Georgia O'Keeffe

Attività artistica di Georgia O'Keeffe

Georgia O'Keeffe è una delle figure di maggior spicco dell'arte americana del '900.
A lei vanno riconosciuti diversi meriti. Primo fra tutti, quello di aver contribuito a emancipare la pittura americana dall'influenza e sudditanza nei confronti dell'arte europea sviluppando un linguaggio originale, fonte di stimoli per una nuova generazione di artisti. In secondo luogo, quello di essere riuscita a imporsi in un mondo fino ad allora appannaggio degli uomini. Questo in virtù di una grande personalità, lontana dagli stereotipi in cui veniva compressa la creatività femminile, ma distante anche da ogni tipo di rivendicazione femminista.

Nei primi lavori Georgia O'Keeffe mostra un'impostazione di tipo realistico, come del resto la gran parte dell'ambiente artistico americano di inizio '900.
Se ne allontana presto per approdare a un personalissimo astrattismo lirico, caratterizzato dalla trasformazione e dall'ingrandimento delle forme naturali.
I soggetti raffigurati nelle tele sono fiori e composizioni con frutta. Ma non si tratta di "nature morte". I fiori, visti nei minimi dettagli, riempiono quasi completamente la tela e perdono la loro riconoscibilità. Diventano paesaggi antropomorfi pieni di anfratti, valli, fiumi e cascate: immagini di grande sensualità.
Nelle opere di questo periodo traspare ancora una certa propensione all'astrazione. Di certo però il modello non è l'astrattismo freddo e razionale di Mondrian e dei costruttivisti, ma semmai quello lirico di Kandinsky.
Astrattismo come capacità dell'artista di tradurre in immagini gli stimoli che le cose riescono a trasmettere a chi sa ascoltarli. In opere come Strisce, arancione e rosso, Musica rosa e blu, Astrazione di fiori (del periodo 1919-1924) forme e colori si muovono all'interno del quadro con cadenze musicali, rispecchiando un'armonia cosmica percepibile solo attraverso capacità artistiche.
Nella stessa direzione di una fusione emotiva con gli oggetti vanno anche la lezione di Dow, legata all'estetica giapponese, e la riflessione meditativa Zen. Sono questi stimoli a spingere Georgia O'Keeffe verso la ricerca di un equilibrio tra forme, colori e linee.

Alla fine degli anni '20 Georgia O'Keeffe si trasferisce in un appartamento all'ultimo piano del grattacielo dello Shelton Hotel di New York.
Isolata, in quella sorta di terrazza sulla città, riprende scorci, vedute del paesaggio cittadino a tutte le ore del giorno. Nel raffigurare gli edifici e le cose l'artista analizza l'impatto della luce solare e dell'illuminazione notturna sulle superfici plastiche degli edifici circostanti.
Dal punto di vista formale, sottopone le linee e i piani a un processo di deformazione prospettica, che risente delle ricerche fotografiche di Stieglitz. In opere come Notte in città e nella serie Strada, New York del 1926, ad es., compaiono scorci di palazzi e grattacieli che si elevano in verticale con la tipica angolatura curvilinea del teleobiettivo. Un'atmosfera sospesa, da deserto urbano, emana da queste visioni, in netto contrasto con la fulgida immagine della città industriale, esaltata da futuristi e costruttivisti.
Dopo il 1929, problemi matrimoniali e la necessità di allontanarsi da Stieglitz per ritrovare la propria identità, portano Georgia O'Keeffe a Taos, nel New Mexico. La scoperta di spazi così immensi, e dagli effetti di luci e colori così sorprendenti, lascia un'impronta indelebile nella sensibilità dell'artista. Da allora Georgia ritorna con frequenza crescente a soggiornarvi, fino a stabilirvisi definitivamente nel 1949.
Raccolta nella solitudine del deserto, aspro e selvaggio, percepisce in tutta la sua austera imponenza la forza della natura, traendone nuovi spunti. Raccoglie reperti naturali, come conchiglie, teschi di animali morti, frammenti di ossa. Li riproduce ingranditi e stilizzati, come supporto per l'analisi delle variazioni atmosferiche e luministiche: Bacino con ombra e luna, Corna di capra con rosso.
Sullo sfondo di colline di sabbia e mesas tinteggiate dal sole, spiccano grandi teschi incastonati nella sabbia, elementi floreali, all'interno di "nature morte animali". Assembla gli oggetti casualmente, per pura "citazione".
Nonostante l'oscura presenza dei resti organici, le opere risultano vitali. Ciò grazie all'armonico equilibrio e la morbida suadenza delle tinte, che stemperano la tensione drammatica delle composizioni.

Nel 1936 un lavoro della O'Keeffe viene presentato alla storica mostra "Fantastic Art, Dada and Surrealism" al Museum of Modern Art di New York.
È la tendenza ad assemblare gli oggetti e a generare magiche atmosfere metafisiche che la fa collocare accanto ai surrealisti. Ma la costante attenzione per il dato reale la discosta abbastanza nettamente.
Negli anni '40 i colori si fanno più scuri e le forme meno nitide. Nascono paesaggi caratterizzati da personalissime geometrie antropomorfe come Colline grigie o la serie del Luogo Nero.
Sul finire degli anni '50, Georgia O'Keeffe è attratta dalla visita di paesi lontani. L'esperienza del volo in aeroplano scatena in lei nuove emozioni. Inizia a dipingere vedute prospettiche dall'alto. Lavori come Blu, nero e grigio, Era rosso e rosa, Strada invernale, realizzati nel periodo 1959-1964, mostrano oggetti distanti, persi in una realtà indistinta, praticamente astratta. Fiumi, zone desertiche, montagne e colline non si riconoscono più, sono strisce di colore sfumato d'incerta dislocazione prospettica.
Appare la serie di grandi tele Cielo sopra le nuvole. Col suo fitto tessuto di nubi, la composizione si allontana completamente dal modello naturalistico di partenza, per approdare a esiti decisamente astratti.
Questo processo di progressiva dissoluzione delle forme si può notare nella serie dedicata al Patio della casa di Abiquiu (1945-1960).
Negli ultimi anni, non riuscendo più a dipingere per problemi alla vista, Georgia O'Keeffe lavora l'argilla. Realizza rilievi come Roccia scura con rosso e la serie Pietra nera con blu.