Mostre di arte moderna e contemporanea

Gabriele Basilico. Istanbul 05.010

16 settembre - 12 dicembre 2010

Fondazione delle Stelline - Sala del Collezionista
Corso Magenta 61, Milano
Tel. 02-45462411
Orari: mar-dom 10-20

Dopo la bella mostra che la Provincia ha dedicato a Gabriele Basilico e alle sue immagini di Milano e Mosca, la Fondazione delle Stelline ci invita a conoscere un altro lavoro di questo grande fotografo italiano, che, nel corso della sua carriera, ha sempre riservato un'attenzione particolare alla forma e all'identità delle città. La sua formazione di architetto lo ha reso, infatti, particolarmente sensibile alle trasformazioni del panorama urbano, che, secondo lui, sono molto più evidenti nei luoghi mediocri o banali, lontani dal centro e dalle zone turistiche tradizionali.
Istanbul, che, in passato, è stato un importante centro culturale e commerciale, in bilico tra Oriente e Occidente, oggi, è una metropoli ad alta densità demografica, coinvolta in un processo di forte espansione edilizia, che sta ridisegnando la città e i dintorni. Rappresenta quindi il luogo ideale per questo tipo di ricerca e documentazione.

Basilico era già stato qui nel 2005, in occasione della IX Biennale Internazione, ma, come ama fare sempre più spesso quando realizza i suoi servizi fotografici, ha deciso di ritornarci. Il raffronto tra passato e presente, gli consente, infatti, di conoscere più a fondo una città e individuare così la sua vera natura, che, come scrive Doninelli in catalogo, è il risultato di una forma esteriore, data dagli aspetti architettonici e urbanistici, ma anche di una forma interiore, legata alla storia, al carattere, alle vicissitudini di persone e cose.

Per portare avanti il suo lavoro, che è lento, metodico e rigoroso, ma non è mai esente da risvolti narrativi e momenti di poesia, Basilico si è fatto accompagnare nei luoghi dove passato e presente convivono, urtano, si confondono. Non sono certo le vie del centro o le eleganti rive del Bosforo, ma le aree periferiche e le colline circostanti, che hanno perso la loro vocazione primigenia e stanno per trasformarsi in spazi urbani.
Le vecchie case fatiscenti lasciano posto ai cantieri, alle villette a schiera ai grattacieli. Eppure si possono vedere ancora degli angoli intatti, decrepiti e rovinati, dove la vita sembra quella di una volta. Sono le zone dove si incontrano negozietti, empori, piccoli supermercati, che sono sempre gli stessi da chissà quando, "come un unico, eterno muezzin".
Basilico ha visto e registrato tutto col suo sguardo intenso e, guardando le sue immagini, sembra di sentire, in sottofondo, "il brusio di Istanbul" narrato da Orhan Pamuk. Le sue fotografie, infatti, anche quando sono scattate in posti deserti, dove non si vede nessuno, portano impressi i segni delle persone che hanno creato, abitato e dato un senso a questi luoghi. I segni delle persone che continuano a viverci.
La città sta cambiando, sta crescendo a dismisura, ma il suo cuore è vivo e intatto. Anche i nuovi quartieri, infatti, devono rispettare quella che è l'essenza di questa metropoli, il suo andamento curvilineo, i suoi "saliscendi", i suoi incroci. Una legge che è scritta nelle sue fondamenta, in quel terreno particolarissimo che chi abita qui calpesta ogni giorno e chi ha visitato Istanbul sa riconoscere al primo sguardo.

La mostra, che presenta una trentina di immagini, in bianco e nero e a colori, scattate nel 2005 e nel 2010, è accompagnata da un bel catalogo, edito dalle Edizioni Corraini.
Al suo interno si può leggere un testo molto interessante, scritto da Luca Doninelli, che prende spunto dalle fotografie di Basilico per riflettere sul senso e l'unicità delle città.
Il biglietto di ingresso consente di vedere anche la rassegna dedicata a Valerio Berruti, un giovane artista piemontese, che presenta alcune inedite opere scultoree.

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