Alberto Burri

Attività artistica di Alberto Burri.
Fasi principali dell'evoluzione artistica di Burri

Dopo un esordio come artista figurativo, Alberto Burri è influenzato dall'ambiente romano. All'epoca le figure dominanti sono Balla e Prampolini, tra i più attivi nella sperimentazione dei materiali.
Ma la personalità di Alberto Burri inizia ad esprimersi in forma matura e originale a partire dalla seconda metà degli anni '40. Da allora in avanti, la sua vicenda artistica si svolge per cicli, con grande regolarità. I primi lavori importanti sono i Catrami (Nero 1, 1948), seguiti dai Bianchi e dalle Muffe, del 1950-52.
Attorno al 1952 comincia la serie dai famosi Sacchi. Grandi ritagli di tela di sacco vengono applicati sulla tela secondo un preciso ordine compositivo.
In un primo tempo l'artista interviene con colore, sabbia, catrame. Ma, dalla fine del 1952, la tela di sacco comincia a darsi come tale, ad assumere vita autonoma, con l'ordito della juta, le sue cuciture, gli strappi, le scritte stampigliate.
Una formidabile tensione scaturisce dal contrasto tra due opposti elementi. Da una parte, l'ordine, il rigore compositivo che governa l'opera. Dall'altra, l'energia espressiva del materiale, con le sue cicatrici e le tracce delle varie vicissitudini: una sorta di "sudario", che riflette metaforicamente la dura condizione esistenziale dell'uomo del dopoguerra.
Un discorso analogo vale per i cicli successivi, in cui nuovi materiali entrano da protagonisti nelle opere di Burri:
- Combustioni (1957-59),
- Legni (1955-61),
- Ferri (1958-61),
- Plastiche (1961-70),
- Cretti (1973-76),
- Cellotex (dal 1977 in avanti).

Oltre a quadri e sculture, Alberto Burri ha realizzato anche opere ambientali e di grande impegno. Si possono ricordare il Teatro Continuo per il Parco Sempione di Milano (oggi ad Atene), e soprattutto il Grande Cretto di Gibellina.