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La collezione di arte tedesca è dominato dalle 8 tele di Edvard Munch, che costituivano il Lebensfries (Fregio della vita), 1906-07, per il teatro di Max Reinhardt. Ad esse si affiancano tele di Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel, Karl Schmidt-Rottluff, Max Pechstein, Otto Müller, Ernst Barlach, Emil Nolde, Ludwig Meidner. Inoltre, vanno ricordati gli splendidi ritratti di Adolf e Bessie Loos di Oskar Kokoschka (1909).
Modesta è la presenza dei principali autori del "Blauer Reiter". Misteriosa rimane la sorte del grande capolavoro di Franz Marc Der Turm der blauen Pferde (1913-14), scomparso negli anni del nazismo e mai più ritrovato.
Scarsa anche la presenza degli autori che fecero capo al Bauhaus, con l'eccezione di Lyonel Feininger.
La vicenda della Neue Sachlichkeit (nuova oggettività) è rappresentata in maniera esemplare in tutte le sue ramificazioni. Magnifica la scelta di opere di Max Beckmann (Geburt e Tod, 1937), Georg Grosz (Stützen der Gesellschaft, 1926) e Otto Dix (Der Kunsthändler Alfred Flechtheim, 1926).
Alcune opere di Picasso, Braque, Léger e Dufy allargano gli orizzonti al di fuori della Germania.
Il dadaismo visse a Berlino sviluppi molto importanti a cavallo del 1920. A rappresentarlo troviamo varie opere di Hans Arp, Kurt Schwitters, Francis Picabia e Hans Richter. Ad esse si affiancano idealmente le opere di Giorgio de Chirico (Il grande metafisico, 1918), Max Ernst (con la grande scultura Capricorne, 1948-64) e Rene Magritte nella direzione della metafisica e del surrealismo.
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