Padiglione d'Arte Contemporanea (PAC), Milano
Attività espositiva
"Omaggio a Leo Castelli", 1996, mostra di riapertura
del Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano, dopo l'attentato del 1993
Il Padiglione d'Arte Contemporanea (PAC) è nato per fungere da centro espositivo dedicato all'arte contemporanea.
In teoria dovrebbe ospitare mostre di arte contemporanea organizzate dalle Civiche Raccolte d'Arte. In pratica, spesso ha contenuto mostre di carattere più moderno-classico.
Il programma espositivo del Padiglione d'Arte Contemporanea si è svolto all'insegna di una certa disomogeneità.
Nel periodo successivo alla sua apertura si sono succedute mostre dedicate a grandi figure dell'arte del primo '900. L'arte contemporanea del tempo ha avuto, invece, pochissimo spazio.
Il periodo 1979-93 è stato senz'altro il più glorioso, anche se piuttosto discontinuo. Le mostre hanno spaziato dal primo '900 all'attualità internazionale. Particolarmente fitto il programma negli anni 1982-86.
Le mostre personali più interessanti sono state quelle dedicate a grandi autori del dopoguerra: Francesco Lo Savio (1979), Cy Twombly e Vincenzo Agnetti (1980), Vito Acconci (1981), Giulio Paolini e Gerhard Richter (1982), Carla Accardi e Alighiero Boetti (1983), Giulio Turcato, Tancredi, Arakawa e Gianni Colombo (1984), Richard Long e Salvatore Scarpitta (1985), Osvaldo Licini (1986), Fausto Melotti e Pino Pascali (1987), Nagasawa (1988), Robert Motherwell (1989), Cindy Sherman e Morris Louis (1990), Emilio Vedova (1991), Jannis Kounellis (1992), David Tremlett (1993).
Le mostre tematiche hanno toccato vari periodi dell'arte italiana del '900. Belle le mostre su "Azimuth e Azimuth" (1984) e "Verso l'Arte Povera" (1989), incentrata sugli inizi di questa grande corrente artistica italiana. In ambito europeo, è da ricordare "Dal profondo: Brus, Nitsch, Rainer" (1986), che si occupava di tre delle più importanti del Wiener Aktionismus (azionismo viennese). Tra le mostre (molto poche) riguardanti la produzione artistica giovane si possono ricordare "Il Cangiante" (1986) e "Presi per incantamento" (1988).
La riapertura dopo la ricostruzione, nel 1996, è stata festeggiata con una mostra dedicata alla figura del gallerista Leo Castelli. Sono seguite alcune mostre personali e tematiche.
Tra le personali si possono ricordare quelle su Lucio Fontana (1999), Roy Lichtenstein (2000) e soprattutto quella, bellissima, dedicata a Douane Hanson (2002).
Tra le mostre a tema, due hanno riscosso pesanti critiche, ma anche notevoli consensi: "Rosso Vivo, mutazione, trasfigurazione e sangue nell'arte contemporanea" (1999) e "La Forma del mondo. La fine del mondo" (2000).