Mostre di arte moderna e contemporanea
Marina Abramovic. Balkan Epic
20 gennaio - 14 maggio 2006
Hangar Bicocca
Viale Sarca 336, Milano
Info. 02-73950962
Orari: mar-sab 12-19
Nel 2004 la Pirelli Real Estate ha aperto all'arte contemporanea uno dei padiglioni della vecchia Ansaldo.
La mostra inugurale era dedicata ad Anselm Kiefer, uno dei più noti artisti tedeschi contemporanei.
Le sue torri monumentali dovevano restare a Milano qualche mese prima di essere smantellate, ma il successo dell'iniziativa ha convinto gli organizzatori a ospitarle indefinitamente e porre le basi di un centro permanente per l'arte contemporanea.
L'anno scorso ha esposto qui Mark Wallinger, ora è la volta di Marina Abramovic, una delle principali artiste del XX e XXI secolo, Leone d'Oro alla Biennale di Venezia del 1997.
L'occasione è davvero speciale perché è la prima volta che l'artista riesce a riunire in un solo spazio tutte le opere video che, dal 1997 a oggi, ha dedicato al suo Paese, l'ex Juguslavia.
Il corpo occupa, come sempre, un posto fondamentale nel suo lavoro. Ma se un tempo l'artista metteva alla prova i limiti fisici e mentali del proprio essere (Rhythm 5, 1975; The Hero, 2001) e usava un linguaggio molto crudo (Balkan Baroque, 1997), nelle opere più recenti i video diventano corali e l'Abramovic mostra una vena decisamente più ironica e irriverente (Count on Us, 2003; Balkan Erotic Epic, 2005).
Il passare degli anni e la lontananza dal suo Paese le hanno permesso di guardare le cose con maggior distacco e di affrontare nuove tematiche. Ma il punto di partenza è ancora una volta il suo popolo, di cui riscopre le tradizioni e i riti, primo tra tutti quell'erotismo primordiale che costituisce la sua forza e la sua energia.
In un mondo in cui la violenza è all'ordine del giorno e il sesso è diventato merce di scambio o poco più di un gioco, la Abramovic invita l'uomo contemporaneo a riprendere contatto con la Madre Terra, a riscoprire la potenza e il valore salvifico dell'eros, sfida agli Dei, alle malattie, alle disgrazie. Strumento di potere e sopraffazione, ma anche di tenerezza e amore.
La rassegna segue un andamento cronologico, ma ognuno può scegliere il proprio percorso. Le tematiche affrontate dall'artista, infatti, hanno un'origine storica e geografica ben definita, ma il tempo ha conferito loro un valore universale. Aiutano a riflettere su quanto è accaduto e rappresentano un monito per il futuro.
Tra le opere più suggestive si segnalano Balkan Baroque, in cui la Abramovic, seduta su un cumulo di ossa, le ripulisce da ogni residuo di carne dando vita a un rituale di purificazione dagli orrori della guerra, Nude with Skeleton, che ricorda la caducità degli esseri viventi, Count on Us, che allude con ironia agli aiuti umanitari promessi dalle Nazioni Unite e mai arrivati.
La mostra è curata da Adelina von Furstenberg.