lasciassero il paese. A ciò si deve il fatto che se si vuole vedere il futurismo ad alto livello, con l'eccezione del CIMAC di Milano, occorra recarsi al MoMA di New York. Molti importanti capolavori appartengono ad una famosa collezione privata, quella di Gianni Mattioli, e per il momento risultano visibili presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.
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Civico Museo d'Arte Contemporanea (CIMAC) / Milano - I
Il futurismo è entrato alla grande nelle collezioni pubbliche milanesi già nel lontano 1936. La passione e l'amicizia di Ausonio Canavese verso gli esponenti del futurismo gli permisero di riunire un insieme straordinario di opere, donato al Comune di Milano. Incentrato attorno alla figura di Boccioni, presente con una quindicina di tele e sculture ed innumerevoli opere su carta, comprende anche opere di Balla, Severini, Soffici, Funi, Dottori, Depero, Fillia. Attorno a questo nucleo sono andate aggiungendosi ulteriori acquisizioni e donazioni (ultima quella della collezione di Riccardo e Magda Jucker), che hanno permesso di costituire la più documentazione più completa e numericamente più ampia sul futurismo.
A parte gli innumerevoli Boccioni (tra cui Stati d'animo del 1911, Elasticità del 1912, Forme uniche della continuità nello spazio e Dinamismo di un corpo umano del 1913, Il bevitore del 1914 e Carica dei lancieri del 1915), spiccano Balla (Spazzol-ridente), Severini (In tram e Dinamismo di una danzatrice del 1912), Triplice autoritratto di Russolo, Autoritratto futurista di Sironi, Zang Tumb Tumb (1913-14) di Rosai, Cavallo e cavaliere (1913) di Carrà, e ancora opere di Funi e Soffici. Piuttosto completa anche la panoramica sul cosiddetto "secondo futurismo", con opere di Andreoni, Depero, Dottori (un grande trittico aeropittorico), Farfa, Fillia, Prampolini, Tato, ecc. -
Museum of Modern Art (MoMA) / New York, NY - USA
Un insieme numericamente contenuto, ma di straordinaria qualità, rappresenta alla perfezione la fase eroica del futurismo. Ne fanno parte alcune opere fondamentali per gli esordi del movimento: come La città che sale (1910-11) di Umberto Boccioni, Lampada ad arco (1909) di Giacomo Balla e Funerali dell'anarchico Galli (1911) di Carrà. Piena espressione del futurismo sono il trittico Stati d'animo, La risata (1911) e Dinamismo di un footballer (1913) di Boccioni, Geroglifico dinamico del Bal Tabarin (1912) di Severini, Velocità d'automobile (1912) e Linee andamentali + successioni dinamiche. Volo di rondini (1913) di Balla. Ma non finisce qui. Non appena diverrà effettiva, la donazione promessa da Richard S. Zeisler aggiungerà altre opere preziose, in particolare di Gino Severini.
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Collezione Peggy Guggenheim / Venezia - I
Nella sua eccezionale campionatura dell'arte del '900, Peggy Guggenheim incluse anche alcuni grandi protagonisti del futurismo: Boccioni, con la straordinaria scultura polimaterica Dinamismo di un cavallo in corsa +case (1914-15), Balla, con Velocità astratta+rumore (1913-14), Severini, con Mare=ballerina (1914). Recentemente l'accordo con gli eredi del grande collezionista Gianni Mattioli ha consentito il deposito per 5 anni di alcune opere della famosa collezione, tra cui alcuni grandi capolavori del futurismo. Di Boccioni sono presenti la famosissima tela Materia (1912) e Dinamismo di un ciclista (1913). Di Balla le due note tele Mercurio passa davanti al sole (1914) e Linee andamentali + successioni dinamiche (1913). Di Carrà le opere La galleria di Milano (1912), Inseguimento (1913) e Manifestazione interventista (1914). Di Russolo Solidità nella nebbia (1912). Di Severini Ballerina in blu (1912). Le affiancano poi opere di Rosai, Sironi, Soffici e Depero.
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Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART) / Trento - I
La documentazione del futurismo italiano presso il MART è varia e completa. Si articola su tre diversi poli: il museo di Trento, il Museo Depero di Rovereto (TN) e l'Archivio del Futurismo, sempre a Rovereto. A Trento sono conservate opere di Balla, Boccioni, Severini, Marinetti, Prampolini, Crali, Depero, Diulgheroff, Dottori, Fillia e Baldessari. Presso il Museo Depero nella vicina Rovereto sono visibili svariate opere di Fortunato Depero, tra cui dipinti, sculture, collages, disegni, mosaici, arazzi, mobili, manifesti e giocattoli. Presso l'Archivio del Futurismo sono custoditi disegni, fotografie, manoscritti, libri, modelli appartenenti a diversi fondi: tra cui quelli di Fortunato Depero, Carlo Belli, Angelo Mazzoni e Gino Severini.
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Estorick Foundation / Londra (London) - UK
La fondazione creata da Salome e Eric Estorick è nota per la sua completezza nel campo dell'arte italiana del '900, ma è degna di figurare tra le principali anche per lo specifico del futurismo. Balla, Boccioni, Carrà, Rosai, Russolo, Severini, Sironi e Soffici sono presenti con dipinti, acquerelli e numerosi disegni. Le opere principali sono Mano del violinista (1912) di Balla, il bozzetto per La città che sale (1910) e Idolo moderno (1911) di Boccioni, la grande tela La musica (1911) di Russolo, Il boulevard (1911) di Severini, e Scomposizione dei piani di un lume (1913) di Soffici.
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Galleria Nazionale d'Arte Moderna (GNAM) / Roma - I
La documentazione del futurismo italiano presso la GNAM si basa su alcune opere di Boccioni (tra cui la scultura Antigrazioso del 1912, Cavallo + cavaliere + caseggiato del 1914 e Ritratto del maestro Ferruccio Busoni del 1916) e su numerose opere di Balla, riferibili soprattutto al periodo del "secondo futurismo". Da ricordare anche qualche tela di Severini, Soffici, e di autori come Depero, Fillia, Diulgheroff e Prampolini.
Un insieme in sé rispettabile, ma certamente non corrispondente allo standard che ci si potrebbe attendere da quella che dovrebbe essere la maggiore la raccolta pubblica italiana, soprattutto quando si parla del più importante movimento artistico nazionale.