|
Storia |
|
|
Il Dia Center for the Arts ha sede ufficialmente a New York, dove opera da oltre 25 anni. In realtà però la sua attività si sviluppa in molti altri luoghi degli USA.
È difficile riassumere la mole incredibile di lavoro svolto fino ad oggi.
Il Dia Center è sorto nel 1974, come Dia Art Foundation. Promotori furono Philippa de Menil e Heiner Friedrich.
Lo scopo principale era quello di rendere possibile la realizzazione di progetti artistici complessi, che non potevano giovarsi delle consuete strutture museali. In anni in cui le operazioni della Land Art raggiungevano il loro apice, ciò significò sostenere e sponsorizzare progetti colossali: primo fra tutti il celebre The Lightning Field (1977) di Walter De Maria.
Nel corso degli anni Dia Art Foundation, acquistò consistenti nuclei di opere di importanti artisti (Cy Twombly, Joseph Beuys, Andy Warhol, Donald Judd, Dan Flavin, Walter De Maria). Inoltre avviò la realizzazione di grandi progetti artistici anche nel centro di New York City. Val la pena citare The New York Earth Room (1977) e The Broken Kilometer (1979) entrambi di Walter De Maria.
Difficoltà economiche intervenute alla metà degli anni '80 determinarono un radicale rinnovamento della Dia Art Foundation. Ai due fondatori subentrò un Board of Trustees più ampio, in grado di garantire una solida base finanziaria. Ripresa l'attività, l'istituzione nel 1990 ha mutato il suo nome in quello attuale di Dia Center for the Arts.
Non si è trattato di un semplice lifting. Al cambio di nome e di assetto amministrativo è corrisposto, infatti, un sostanziale ampliamento del raggio d'azione. Senza abbandonare la strada intrapresa dalla precedente gestione, il nuovo Dia Center for the Arts si è dedicato alla realizzazione di progetti artistici in tutti i mezzi espressivi. Quindi non solo pittura, scultura e installazioni, ma anche fotografia, video, musica, poesia e danza. |
|
|
|
|
|
Nel 1987 è stata inaugurata la nuova sede espositiva al 548 West 22nd Steet, nell'area di Chelsea. Una location oggi molto alla moda, ma del tutto pionieristica per l'epoca... Al suo interno è stata allestita un'infinità di mostre personali, riguardanti grandi esponenti della scena artistica contemporanea: Bernd and Hilla Becher, Alighiero Boetti, Francesco Clemente, Dan Graham, Robert Gober, Katharina Fritsch, Ann Hamilton, Jenny Holzer, On Kawara, Brice Marden, Maria Nordman, Robert Ryman, Lawrence Weiner, ecc. Come se non bastasse, hanno continuato a funzionare le sedi distaccate a Soho, in cui erano installate le grandi installazioni di Walter De Maria.
Gli anni più recenti hanno visto il Dia Center for the Arts sviluppare programmi educativi, inoltrarsi nel mondo di internet e realizzare progetti artistici per il Web.
Ma, soprattutto, sono state avviate complesse iniziative culturali in partnership con altre istituzioni. Le più spettacolari sono state l'apertura a Pittsburgh (PA) dello Andy Warhol Museum, assieme alla Andy Warhol Foundation e ai Carnegie Museums. Quindi, l'apertura a Houston (TX) della Cy Twombly Gallery, assieme alla The Menil Collection.
Ultimo evento in ordine di tempo è stato l'apertura, nel Maggio 2003, di Dia:Beacon, il nuovo museo a Beacon (nella Hudson River Valley) che ospita la collezione permanente.
Principale regista della grande ripresa è stato Michael Govan. Sotto la sua guida il Dia Center for the Arts si presenta all'appuntamento con il nuovo millennio con le carte perfettamente in regola per rappresentare un possibile modello di istituzione artistica ideale del futuro. |
|