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Alte Nationalgalerie, Berlino

Storia:
3) dalle dimissioni di von Tschudi
all'avvento del nazismo (1909-1933)

L'edificio del Kronprinzenpalais a Berlino negli anni '20

L'edificio del Kronprinzenpalais a Berlino negli anni '20

Ludwig Justi aveva una personalità, per certi versi, opposta a quella di Tschudi. Era meno cosmopolita e trascinatore del predecessore, ma senz'altro più flessibile e programmatico.
Justi dedicò il primo decennio del suo mandato a consolidare la proprio posizione ed irrobustire la struttura della galleria. Defininendo il nuovo statuto per la Nationalgalerie, riuscì ad indebolire il potere della Landes-Kunst-Kommission e ad aumentare la propria autonomia decisionale.
Riuscì, inoltre, ad incrementare delle risorse finanziarie, anche nel suo caso messe a disposizione in parte da privati. Questo gli permise consistenti acquisti di opere, che riguardavano principalmente l'arte tedesca del '900. Giunsero opere degli artisti della "Brücke", del "Blauer Reiter", di Kokoschka, Lehmbruck, Beckmann, ma anche del cubismo.

I primi anni '20 vedono la Nationalgalerie alle prese con inderogabili problemi di spazio.
Justi si decise ad operare una netta distinzione tra ciò che era storicamente consolidato e ciò che era ancora in discussione. Per questo, individuò i nuovi spazi e procedette alla riorganizzazione delle collezioni. L'edificio storico sulla Museumsinsel fu destinato interamente all'arte tedesca dell'800. Due padiglioni appositi vennero predisposti invece per i lasciti di Christian Rauch e Karl Friedrich Schinkel. I quadri di battaglie vennero esposti nello Zeughaus. All'interno della Alte Akademie venne allestita una galleria di ritratti, sull'esempio della Portrait Gallery di Londra.
Per l'arte del '900 venne destinato l'edificio del Kronprinzenpalais sulla Unter den Linden. Qui Justi allestì un'esposizione provocatoria, comprendente l'impressionismo francese, Cézanne, van Gogh, Gauguin, Liebermann, Corinth, Slevogt, il cubismo (Picasso, Braque, Gris), la "Brücke" (opere importantissime di Kirchner, Heckel, Schmidt-Rottluff, Müller), Kandinsky, Klee, Marc (Der Turm der blauen Pferde, 1913-14), Macke, Kokoschka, Lehmbruck, esponenti del Bauhaus, Beckmann. Insomma, una galleria pubblica di arte contemporanea nel senso più autentico della parola. Un caso veramente senza uguali in Europa e nel mondo!
Naturalmente, alcuni non gradivano l'autonomia di cui Justi godeva. Non ultimo lo stesso Liebermann, che vedeva la sua influenza ridotta a zero.
Per mettersi al riparo dalle violente critiche e per ovviare al taglio dei finanziamenti, nel 1929 Justi fondò il Verein der Freunde der Nationalgalerie. Con il suo sostegno potè operare gli ultimi acquisti della sua gestione, prima dell'avvento del nazismo.

I periodi principali della storia della Nationalgalerie

Le origini della Nationalgalerie (1861-96)

Le origini della Nationalgalerie (1861-96)

Gli anni gloriosi sotto la direzione di Hugo von Tschudi (1896-1909)

Gli anni gloriosi sotto la direzione di Hugo von Tschudi (1896-1909)

Dalle dimissioni di von Tschudi all'avvento del nazismo (1909-33)

Dalle dimissioni di von Tschudi all'avvento del nazismo (1909-33)

"Entartete Kunst" (1933-45)

"Entartete Kunst" (1933-45)

Il dopoguerra e la rinascita della Nationalgalerie (1945-85)

Il dopoguerra e la rinascita della Nationalgalerie (1945-85)

Berlino capitale: la creazione della Alte Nationalgalerie

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