Andy Warhol
Attività artistica di Andy Warhol
Andy Warhol è considerato uno dei principali esponenti della Pop Art americana.
Oltre al suo interesse per le nuove "icone" del XXº secolo, per il linguaggio di massa, che usa senza alcun intento elogiativo o dissacratorio, va ricordata la sua idea di una produzione collettiva, e quasi industrializzata, dell'opera d'arte. Esemplare in questo senso è la vita della Factory, all'interno della quale nascono e si sviluppano soluzioni d'avanguardia in diversi campi, come l'arte, il cinema e la musica.
Warhol ha tentato anche di dare indicazioni su un nuovo modo di vivere. Ricerca il consenso del pubblico attraverso la realizzazione di una rivista e di una TV via cavo. Si occupa di consenso e promozione. Cerca di trasformarsi da artista commerciale in artista d'affari, assecondando così una sua celebre affermazione: "... Fare soldi è arte. Lavorare è arte. Un buon business è la migliore opera d'arte."
Andy Warhol esordisce come illustratore e disegnatore.
Intorno al 1960 Warhol realizza i primi quadri, in cui le immagini derivano dai fumetti.
A poco a poco, allarga il campo da questa sorta di letteratura popolare di largo consumo alle nuove icone e alle figure simbolo della sua epoca: i dollari, la Coca Cola, le lattine di Campbell Soup. Inizialmente lavora a mano libera, secondo i procedimenti tipici del linguaggio pubblicitario: l'essenzialità, l'uso del contorno netto. Quindi scopre la serigrafia. A questo procedimento tecnico si applica dapprima in modo semiartigianale, ma poi, con maggiore complessità.
La serigrafia gli consente di manipolare e moltiplicare a piacere le immagini, arrivando a una produzione che si può considerare quasi "di massa".
Tra i soggetti riprodotti figurano alcuni miti del suo tempo: Jaqueline Kennedy, Marilyn Monroe, Liz Taylor, Elvis Presley, il presidente Mao Tze Tung. Utilizza lo stesso procedimento anche per raffigurare eventi atroci: i Car Crash (incidenti automobilistici), Electric Chair (sedia elettrica), la Morte di Che Guevara. Li affiancano in modo spregiudicato soggetti decorativi e piacevoli: i Flowers (fiori), la mucca (Cow).
La moltiplicazione della stessa immagine su uno sfondo colorato rappresenta un passaggio ulteriore nell'evoluzione del lavoro di Warhol.
Warhol preleva soggetti dalla vita quotidiana. Possono essere soggetti "alti", impegnati, densi di tensione e pathos, oppure soggetti "bassi", leggeri, banali.
Li rielabora in una sorta di motivo grafico, che viene variato e moltiplicato.
Usa colori semplici. Vira le immagini, le solarizza, ottenendone le diverse varianti cromatiche.
L'effetto è al tempo stesso percettivo e anestetizzante. I soggetti seri perdono pathos, quelli leggeri vengono riscattati dalla loro banalità. In questo modo la pittura livella i soggetti e li trasforma in immagini pure. È un risultato simile a quello prodotto dall'informazione di massa. E infatti, l'effetto nelle opere di Warhol è potenziato da scoloriture e da una tecnica volutamente trasandata, che richiama quelle dei quotidiani.
La "macchina" Andy Warhol non produce solo quadri e serigrafie.
Crea anche oggetti e installazioni, estendendo il suo procedimento alla presentazione di oggetti nello spazio. Indicative in questo senso sono le sue accumulazioni di imballaggi: Brillo (1964), Kellogg's Boxes (1971).
L'annullamento della tensione drammatica del soggetto si trasforma nell'annullamento della personalità artistica di Warhol stesso. Nel 1968 Warhol realizza il romanzo A: a novel, trascrivendo registrazioni di conversazioni quotidiane e banali, prese qua e là: una sorta di "readymade" linguistico.
A partire dagli anni '70, Warhol sostituisce i fondi piatti dei quadri degli anni '60, con fondi pittorici di gusto espressionista. Alterna sempre temi soft a immagini più impegnative: Skull (Teschi), Oxidations (Ossidazioni).
Riscopre anche il ritratto, che spesso esegue su ordinazione. Qualche volta riprende temi, che ha già trattato con successo, o lavori di altri artisti, realizzando delle rivisitazioni della loro opera.
Tra i mezzi espressivi adottati da Andy Warhol spicca anche il cinema. Warhol vi si dedica con entusiasmo a partire dal 1963. Riprende le sue tematiche e le sue ossessioni (sesso, cibo, morte). Sperimentale e "primitivo", non si avvale quasi mai di attori professionisti, ma di semplici conoscenti e amici, ripresi negli atti quotidiani e, talvolta, in atteggiamenti intimi.