Mostre di arte moderna e contemporanea

Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti.
La Collezione Jonas Netter

21 febbraio - 8 settembre 2013

Palazzo Reale
Piazza Duomo 12
Info. 02-804062
Orari: lun-mar-mer 8:30-19:30, gio-dom 9:30-23:30

Non è la prima volta che Marc Restellini, uno dei più autorevoli studiosi di Amedeo Modigliani, porta le opere di questo grande artista livornese a Milano.
È già successo 10 anni fa, anche se allora l'esposizione aveva un taglio completamente diverso. Adesso, infatti, l'accento è posto sul clima culturale più che su un autore, su una città e sui suoi artisti, che, pur non essendo nati qui, l'hanno resa grande dando vita a "un nuovo mondo di forme e colori", a un linguaggio nuovo e originale, che avrebbe aperto la strada all'arte contemporanea.

Negli anni in cui Modigliani visse a Parigi, nel quartiere di Montparnasse, che era il rifugio preferito di pittori, scrittori, intellettuali e rifugiati politici, la Ville Lumière rapresentava il sogno e la meta di tutti gli artisti europei, la palestra dove ciascuno di loro sperava di allenare e far risaltare il proprio talento, esprimere la propria personalità. Questo però non vuol dire che la vita fosse facile e il successo a portata di mano. La povertà, infatti, si accompagnava allo scherno di quanti irridevano le nuove proposte artistiche, ma i pittori che facevano parte di quella che André Warnod chiamerà la Scuola di Parigi non ci facevano caso e continuavano a tirare avanti sperando di incontrare qualche mercante o collezionista che apprezzasse il loro lavoro.

Entrare nel giro non era facile, ma, accanto a galleristi ormai noti, come Vollard, Durand-Ruel, Paul Rosenberg, che trattavano gli Impressionisti, diventati ormai famosi, c'erano i cosiddetti "mercanti d'appartamento", come Jean Alexandre, Paul Guillaume e il poeta polacco Léopold Zborowski, che non avevano i soldi per aprire una galleria ed erano in cerca di nuovi talenti con poche pretese. È grazie a loro, e ai collezionisti che sono riusciti a intercettare, se questi artisti sono riusciti a sopravvivere e lavorare.

Uno dei maggiori sostenitori di Modigliani e dei suoi amici è stato sicuramente Jonas Netter (1867-1946), al quale si deve la realizzazione di questa mostra. Le opere esposte, infatti, fanno parte della collezione che questo lungimirante rappresentante alsaziano, affascinato dall'arte e dalla pittura, ha raccolto nel corso della sua vita seguendo i consigli e le indicazioni di Léopold Zborowski.
Se avesse potuto scegliere, molto probabilmente avrebbe comprato le opere degli Impressionisti, ma non aveva risorse sufficienti. Così cominciò a guardarsi intorno e a interessarsi ad artisti più consoni al suo patrimonio.
Il primo che decise di acquistare fu Modigliani, di cui comprò una quarantina di opere, volti femminili per lo più, poi fu la volta di Soutine, anche lui molto presente in collezione, Utrillo, Kisling, la Valadon e Jeanne Hébuterne, che era la compagna di Amedeo.
Accanto a questi personaggi, che oggi sono i più conosciuti, ce ne sono altri che famosi non sono, ma forse meriterebbero maggior attenzione, come Antcher, Clarin, Durey, Ébiche, Epstein, Hayden, Hélion, Kikoïne, Krémègne, Landau ecc. Uno degli scopi di questa mostra, infatti, è proprio quello di far risaltare un'atmosfera, un'epoca, un modo di vivere e creare. E magari far conoscere questi artisti a un pubblico più vasto seguendo, anche in questo, il pensiero di Netter, che, oltre a sostenere finanziariamente i suoi pupilli, fece del suo meglio per promuoverli all'estero.

Il percorso espositivo, strutturato per sale quasi esclusivamente monografiche, propone all'incirca 120 opere, che sono passate per le mani di Netter e in parte appartengono ancora alla sua famiglia. Tra i molti capolavori, che raramente vengono mostrati al pubblico, spiccano un disegno di Modigliani del 1913 (Cariatide blu) e tre dipinti del 1918 (Bambina in Azzurro, Elvira col colletto bianco, Ritratto di Jeanne Hébuterne), Case rosse (1917), Scalinata rossa a Cagnes (1918), La pazza (1919 ca.), Platani a Céret (1920 ca,), Grandi alberi blu (1922 ca.) e Lepre appesa (1923 ca.) di Soutine, Nel bosco (1914) e Ritratto di Gaby (1917) della Valadon, Rue Norvins (1909 ca.) e Rue Marcadet à Paris (1911) di Utrillo, le Grandi Bagnanti di Derain (1908), che richiamano alla mente le Demoiselles d'Avignon (1907) di Picasso, punto di partenza della svolta cubista.

La mostra è arricchita da un video, molto interessante, in cui Corrado Augias racconta la vita di Modigliani e la Parigi dell'epoca. A fare da colonna sonora sono le musiche di Erik Satie, che è stato un grande amico dell'artista.
Nell'iniziativa è coinvolto anche il Museo del Cinema di Viale Fulvio Testi 121, che, dal 15 al 29 marzo, proporrà tre pellicole dedicate ad Amedeo Modigliani: Modì - Vita di Amedeo Modigliani (1984), I colori dell'anima (2004) e Le Vere False Teste di Modigliani (2011), che ricostruisce la celebre beffa delle sculture ritrovate nel Fosso Reale di Livorno nel 1984.

Links ad altre pagine di Artdreamguide correlate